Intervista a Max Gazzè: “La mia canzone sulla chiusura mentale che divide il nostro Paese”

15 Febbraio 2013
Chiara Amendola
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GazzèUn brano che parla di ‘chiusura’ come atteggiamento assunto su determinate tematiche da parte del mondo laico e quello religioso. Un testo complesso e ricco di momenti di riflessione nato dopo l’incontro casuale con due Testimoni di Geova. Max Gazzè arriva sul palco dell’Ariston con lo stile di un fuoriclasse. La sua ritmata ‘Sotto casa’ affronta tematiche sociali molto attuali con un ritmo incalzante che ha scatenato la platea sanremese. Max che crede nella religione del cambiamento, con la consapevolezza stoica di chi segue il proprio istinto si dichiara fiducioso per il destino del nostro Paese e commenta: “Anche il Papa ha detto di aprire le porte”…

La tua partecipazione a Sanremo rappresenta un ritorno a casa sotto tutti gli aspetti…

In effetti si perché ‘Sotto casa’ è il mio ottavo album ed anche il disco che segna il mio ritorno con l’etichetta Virgin, inoltre partecipo a Sanremo dopo l’esibizione del 1999 e del 2000 sempre con Fazio.

Come vivi questo tuo quarto festival?

Stare qui dopo tanti anni è bello, si può dire che sono il più vecchio dopo Elio. Inoltre ho incontrato tanti amici come Silvestri e Cristicchi che provengono dalla mia stessa città.

‘Sotto Casa’ è il brano scelto da pubblico e critica per gareggiare a Sanremo, come nasce?

Sotto casa è nata dopo un avvenimento reale. Mentre un giorno io e mio fratello lavoravamo al disco due ragazzi hanno bussato alla porta, erano due testimoni di Geova ed abbiamo deciso di ascoltare quello che avevano da dire. Dopo l’incontro Io e Francesco abbiamo riflettuto sull’episodio ed abbiamo ipotizzato quello che sarebbe successo se nessuno gli avesse aperto. E quindi c’è venuto in mente un monologo fuori la porta. In realtà si tratta di un discorso molto più ampio perché rappresenta una riflessione sulla ‘chiusura’ tra il mondo laico e quello credente.

E’ vero che hai dovuto cambiare il testo per evitare incomprensioni?

Si il brano nasce con la strofa che termina con la frase ‘e porto Dio’ ma era un’assonanza’ eccessiva e poteva essere scambiata per qualcosa di diverso quindi ho preferito cambiare la parola. Non ho intenzione di offendere nessuno.

A proposito di chiusura volevo che tu commentassi l’esibizione di martedì di Stefano e Federico e del ‘mancato’ bacio tanto atteso…

Un bel peccato. Purtroppo in Italia con queste cose siamo indietro. Bisogna avere pazienza ma ci stiamo arrivando. La chiesa è un mastodontico gigante ed ha bisogno dei suoi tempi per muoversi. Sono però fiducioso, avremo anche noi le nozze gay. Il Papa oggi diceva che bisogna ‘Aprire le porte’, so che presto la situazione cambierà nel bene anche per noi.

Per la serata dedicata a Sanremo Story hai scelto un brano di ‘Nada’…

Domani sera canterò ‘Ma che freddo fa’ di Nada, un brano bellissimo scritto da Migliacci e Martone, la cosa interessante è che la interpreterò senza modificare il testo, magari mi vestirò anche da donna…

In un ipotetico duetto con uno dei big in gara con chi ti piacerebbe esibirti?

Mi piacerebbe provare a cantare con una donna, Chiara, Malika o Annalisa, trovo che sarebbe una bella fusione di stili.

In questi anni hai avuto modo di farti notare anche per le tue capacità di attore, dapprima nel film ‘Basilicata Coast to Coast’ e successivamente nel musical ‘Jesus Christ Superstar’…

In ‘Basilicata coast to coast’ c’è stato un bel lavoro per costruire il mio personaggio. Non è stato facile perché implicava una trasformazione temporale. E’ stato molto stimolante e spero di poter ripetere una performance analoga interpretando ruoli interessanti come quello. Anche in ‘Jesus Christ Superstar’ ho avuto un personaggio con un’interpretazione ‘dadaista’. Devo dire che mi piace molto recitare. L’ho sempre fatto, anche in passato con dei cortometraggi, i miei stessi videoclip hanno un’impostazione più cinematografica che fotografica.

Nel tuo album c’è un pezzo che s’intitola la mia libertà… qual è la tua libertà?

La mia libertà è osservare serenamente le cose che cambiano senza resistere. Un’ideologia un po’ zen.

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