“A chi conviene l’Italia?”: l’indagine sul Bel Paese

21 Novembre 2013
Giovanna Casoria
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Stando a una recente indagine condotta dal Censis in collaborazione con il Club dell’Economia, l’immagine dell’Italia potrebbe essere ben esemplificata dal modello di “villaggio vacanze”.

Buona cucina, divertimento e un invidiabile patrimonio storico-artistico sono a disposizione per chiunque voglia trascorrere un periodo più o meno lungo nella penisola. Ma per studio, lavoro e investimenti molto meglio puntare altrove.

Nonostante le rassicurazioni provenienti dal Ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, l’Italia continua ad essere percepita come un paese immobile, sia dagli italiani che dagli stranieri. E se i turisti sono ancora attratti dalle peculiarità del Bel Paese, gli abitanti sono molto più pessimisti per quanto riguarda le loro prospettive future.

Solo una piccola minoranza ritiene infatti che l’Italia sia un paese adatto a studiare (7%), investire (5,7%) e lavorare (5,2%). Tra i fattori che influenzano negativamente la situazione, ci sono l’invecchiamento della popolazione, che minaccia la sostenibilità del welfare (16,7%) e toglie spazio ai giovani, l’instabilità politica (15,3%), la burocrazia che rende impossibile lavorare (14,2%).

E all’incertezza si aggiunge anche il rancore verso chi si è appropriato del Paese, traendone ogni possibile convenienza, ma trascurando ogni forma di interesse generale. Il dito è puntato verso “i soliti noti”, che, qualunque sia lo schieramento politico al governo, riescono con la loro trasversalità a restare sempre al potere.

Il 10% della classe dirigente predomina sul 90% di una popolazione formata da giovani, precari, disoccupati, laureati, sempre più spesso vittime di un “sistema che va cambiato nel suo complesso” e da cui non possono o non vogliono, inspiegabilmente, svincolarsi.

 

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