I 5 personaggi horror dei 90’s che ancora ci provocano attacchi di incontinenza

17 Maggio 2014
Chiara Amendola
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Notti insonni sotto al piumone (anche se  il termometro segnava 30 gadi) pronti ad abbandonarci a chiassosi attacchi di panico al primo ticchettio della sveglia. Nulla poteva smuoverci da quello stato di inerzia autoimposta, nemmeno lo stimolo pungente e sempre più imminente della pipì, contenuta in maniera coercitiva in una vescica che raggiungeva le dimensioni di un Supersantos.

Ci sono film horror che hanno segnato la nostra infanzia. Pellicole che un po’ per il fascino del mistero, un po’ per provare l’ebrezza del “proibito”, abbiamo ostinatamente guardato provocandoci volontariamente fobie da ricovero coatto. Serate passate a chiudere le ante degli armadi evitando di guardare sotto al letto, ogni sospettabile rumore poteva suscitare crisi isteriche degne di una sfranta al capezzale di Dior.

Oggi quegli adorabili personaggi animano ancora i nostri incubi scatenando disagio e frustrazione, comparendo d’improvviso nello specchietto retrovisore della nostra auto quando siamo da soli al volante.

it

It – il Chitammuorto. E qui gli insulti si sprecano e la volgarità raggiunge picchi inespressi. Già perché solo la mente sadica di Stephen King poteva arrivare a partorire un pagliaccio cannibale dall’alito mefitico e la voce da vecchia megera in menopausa. Da allora le aziende produttrici di palloncini sono finite sul lastrico e Moira Orfei ha chiuso i battenti per un po’dopo aver provato l’ebrezza di un pubblico composto da badanti russe ed anziani con disfunzione erettile.

nano

Il Nano (The Man from Another Place) di Twin Peaks – L’abominio. Ancora ci chiediamo se fosse più inquietante la sua danza o il microscopico tailleur rosso (degno da pagetto ad un matrimonio con sposa gravida di dubbia provenienza) con cui si palesava negli incubi dell’agente Cooper. Di certo fu l’unico capace di distogliere l’attenzione dal corpo gelido e fin troppo morto di Laura Palmer (che nella fase REM di tanti, almeno una volta, ha ripreso vita aprendo gli occhi nel suo confortevole sacchetto di cellophane)

hannibal

Hannibal Lecter – Il reflusso esofageo. Dopo averlo “conosciuto” l’idea che uno sconosciuto potesse saltarti al collo per strapparti il naso a morsi per poi leccarsi i baffi non fu più una follia così insensata. L’uomo con la museruola ha suscitato una certa diffidenza nei confronti del prossimo, soprattutto in termini di preferenze alimentari. Probabilmente è proprio grazie a lui che oggi il mondo è pieno di sociopatici incapaci di stabilire un rapporto tangibile con i propri simili.

hellraiser

Hellraiser – L’agopuntura. Una storia dal retrogusto splatter che, in verità, piuttosto che spaventare, provocava grasse risate per la trama spiccatamente nonsense. Resta che l’uomo con la testa ricoperta di spilli ha sempre posseduto un certo ascendente nell’immaginario degli allora bambini che hanno sviluppato in risposta  strane manie piromani

anniewilkes

Annie Wilkes – La zitella illibata. Prendi una donna illibata di circa quarant’anni con la passione per i nani da giardino, fai morire indegnamente la sua eroina sessualmente attiva e lasciala in una stanza con l’autore di tutto ciò. Otterrai il tipico venerdì sera di una frigida trentenne con il fuso orario su New York in attesa della puntata in streaming del suo serial preferito (pronta a stalkerare gli sceneggiatori di turno su Twitter se qualcosa va contro le sue previsioni). Annie Wilkes non è un incubo ma la cruda ed incredibile realtà con cui tutti possono scontrarsi ogni giorno, proprio per questo forse ci fa così paura.

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