Ballerina denuncia allarme anoressia alla Scala e viene licenziata
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“Una ragazza su cinque è anoressica”, “Una su sette non ha più il ciclo”, “Molte non riescono ad avere figli”, “Le danzatrici gareggiano, oltre che per essere le migliori sul palco, anche per chi mangia meno”, “Nei corpi di ballo si verificano storie di corruzione, di minacce e di compromessi, per mantenere il proprio posto sul palco”
Queste le dichiarazioni che sono costate il posto a Mariafrancesca Garritano, ex ballerina della Scala di Milano, all’indomani dell’uscita del suo libro “La verità, vi prego, sulla danza” e dell’intervista rilasciata al giornale inglese “The Observer”.
A sollevare la patina dorata che da sempre ha avvolto l’affascinante mondo della danza, sogno di ogni bambina ed eccellenza tutta italiana che il mondo ci invidia, una 33 anni con contratto a tempo determinato presso la Scala di Milano.
Il caso, attualmente in mano ai legali dell’ex danzatrice, sarà trattato anche stasera nel corso della popolare trasmissione tv Le Iene che ha raccolto testimonianze di ballerine (“Tutti i giorni ti fanno delle osservazioni, “sei un alieno, hai la testa troppo grossa, il bacino troppo corto, le gambe troppo lunghe) e madri di allieve (“Mia figlia ha disturbi alimentari come tutte le sue compagne. Si guardano ossessivamente tra loro, si controllano il peso. Quasi tutte le ragazze in Accademia sono in amenorrea”) pronte a confermare la versione di MaryGarret, questo il nome d’arte dell’artista, nominata “solista” sul campo dopo la replica in Polonia del balletto Jewels di Balanchine.
Secca e lapidaria la replica della Scala che rompe un silenzio durato ormai da troppo tempo “Non esiste un’emergenza anoressia e chiunque graviti attorno alla nostra realtà lo sa bene”, “Siamo rimasti basiti e amareggiati. Ci siamo sentiti strumentalizzati – si legge ancora nel documento del Corpo di Ballo, che allude ad una possibile manovra commerciale dell’indimenticabile Odette del Lago Dei Cigni per incrementare le vendite del suo libro – Si parla di allarme alla Scala. Tutto ciò non solo è falso ma è anche lesivo per l’immagine della compagnia e dei suoi singoli elementi”. E alle richieste di rassicurazioni avanzate dall’assessore al Benessere del Comune di Milano, Chiara Bisconti, la Scala ha risposto “Non c’è la presenza fissa di un dietologo per la mancanza di casi critici. […] Ogni anno i nuovi allievi sono sottoposti a visite cardiologiche e ortopediche. Poi durante l’anno ci sono controlli, il servizio medico ortopedico è presente due volte la settimana mentre tutti i giorni c’è il fisioterapista”. Sul caso specifico del rischio anoressia, la Scala ha specificato “Per quanto riguarda l’alimentazione, gli alunni che hanno dei problemi sono indirizzati a tre medici dietologi e questo vale nel caso in cui l’allievo/a ingrassa o dimagrisce per effetto di una dieta non equilibrata, oppure nel caso di aumento di peso dovuto al passaggio in età adolescenziale, ma sempre dal punto di vista della corretta ed equilibrata assunzione di carboidrati, proteine e zuccheri per un atleta”.
Ma ciò non è bastato a scalfire l’impatto che le dichiarazioni della Garritano hanno suscitato su un opinione pubblica per cui “l’anoressia tra le ballerine è storia vecchia”: lo stesso scandalo che travolse un paio di anni fa l’Opera di Parigi, che il quotidiano francese Libération aveva trattato in termini durissimi parlando di una vera e propria “persecuzione morale” nei confronti delle danzatrici e raccogliendo testimonianze come “Ti demoliscono, ti dicono “non arriverai a niente”, “sei troppo grasso” si abbattono come un ciclone sul teatro milanese tanto da arrivare ad essere argomento del prossimo consiglio di amministrazione della Scala, in cui è già fissato, come ordine del giorno, il tema del licenziamento di Maria Francesca, su cui di recente si è espresso anche il Sindaco Pisapia, nelle sue vesti di Presidente del Teatro“L’anoressia è un tema troppo delicato per parlarne con serenità – ha dichiarato – nel prossimo cda porrò il problema e mi informerò. So per certo che la Scala su questo tema è molto attenta”.
