Caso Ruby: le dichiarazioni di Grazia Randazzo e Caterina Pasquino
Grazia Randazzo, la madre di Sergio Pennuto, ex fidanzato siciliano dell’ormai famosa Ruby “Rubacuori”, è intervenuta oggi nel processo in corso a Milano in cui Silvio Berlusconi risponde di concussione e prostituzione minorile, chiamata come testimone dal pm Antonio Sangermano: «Ruby, a me, come al presidente Berlusconi, stando a quanto mi riferì lei stessa, aveva detto di essere egiziana e di avere 24 anni».
Alla donna, la ragazza disse di essere egiziana ma non di essere la nipote di Mubarak. Da una telefonata intercettata nel settembre del 2010 tra Ruby e la teste, letta questa mattina in aula, emerge che Karima diceva di aver «sempre negato con Berlusconi di essere minorenne per non metterlo nei casini». La Randazzo riferisce inoltre che «Silvio Berlusconi si occupò dell’affidamento di Ruby a Lele Mora». Ruby «Mi parlò di Lele Mora – ha aggiunto la signora Grazia – in quanto stava facendo l’affidamento» e disse di aver conosciuto Emilio Fede, ha proseguito la teste. Successivamente in un altro incontro la donna ha riferito di aver saputo da Ruby che «anche Berlusconi si interessò del suo affidamento. Ma io non le ho mai creduto – ha aggiunto – perché la ragazza era fantasiosa». La testimone ha inoltre spiegato al collegio che la giovane marocchina le confidò di essere stata anche «a casa del presidente per delle cene», una volta «per una cena tricolore», dove le portate avevano «i colori della nostra bandiera» e una seconda volta dove «parlarono anche dell’affido».
In aula oggi a Milano è intervenuta inoltre la giovane cubista Caterina Pasquino, ex coinquilina di Ruby: è stata lei, in qualche modo, con la sua denuncia per un furto di 3.000 euro, a dare il via al caso che coinvolge l’ex premier. In seguito alla sua segnalazione, infatti, Ruby venne fermata e condotta in Questura la sera del 26 maggio del 2010 (Adnkronos).
«Una volta al telefono Ruby mi disse che era da Silvio Berlusconi, che si stava spogliando, che avrebbe ballato e fatto sesso. Ma poi disse che stava scherzando» racconta la Pasquino. Tra molti “non ricordo”, la teste afferma che Karima (che ospitò a casa sua dal gennaio al maggio del 2010) diceva di avere 19 anni e di essere egiziana da madre brasiliana. Ruby aveva molti soldi – ha spiegato la teste – spesso tanti e in contanti, «una volta fino a 5.000 euro, ma a me diceva che in parte provenivano dalla sua famiglia, in parte dall’ex premier che l’aiutava». Alla Pasquino Ruby non parlò mai di prostituzione, diceva che ballava nei locali. Disse inoltre di conoscere bene Lele Mora. Ed è proprio all’ex agente dei vip che la Pasquino si rivolge quando Karima le ruba 3.000 euro. Ma Mora, dice oggi la teste, mi disse «è una pazza. Denunciala».
Sui rapporti tra Ruby e Berlusconi, le dichiarazioni di Caterina Pasquino spesso sono contrastanti. All’ispettore Albanese, che raccolse la sua denuncia, in un primo momento dichiarò che la ragazza le aveva detto «di avere fatto sesso con Berlusconi». Poi, in un sms inviato all’ispettore dopo la sua denuncia e a indagini in corso, sms letto oggi in aula, la donna scrive: «Ruby non mi ha mai detto di essere andata a letto con il presidente. Non le credevo. Ho ospitato una pazza. La verità non la so, so solo le sue falsità. E ora mi ritrovo senza un lavoro, senza una casa e senza soldi».
Quanto alla sua denuncia di furto, la Pasquino conferma di averla ritirata perché convinta dai legali a rimettere la querela in cambio della restituzione della somma rubata. «Ma Ruby mi ha fatto un danno per la seconda volta – ha dichiarato la teste – perché quei soldi non li ho mai più rivisti». «Karima mi ha devastato la vita. Chiederò i danni» ha concluso la Pasquino.
Caterina Pasquino tra le varie cose ha inoltre ricordato che il 27 maggio del 2010, quando denunciò la minorenne per il furto di tremila euro e di alcuni oggetti, ricevette delle minacce via telefono da una donna che poi ha saputo essere Michelle De Conceicao, la brasiliana che si presentò insieme a Nicole Minetti in questura quando Ruby venne rilasciata dopo una telefonata dell’allora presidente del Consiglio. E quando il Pm Antonio Sangermano le ha fatto notare che quel giorno ci furono moltissimi contatti telefonici tra lei e la Conceicao, Caterina Pasquino ha detto di non ricordarsi eccetto delle minacce ricevute del tipo «ti faccio il c…».
C’è molta confusione intorno al caso Ruby ed ogni tanto qualcosa di nuovo esce fuori. Chissà come andrà a finire. Purtroppo qualcuno sa già la risposta… Un ciclo che si ripete, e si ripete, e si ripete…