Napoli e la devozione per Santa Maria Francesca delle Cinque piaghe
Passeggiando per via Toledo, cuore pulsante dello struscio del centro di Napoli, non ci si fa quasi caso, sarà perché è un comune cartello marrone un po’ ammaccato, di quelli per le indicazioni turistiche, come ce ne sono tanti. Eppure, se lo si nota ma soprattutto, se si segue la via che indica, si può scoprire uno degli aspetti più particolari e carichi di spiritualità della città, di quelli che si trovano soltanto nel capoluogo partenopeo. Il santuario di Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe è uno dei luoghi di culto tra i più caratteristici della città, cui è legata una devozione che affonda le proprie radici nel Settecento. La religiosa è oggetto di culto da parte delle donne sterili o in gravidanza, che da sempre si rivolgono a lei per ottenere la grazia di avere un figlio.
LA STORIA DELLA SANTA – Maria Francesca, al secolo Anna Maria Rosa Gallo, nacque all’inizio del Settecento a Napoli, proprio nei Quartieri Spagnoli. Sin da piccola manifestò una fortissima fede, grazie anche agli insegnamenti della madre, donna molto religiosa. La sua grande devozione le consentiva di sopportare con pazienza i maltrattamenti del padre, uomo molto violento e delle sorelle. Anna Maria aveva scelto di offrire le sue sofferenze a Dio per la salvezza delle anime. Ben presto la sua bontà e mitezza d’animo divennero molto note tra gli abitanti dei Quartieri, che la soprannominarono “La Santarella”. Sembra addirittura che già dall’infanzia, ben due frati alcantarini, successivamente canonizzati, ne predissero la santità. Nonostante avesse espresso la volontà di farsi suora già a sedici anni, non fu facile per Anna Maria vincere la resistenza del padre, che aveva progettato per lei il matrimonio. Infine però la giovane riuscì nel suo intento e prese i voti col nome di Maria Francesca delle Cinque Piaghe, in onore alla sua devozione alla Passione di Cristo, alla Madonna e a San Francesco. Maria Francesca ricevette le stimmate e si diceva che ogni Quaresima avvertisse i dolori della Passione; inoltre, pare avesse anche riconosciute doti profetiche, tanto che molti sacerdoti e persone di fede erano soliti consigliarsi con lei. Morì nel 1791, venne canonizzata nel 1867 da Papa Pio IX ed è la prima Vergine Santa di Napoli.
PATRONA DI NAPOLI – La chiesa è situata in un vicoletto dei celebri Quartieri Spagnoli, uno di quelli stretti e un po’ bui, dove a tratti sembra quasi di essere inghiottiti nel ventre di Napoli. Riconoscerla non è difficile ma non è merito di un’insegna più visibile ma della folla di donne di ogni età, spesso accompagnate da bambini, che si accalca dinnanzi ad essa. Nello stesso edificio dov’è situata la chiesa, c’è anche quella che fu la casa della Santa, oggi trasformata in santuario, che è visitabile soltanto il 6 di ogni mese, a memoria del giorno in cui Maria Francesca morì. In questo giorno ci sono talmente tante persone che si fa quasi fatica ad entrare in chiesa e ad accedere all’angusta scala che conduce al suo appartamento-santuario. Il culto per la “Santarella” a Napoli è fortissimo: molti non lo sanno ma è con San Gennaro tra i patroni della città e in particolare, proprio dei Quartieri.
LA DEVOZIONE – Capire e soprattutto spiegare questa devozione non è facile, come forse non lo è mai in questi casi. Probabilmente, è tutto da ricondursi al fatto che Maria Francesca avesse un diretto contatto con Dio, il che la rende la perfetta intermediaria per una grazia così importante come quella d’aver un figlio. In cima alla scalinata, davanti alla porta della casa, c‘è una madre che allatta la sua bambina, che si chiama Maria Francesca, naturalmente in onore della Santa. Una scena che racchiude tutto il sentimento, l’enorme fede che le persone ripongono in lei, un’immagine che vale più di mille parole. Entrando nel santuario se ne ha un’ulteriore riprova: ci si trova davanti a una parete letteralmente tappezzata di fiocchi rosa e azzurri, ex voto che vengono non solo da Napoli ma da tutto il mondo, perché il potere della Santarella non conosce confini geografici.
IL RITO DELLA SEDIA – Uno dei motivi per cui si visita questo santuario è per sedersi sulla sedia di Maria Francesca, dove si diceva si sedesse per riposare un po’ quando avvertiva i dolori della Passione di Cristo. Chi desidera avere un figlio o pregare affinché la propria gravidanza vada bene,si accomoda sulla sedia recitando una preghiera, mentre una suora passa la reliquia della Santa sul ventre di chi chiede. Ma come sempre accade in queste cose, questo piccolo rito da solo non basta perché bisogna avere fede, senza esitare neanche un momento. “Anche se il figlio non arriva, non bisogna disperare” si sente la voce del prete, che dal piano inferiore, in chiesa, sta recitando l’omelia “il Signore agisce in tantissimi modi. Se il figlio non arriva ma si ha sempre vicino un compagno che ci ama, si è ricevuta una grazia altrettanto grande, quella dell’amore”.