Ruby bis: Nicole Minetti e l'amore vero per Silvio

8 Giugno 2013
Cristiano Nesta
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Ieri è stato il giorni di Nicole Minetti al processo ‘Ruby bis’ in cui ricordiamo, l’ex consigliere regionale del Pdl è imputata insieme a Emilio Fede e Lele Mora. «Vorrei anzitutto dire che questa storia ha scatenato su di me, e solo su di me, una feroce campagna di diffamazione – ha dichiarato l’ex igienista dentale “scortata” dai suoi legali –, una campagna portata avanti da giornali, tv e web senza precedenti, fondata su cattiveria e malvagità sulla cui origine bisognerebbe indagare». Ecco un estratto delle dichiarazioni della Minetti.

minetti-processo-ruby-300x225Il suo arrivo a Milano – «Sono arrivata a Milano nel 2006, a 21 anni, per seguire il corso di laurea in igiene dentale. Ho accompagnato i miei studi cercando di fare qualche lavoretto, la hostess a eventi e fiere. Alla fiera del ciclo e motociclo, nel 2008, ho stretto per la prima volta la mano all’allora presidente. Riuscii ad entrare nel corpo di ballo di Colorado café solo grazie alle mie doti, e qui conobbi Maristhelle Polanco che mi parlò con riconoscenza del presidente. Quando lo incontrai lo dissi a Berlusconi. Mi apparse molto lusingato e iniziò un discreto corteggiamento da parte sua anche tramite la Polanco. Mi invitò tramite lei alle cene – ha continuato l’imputata – fui da subito affascinata dalla personalità e dal carisma che esercitava su di me (Berlusconi ndr). Nacque una grande amicizia che sfociò in una relazione. Tengo a precisare una volta per tutte che si trattava di un sentimento vero e sincero». «Al di la […] delle certe quanto maliziose strumentalizzazioni che ha subito e subirà questa storia, tengo a precisare in quest’aula di Tribunale una volta per tutte che il mio è stato un sentimento d’amore vero nei confronti di Silvio Berlusconi. Era chiaro – ha poi sottolineato l’ex consigliere regionale – avendo noi una relazione sentimentale, che egli sarebbe stato felice di aiutarmi. Avevo espresso il desiderio di cimentarmi in politica e quasi per caso, si presentò un’occasione importante durante la preparazione delle liste per le elezioni del Consiglio Regionale in Lombardia: il presidente mi disse che don Verzé, l’allora rettore del San Raffaele, avrebbe avuto piacere di avere un esponente del suo istituto all’interno del Consiglio e siccome lo stesso Don Verzé in più occasioni si era espresso con giudizi lusinghieri nei miei confronti venne quasi spontaneo pensare a me. È inutile dire che con una gioia pari alla inconsapevolezza decisi di accettare la proposta – ha concluso la Minetti – grazie al listino bloccato».

«Sono accusata – ha ripreso – con un puro teorema basato su un malcelato moralismo. Spero che il tribunale mi faccia giustizia distinguendo tra giudizi morali e responsabilità penali».

Su Ruby – «L’ho conosciuta ad Arcore nel febbraio 2010. Non ho mai avuto modo di dubitare che la sua età fosse quella dichiarata». Per quanto riguarda la notte tra il 27 e il 28 maggio del 2010 quando la Minetti prese in affidamento la giovane marocchina, questa è la sua versione: «La notte del 27 maggio mi sono presentata in questura in base alla volontà del presidente Berlusconi di aiutare una persona che solo in quel caso si era rivelata essere una minore. Pensavo di fare del bene. Un atto formale per consentirle di tornare a casa sua e non passare la notte in questura».

Insomma, vero amore e atti misericordiosi. E noi che continuiamo a giudicarla povera Nicole. Che santa donna.

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