"Ecco perchè ho deciso di fare la pornostar"
Bell Knox ha 19 anni e frequenta la Duke University, in Nord Carolina (USA): lo scorso febbraio il suo nome è finito sulla bocca di tutti quando, nel corso di un’intervista, ha candidamente dichiarato ad un tabloid locale di aver trovato un lavoretto per pagarsi gli studi. Un lavoretto nell’industria del porno. Nel paese della perversione occulta e del perbenismo manifesto, dove la spettacolarizzazione si insegna nella culla, la notiziola di un giornaletto locale è immediatamente balzata agli onori delle cronache, rendendo la giovane oggetto di polemiche, pubbliche accuse, minacce e oltraggi. Lei ha risposto con una lettera aperta: eloquente, educata, pratica, la studentessa scrive “Tutti mi chiedono perché lo faccio. La risposta è semplice: perché amo il mio lavoro. Come non amare un mestiere che ti permette di pagare $60,000 di retta universitaria, indossare abiti stravaganti, lavorare ad orari flessibili, conoscere gente attraente e interessante? In più – prosegue Belle – ho acquistato grande fiducia in me stessa da quando faccio questo lavoro. E alla fine della giornata sento di essermi guadagnata onestamente il mio stipendio”.
Ma essere pagati per fare sesso non da fastidio? “Anzi! Mi pareva divertente, per questo quando me l’hanno proposto la prima volta, ho accettato di fare un book fotografico” Stoya ha 28 anni e prima di diventare una star dell’azienda del sesso era assistente di un guerrilla marketer a Philadelphia. “Ho cominciato a farmi pagare per fare foto porno per arrotondare lo stipendio e perché mi divertiva, poi mi hanno offerto un lavoro in un film softcore e da allora quella è diventata la mia unica professione.” Insulti e minacce sono all’ordine del giorno “Una volta uno mi ha chiamato “t***a” al matrimonio di mia sorella. Da li ho capito che l’industria del porno, paradossalmente, è più rispettosa e dignitosa della società “per bene”. Stoya, che oggi è membro dell’APAC (Comitato Legale dell’Indusria dello Spettacolo Riservata ad un Pubblico Aduto) afferma che del suo lavoro adora il fatto che sia “[…] eticamente ineccepibile, perché non faccio del male a nessuno, e allegro, perché tutto ciò che ha a che fare con il sesso non può che essere divertente!”
Per Dylan Ryan, 27anni, che oltre al fare la porno star è anche impegnata nel sociale, è iniziato tutto per fare un favore ad un amico. “Lavoravo con questo tizio, Shine Louise Houston – racconta in un intervista all’ Huffington Post – e un giorno mi ha detto “Il mio sogno è aprire un’azienda del porno. Se un giorno ci riesco, mi prometti che reciterai nel mio primo film?” Quando gli ho detto si non avrei mai creduto che sarebbe accaduto davvero. L’ho fatto – prosegue – ed è stata un esperienza fantastica! Da allora non ho più smesso: è un lavoro gratificante, che mi permette di esprimere la mia personalità e la mia sessualità e questo mi fa sentire più forte, presente a me stessa e al mio corpo e capace di affrontare con maggiore leggerezza e coraggio le piccole e grandi difficoltà della vita”. L’unico neo di questo settore, per Dylan, è che il sistema produttivo e distributivo è nelle mani degli uomini “Solo le donne sanno veramente come rendere attraenti certe cose, per questo se fossero ai vertici delle industrie del sesso, sono convinta che tutto funzionerebbe meglio!” dice. “Ma quello che veramente non sopporto è quel modo in cui la gente ti tratta quando dici che sei una lavoratrice dle porno: come una vittima, come se fossi capitata lì perché sei stata violentata da piccola o perché non hai trovato nulla di meglio. Non è così, io amo il mio lavoro e lo sceglierei altre mille volte!”
Satine Phoenix, 34 anni, invece ha iniziato proprio per questo motivo “Mio padre abusava di me da bambina: fare film porno mi ha aiutato a fare pace con la mia sessualità, molto di più di quanto non abbia mai fatto un uomo” dice “Mi ha insegnato cosa significa avere il potere sessuale, essere protagonista e non vittima. Col tempo ho superato tutto questo e l’ho fatto solo perché mi piace fare sesso davanti alle altre persone, mi piace e basta”. Le sue ex colleghe che hanno abbandonato il mondo del porno per cercare lavori “normali” e socialmente accettati, vivono un vero e proprio incubo, “[…] un incubo fatto di menzogne, inganni, frustrazioni”. Lei, che oggi è diventata un’artista non rinnega il passato, “Ma quello che mi disturbava era il controllo che l’industria ha della tua immagine. Puoi essere artistica quanto vuoi, ma se un fotografo o un produttore decidono che devi fare la p*****a, devi farlo e basta! Ma questo succede per tutti i lavori”.