Prodi ringrazia ma declina: "Io al Quirinale direi che non è cosa"

8 Settembre 2012
Er Tunguska
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prodi

La sviolinata di Vendola per l’ex premier Romano Prodi è stata accolta da quest’ultimo con piacere, che dal canto suo ha potuto solo ringraziare, mantenendo però le distanze dall’idea espressa. “Quirinale? Vendola è responsabile delle sue parole. È carino a fare il mio nome ma io direi: non è cosa, così ha parlato l’ex leader dell’Ulivo ai microfoni di SkyTg24, glissando ogni imbarazzo per qualsiasi nomina alla presidenza della Repubblica.

Evitando quindi di riproporsi nella politica nazionale, seppur in veste di garante dell’unità statale, dal workshop Ambrosetti di Cernobbio ha parlato della situazione attuale e futura del nostro paese, pensando alle fattispecie concrete che potrebbero realizzarsi da qui a pochi mesi: “Se dopo le elezioni ci sarà una impasse – dice Prodi è molto probabile che si andrà a un Monti-bis e molto dipenderà dalla legge elettorale, le ipotesi di riforma di cui si parla rendono molto probabile un impasse”.

Fattogli presente il sondaggio della The European House Ambrosetti sulle preferenze della comunità finanziaria in merito all’Italia, ha dato segno di distacco affermando (giustamente) che “il mandato a Monti non dipende mica dalla comunità finanziaria che è a Cernobbio, dipenderà da come vanno le elezioni: se c’è un vincitore quello prende il governo, se c’è un’impasse è probabile che si chieda a Monti di prendere il mandato, e credo che sarebbe ancora disposto a servire il Paese, bene, come ha fatto finora”.

Sulla decisione della BCE per l’acquisto illimitato di bond, si esprime in maniera favorevole, plaudendo l’operato di Mario Draghi: “Mia nonna diceva ‘’meglio succhiare un osso che un bastone’’. Non lamentiamoci che Draghi prenda delle decisioni, lamentiamoci per quelli che non lo fanno. La Commissione, benché eletta indirettamente, è lei che dovrebbe muoversi di più per la comunità europea”. E sulle dichiarazioni di Roubini che il presidente della BCE così abbia preso solo tempo, il professore ribatte “E vi pare poco? È passata la sua proposta con il voto contrario dei tedeschi, segno che si sta muovendo davvero qualcosa. Se si rischia di cadere in un burrone, è sempre bene fermarsi un po’ prima e prendere tempo. Mi auguro che questo incoraggi una piattaforma comune e forte fra Spagna, Italia, Francia ed Austria da presentare ai tedeschi”. Sebbene Prodi non pensa che sia una piccola guerra intestina quella fra Germania e il resto dell’UE, poco ci manca.

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