Oggi, tre anni fa, la morte di Osama bin Laden
Esattamente tre anni fa, il 2 maggio del 2011, moriva Osama bin Laden, il leader dell’organizzazione terroristica islamica Al Qaeda. All’annuncio della sua cattura e della sua morte, diffuso dal presidente Obama su tutte le televisioni americane, seguirono diverse manifestazioni di gioia, migliaia di persone festanti si riversarono per le strade di diverse città, tra cui New York, probabilmente le stesse persone che dieci anni prima avevano pianto i morti dell’attentato dell’11 settembre.
A tre anni di distanza sono ancora troppi i dubbi, i misteri, legati alla morte di bin Laden; nessun video dell’operazione che ha portato al suo arresto, nessuna foto del suo corpo privo di vita, nessuna del suo funerale, avvenuto su una portaerei secondo il rito islamico, dunque nessuna prova tangibile della sua morte. C’è infatti chi crede che sia ancora vivo e che la storia raccontata Navy SEALs statunitensi, autori blitz alla sua residenza a Abbottabad, in Pakistan, sia in realtà una grande frottola, inventata per accontentare il desiderio di giustizia del popolo americano. Il governo di Washington fin da subito dichiarò di aver disperso in mare il corpo di bin Laden, dopo il suo funerale, per evitare che la sua tomba diventasse un luogo di culto, e un possibile obiettivo del terrorismo internazionale.
Obama annuncia la cattura di Osama bin Laden. Guarda il video:
Ma cosa voleva Osama bin Laden? Come comunicava con i suoi? Chi l’ha protetto per tanti anni? Rispondere a queste domande ora forse è possibile. George Friedman, nel suo libro “The Next Decade”, ritiene che lo scopo di bin Laden fosse, nel lungo termine, ridefinire la realtà geopolitica del Medio Oriente, rifondare il califfato che aveva dominato la regione dal VII secolo fino alla caduta dell’Impero Ottomano. Osama voleva ripristinare il ruolo centralizzato dell’Islam e auspicava che i Paesi del mondo islamico rovesciassero i loro governi e li sostituissero con regimi favorevoli ad seguire i suoi propositi. Nel 2001 l’unico Paese a condividere la sua visione era l’Afghanistan, e per tale ragione divenne la base delle operazioni dell’organizzazione terroristica. Bin Laden viveva in Pakistan fin dal 2005, secondo quanto confermano fonti americane e straniere, e con ogni probabilità è stato coperto dalle autorità pakistane, che non potevano non sapere della sua presenza ad Abbottabad. Osama, nel suo nascondiglio non poteva comunicare con il mondo esterno utilizzando i tradizionali canali di comunicazione, e infatti dopo l’operazione che ha portato alla sua cattura, è emerso che il capo spirituale di Al Qaeda aveva qualcosa in comune con i boss della mafia, cioè usava i pizzini. Ad incastrare bin Laden sono stati quindi i messaggi scritti su carta di suo pugno e destinati a suoi seguaci, che forse hanno voluto e permesso il suo arresto e la sua morte. Oltre ai piizzini, a rivelare la sua posizione sarebbero state anche le bottiglie di shampoo e bagnoschiuma di marca che arrivavano in grande quantità al palazzo in cui viveva, e che servivano per le esigenze personali delle sue mogli e dei suoi tanti figli.
L’India Today in un articolo pubblicato in occasione di questo anniversario, ha rivelato le 10 cose che tutti dovrebbero conoscere riguardo la vita e la figura del leader di Al Qaeda.
Primo: si tratta di uno dei maggiori segreti e misteri di bin Laden: Osama per non farsi riconoscere e identificare dai droni e dalle spie satellitari, era solito indossare un capello da cow boy.
Secondo: uno squallido dettaglio, nel nascondiglio del leader di Al Qaeda, il commando militare che il 2 maggio 2011 ha effettuato il suo arresto, ha trovato una collezione “abbastanza vasta” di film porno, tutti moderni.
Terzo: dal diario personale di Osama bin Laden risulta che il leader del terrorismo islamico progettava di uccidere migliaia di persone, stava infatti pianificando diversi attentati a treni o aeroplani, da portare a termine in date simboliche, come l’anniversario dell’attento dell’11 settembre 2001.
Quarto: dal 2005, anno in cui si era stabilito nella sua residenza in Pakistan, Osama non è mai uscito dal suo nascondiglio, situato al piano più alto del palazzo di Abbottabad. Bin Laden non ha mai interrotto la prigionia che si era auto-imposto neanche quando si ammalava e necessitava di farsi visitare da un medico.
Quinto: uno dei dettagli più sconvolgenti. Appena dopo gli attentati del 2001, l’auto su cui viaggiava bin Laden è stata fermata per eccesso di velocità. Osama aveva deciso di radersi il viso, per cui l’agente, senza la sua conosciutissima barba, non fu in grado di riconoscerlo. L’autista seppe gestire la situazione ed evitare controlli più approfonditi. Una maggiore accuratezza nei controlli da parte di quell’agente e la latitanza di bin Laden, durata dieci anni, si sarebbe conclusa già nel 2001.
Sesto: gli Stati Uniti tramite il capo dell’ISI, Gen Ahmad Shuja Pasha, sono venuti in possesso dell’informazione che il terrorista più ricercato al mondo si nascondeva in Pakistan. Le autorità pakistane tuttavia hanno continuato a negare di sapere dove fosse il nascondiglio di bin Laden.
Settimo: Bin Laden era mancino e di solito camminava aiutandosi con un bastone. Da chi l’ha conosciuto viene descritto come un uomo dalla carnagione olivastra, la voce calma e le maniere gentili.
Ottavo: bin Laden durante gli anni di latitanza in Pakistan ha avuto quattro figli da una delle sue mogli. Poiché la donna non parlava urdu, ma solo arabo, il marito le raccomandava di fingersi sordomuta ogni volta che si recava in ospedale per partorire, onde suscitare possibili sospetti.
Nono: Osama bin Laden era un fanatico fino al midollo. Era convinto che l’Afghanistan fosse l’unico paese islamico al mondo, e continuò fino alla fine ad aizzare l’ira dei musulmani perché si ribellassero alle ingiustizie perpetuate contro di loro da parte degli occidentali.
Decimo: il capo di Al Qaeda era un fine poeta e un ottimo conoscitore di opere letterarie. Una delle sue poesie di intitola : “The Travail of a Child Who Has Left the Land of Holy Shrines.”