My Generation: perché le ragazze di “Non è la rai” piangevano – Video

2 Novembre 2013
Chiara Amendola
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piantoPrima di Maria De Filippi e dei Reality Show, quando il trash non era ancora diventato il nostro pane quotidiano, venne il giorno in cui una trasmissione tv aprì i salotti di casa ad una nuova era, quella in cui pudore e dignità venivano meramente abbandonati in nome dei “15 secondi di gloria”.

Probabilmente spetta proprio a “Non è la Rai” il merito di aver schiuso gli occhi degli addetti ai lavori verso il potenziale grottesco di cui era portatore il mezzo televisivo, trascendendo le “barriere” e sperimentando meccanismi ed idee ancora “sconosciute” alla nascente tv di stampo commerciale.

Solo una mente “diabolica” come quella di Gianni Boncompagni poteva partorire un format  in cui centinaia di ragazzine, lasciate allo stato di natura e prive di qualsiasi controllo sui propri ormoni, si dimenavano in succinti abitini firmati, intonando sguaiatamente motivetti, che di lì a breve, sarebbero diventati tormentoni stagionali.

Un inno alla femminilità enfatizzata nella sua peggiore espressione che si trasformò in un programma di culto seguito da aspiranti mannequin cerebrolese (che trovarono nella giovani protagoniste dei miti ambiti a cui propendere) e da uomini di età avanzata inconsapevoli del sex appeal delle nuove generazioni.

Scene di delirio in quelle due ore di diretta dove tra giochi e quiz di routine le presenti riuscivano, in una battaglia all’ultimo sangue, ad ottenere una breve inquadratura per essere riconosciute dagli spettatori ed entrare nel mito.

Teatrini che avrebbero fatto invidia allo stesso Ibsen e che raggiungevano l’apoteosi sui titoli di coda, quando la musica lasciava spazio alla platea indemoniata. Era allora che i cameramen potevano indugiare per qualche istante su quei fisici ancora infantili che si muovevano a suon delle peggiori note del decennio.

Si assisteva così ad atti pietosi al limite dell’esibizionismo in cui le scalmanate ragazze si abbandonavano a pianti disperati, senza mai perdere il ritmo delle braccia con la musica, pur di centrare l’obiettivo.

Anni dopo  le “sopravvissute” racconteranno che iniettavano del collirio negli occhi per ottenere l’effetto “lacrima da funerale”, il tutto pur di catalizzare la telecamera su di sé.

“Non è la Rai” chiuse i battenti, il 30 giugno del 1995, in un triste giorno che l’Italia ricorda ancora con amarezza (a causa di clausole contrattuali che non andarono a genio al caro Boncompagni). Per l’occasione si assistette ad un finale strappalacrime (questa volta lacrime vere) sulle note della hit “T’Appartengo”, la canzone che catapultò Ambra Angiolini nelle classifiche musicali italiane (ancora ci chiediamo il perché) assicurandole tre anni di vita post programma.

Tantissime le ragazze che sono scampate all’esperienza, ottenendo anche un discreto successo. Ma alle varie Ambra Angiolini, Sabrina Impacciatore, Claudia Gerini, di cui siamo ormai abituati a sentir parlare, e nella maggior parte dei casi in positivo, ci piacerebbe ricordare “l’avanzamento professionale” di alcune “beniamine” di cui oggi si sono perse le tracce.

 francescagollini03Francesca Gollini – Il taglio di capelli ed il fisico avvenente l’ aiutarono a distinguersi dalla massa e a cucirsi uno spazio suo durante lo show. Molti la associano al singolo di successo “Rosso”, colore che ha caratterizzato la sua carriera negli anni che seguirono. Agli inizi del 2000 la Gollini si è data infatti al Softcore, realizzando due video erotici e posando per un calendario sexy insieme alle sue ex compagne di avventura Ilaria Galassi e Roberta Michelino

 

 

 

ilaria galassi

Ilaria Galassi – Stella promettente del programma ma le sue condizioni di salute (un problema alla gamba e successivamente un aneurisma cerebrale) hanno impedito alla sua carriera di esplodere. Questo naturalmente prima di entrare nel cuore di Maurizio Costanzo che la usò per incrementare l’audience dei suoi show, spiattellando la sua tragedia in tv.

 

 

Mary PattiMary “Patty” – Panterona bionda dallo sguardo magnetico. Dopo aver cercato di sfondare nella trasmissione con “Il gioco della nonna” (il cui nome dopo infiniti tentativi falliti venne a galla lasciando perplessità e frustrazione nel pubblico), perse notevole presenza all’interno dello show. Più deludente l’after. E’ apparsa in alcuni fotoromanzi all’interno di Grand Hotel per poi diventarne produttrice (non aggiungiamo altro, la storia è triste di per sé).

 

pamelaPamela Petrarolo – Degna espressione di ciò che è stato. Dopo il debutto come cantante nazional popolare all’interno della trasmissione, venduta al pubblico ingenuo come l’Anti – Ambra, entra nelle grazie di Mamma Barbara D’Urso che con la partecipazione al reality “La Fattoria” le garantisce tutt’oggi ospitate puntuali all’interno dei suoi salotti.

 

 

 

Riviviamo insieme i momenti struggenti di quell’ultima puntata


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