"Thank you for smoking": "il cliente misterioso"

15 Settembre 2013
luciana
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tabagismo-rischi-saluteIl “cliente misterioso” è una figura senza identità né volto, ma munita di un infinito potere, capace di segnare in maniera categorica il futuro lavorativo delle “hostess di tabaccheria.”

Il suo pollice verso l’alto rappresenta una salda ipoteca sul lavoro, di contro, il pollice scagliato verso il basso sentenzia il quasi certo licenziamento.

Il “cliente misterioso” può essere chiunque: uomo, donna, giovane, giovanile, maturo, attempato. Chiunque.

L’azienda si avvale di questa figura per controllare la veridicità e l’efficacia del lavoro espletato dalle hostess di tabaccheria.

Erroneo sarebbe immaginarlo come una sorta di investigatore privato, con tanto di impermeabile ed occhiali scuri, che si aggira con fare temerario e guardingo, perché il cliente misterioso veste abiti e viso di una persona “normale”.

Pertanto, travestito da “persona qualunque”, si reca in tabaccheria con il finto alibi di acquistare delle sigarette, ma con il reale intento di appurare la qualità della performance della hostess che preventivamente sa di trovare lì.

Sono poche e spesso finanche contrastanti le notizie di cui disponiamo per provare ad “identificarli” anzitempo e sono quelle diramate dalle nostre colleghe e compagne di avventure/ sventure che hanno già ricevuto la loro visita.

Tante sono state le hostess di tabaccheria che sono cadute nella furbesca trappola del cliente misterioso.

Talvolta è accaduto che il “cliente misterioso”, una volta pervenuto in tabaccheria, si sia visto negare la possibilità di simulare un contatto con la hostess, per verificare se indossasse la divisa e per valutarne la dimestichezza con lo speech, la proprietà di linguaggio e gli altri fattori utili e necessari per decretare se il soggetto in questione potesse essere consacrata come “brava hostess di tabaccheria”, poiché, al suo arrivo, sorprendeva la stessa hostess assorta in interminabili conversazioni telefoniche piuttosto che comodamente seduta e rapita dall’incalzante scambio di messaggi con la fiamma di turno.

In quelle circostanze, il caso viene rapidamente archiviato con un fulmineo licenziamento.

Altre volte è accaduto che all’arrivo del cliente misterioso, la hostess era lì dove doveva essere, ma, piuttosto che contattare i clienti, ella rimaneva impietrita ed imperversava in uno stato di inspiegabile ed ingiustificabile catalessi, assumendo le parvenze di un manichino, orfano di voce e di buon senso.

Il “cliente misterioso”, in questi casi, temporeggia, animato dalla vana speranza di vedere rinsavire la hostess, affinché possa dare un senso alla sua, alla loro presenza in quella sede, indirizzando il suo sguardo verso di lui ed ergendolo ad oggetto destinatario del suo messaggio informativo, così da fornire al “cliente misterioso” un appiglio al quale ancorarsi per non costringerlo a decidere per il suo licenziamento in tronco.

“Sei bionda, hai gli occhi azzurri, sei alta 1,70 cm, sei una taglia 42…E sei dotata di un’ottima capacità di linguaggio!”

Questo è stato il commento con il quale il “cliente misterioso”, tenuto ad analizzare il mio operato, liquidò la mia performance.

Quanto sarebbe stato, per me, più gratificante, se la sua frase fosse iniziata come si era, invece, conclusa, ovvero: “Sei dotata di un’ottima capacità di linguaggio”, quel “cliente misterioso” non lo apprenderà né comprenderà mai, giacché, quel giorno, abbandonò la tabaccheria che ci ospitava accompagnato dall’illusoria e fallace convinzione di aver esternato un giudizio a me gradito.

Luciana Esposito

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