'ndrangheta, arrestati "il Principe" e "il Pablo Escobar italiano"
Sono stati operati due arresti di rilievo internazionale nel giro di poche ore.
Roberto Pannunzi, detto “il Pablo Escobar italiano“, boss della ‘ndrangheta, è stato arrestato dalle autorità colombiane mentre si trovava in un centro commerciale di Bogotà.
“Il Principe“, Massimiliano Avesani, invece, è stato arrestato a Roma.
Costoro sono due responsabili del traffico internazionale di droga, tra l’altro collegati l’uno all’altro da fitti rapporti d’affari.
Massimiliano Avesani, 52enne, fino a oggi latitante con una condanna a 15 anni per traffico internazionale di stupefacenti, è famoso per essere riuscito a conciliare gli interessi della ‘ndrangheta, della Banda della Magliana e di varie bande di altre organizzazioni criminali. Ovviamente non il solo, ma uno dei tanti vertici di un sistema internazionale che permette la convivenza degli interessi di bande appartenenti a organizzazioni criminali diverse con il fine di importare tonnellate su tonnellate di cocaina ogni mese.
“Il Messaggero” riporta il passo dell’ultimo libro di Roberto Saviano in cui si parla di Avesani, sottolineando i suoi stretti rapporti d’affari con il boss della ‘ndrangheta Roberto Pannunzi: “I boss della n’drangheta sono ancora più furiosi: ritengono il siciliano corresponsabile del pasticcio che minaccia di mandare all’aria l’enorme operazione e dal quale in più hanno dovuto tirar fuori a suon di milioni di dollari. A questo punto i siciliani vengono estromessi. Fuori Cosa Nostra. A prendere la situazione in mano ora è il solo Pannunzi, che decide che sarà la Spagna ad accogliere il carico. Non è un problema: anche li ha i suoi agganci e li ha Massimiliano Avesani, chiamato il Principe. Il Principe è un ricco romano legato a Pannunzi e alle n’drine calabresi. Da diversi anni è rispettato proprietario di un cantiere navale a Malaga. Pannunzi ha capito che le polizie di mezzo mondo cercano di seguire il percorso. Ma stavolta i calabresi e i loro complici non commettono errori, usano un linguaggio altamente criptico e cambiano di frequente i numeri di telefono. Gli inquirenti perdono ogni traccia. Il 15 ottobre 2002 la nave arriva in Spagna e il viaggio travagliato della coca termina nelle mani sicure di Avesani”.
Massimiliano Avesani era il responsabile della distribuzione della cocaina sudamericana in Europa e della fornitura di hashish dall’Africa. È riuscito, negli anni, a muovere intere motonavi cariche di stupefacenti: nell’operazione collegata al suo arresto furono sequestrate 17 tonnellate di hashish su una motonave e oltre 2 tonnellate di cocaina su un’altra.
L’uomo è stato arrestato nel suo appartamento romano del quartiere Torrino. Il “Principe”, al momento dell’arresto, ha finto di essere Giovanni Battista, ovvero la sua finta identità di cui aveva vari documenti falsi. Solamente quando la Polizia ha mostrato di averlo palesemente riconosciuto, in caserma, ha deciso di riconoscere di essere Avesani.
Roberto Pannunzi, ormai 65enne, è un boss della ‘ndrangheta famoso per la sua specializzazione nel traffico internazionale di droga: la sua difficile collocazione all’interno di una ‘ndrina è dovuta al fatto che ha sempre lavorato per più di una famiglia. Roberto Pannunzi è un elemento rilevante a livello internazionale: grazie alla sua capacità di contrattazione e abilità strategica (che include anche un matrimonio combinato tra il figlio e la figlia di un boss del cartello di Medellin) è riuscito negli anni ad avere una posizione di riguardo nelle contrattazioni per le forniture di droga. Sulla sua testa pendono varie ordinanze di custodia cautelare, soprattutto per i reati di traffico internazionale di stupefacenti e associazione a delinquere di stampo mafioso.
Il “Los Angeles Times” parlò dell’analisi della figura di Pannunzi da parte delle autorità colombiane, che lo definirono il “Pablo Escobar italiano”, a ragione del fatto che sembra riuscisse a importare in Europa fino a 2 tonnellate di cocaina al mese.
Si conoscono vari dettagli della vita di Pannunzi. Anche lui è famoso per la capacità di conciliare gli interessi di più gruppi: oltre alla ‘ndrangheta, ha avuto a che fare con Cosa Nostra in Italia e in America.
Il suo soprannome di “Pablo Escobar italiano” è dovuto anche alla capacità di evasione dimostrata negli anni. Sul “curriculum” vanta numerosi arresti, iniziati nel 1983. Nel 1994 venne arrestato in Colombia ed estradato in Italia: qui riuscì a fuggire mentre si trovava ai domiciliari in una clinica romana. Ritorna in Colombia e continua a gestire il traffico internazionale. Nel 2004 viene arrestato in Spagna, assieme al figlio, Alessandro Pannunzi (che, nel frattempo, aveva seguito le orme del padre, riuscendo a stringere rapporti con la mafia turca, con il clan dei marsigliesi e, a sua volta, con Cosa Nostra). Roberto Pannunzi evade, di nuovo, l’8 aprile 2010, mentre era agli arresti domiciliari.
L’ultimo arresto è “timbrato” 6 luglio 2013 in un centro commerciale di Bogotà.