E mentre il capogruppo dell’IdV in Provincia di Milano Luca Gandolfi ha presentato un’interrogazione chiedendo che venga organizzata un’audizione della Direzione della Scala in Commissione Cultura e Garanzia e Controllo, a cui ha invitato anche la ballerina licenziata, per il partito, “senza giusta causa” in quanto “La Scala è una partecipata della Provincia e il Consiglio non può non prendere una posizione”, contro la Garritano, a sorpresa, si sono schierate le sue colleghe: niente attestati di solidarietà, niente appelli ai giornali, né condivisione delle denuncie sui disturbi alimentari.
Le ballerine della Scala non non hanno condiviso le denunce di Mariafrancesca e lo scorso marte, in una breve assemblea, hanno bocciato il testo preparato dai delegati sindacali che definiva una misura eccessiva il licenziamento. “Come corpo di ballo – ha spiegato Luigi Saruggia, delegato Uil dei danzatori – ci dispiace di quanto è successo ma non vogliamo più essere strumentalizzati. Da nessuno”. Secca la replica dell’interessata “Sicuramente ho ricevuto molti attacchi, come se io volessi farmi pubblicità. Invece, ho rivelato episodi che hanno fatto parte della mia vita e avrei voluto servissero ad altre ragazze, per non farle cadere nell’incubo dell’anoressia o della bulimia”. Mariarancesca ha infatti raccontato di aver perso sua madre ad 11 anni e di essersi trasferita a Milano poco dopo, all’età di 16 anni, per inseguire un sogno condiviso da molte sue coetanee. “Sono entrata subito nella scuola del Teatro alla Scala e poi nel corpo di ballo – prosegue – Quando ero a scuola di danza molte ragazze, me compresa, non avevano più le mestruazioni per via delle diete punitive alle quali si sottoponevano. Andavano avanti con un frutto e uno yogurt al giorno, affidandosi all’adrenalina per arrivare alla fine delle prove. Io mi sono abituata a questo disagio come se fosse una condizione normale, ma non lo è”. Uno scenario che ricorda molto quello descritto con estremo realismo dal recente successo di Hollywood “Black Swan” (Il cigno nero), in cui la bella Natalie Portman veste i panni di una problematica e competitiva ballerina classica e che arriva in un momento in cui la blasonata arte della danza è nell’occhio del ciclone: solo qualche mese fa la stessa Mariafrancesca, insieme alle due colleghe Podini e Galasso, aveva denunciato pubblicamente lo sperpero di denaro in atto per portare in scena lo spettacolo “Raimonda”, cosa che la Scala non le aveva mai perdonato. Ma oltre a lei, attualmente, sono molti i ballerini scesi dalle punte per protestare contro un mondo divenuto sempre più duro in cui bravura, forza di volontà e – in molti casi – diete estreme non bastano ad emergere: Eleonora Abbagnato, première danseuse all’Opéra di Parigi, ha dichiarato a tabloid emedia di tutto il mondo che “la danza è morta” ed ha iniziato ad esibirsi in film, spot, videoclip mentre Sergej Polunin, etoile ucraino in forza al Royal Ballet, ha manifestato il proprio disagio abbandonando di brutto la compagnia postando poco dopo su Twitter “Chi conosce qualcuno che vende eroina?”.
Tempi bui per tutti, insomma, anche per chi ha fatto della danza la sua unica ragione di vita e oggi si ritrova, a 30 anni passati, senza lavoro. Quale futuro per Mariafrancesca? Per adesso si dedica all’associazione per la lotta all’anoressia“Mi Nutro Di Vita”, di cui è divenuta socia onoraria. In attesa che la legge le dia ragione.