Le due affascinanti interpretazioni dello stemma di Papa Bergoglio
Oggi che Bergoglio è divenuto il 266° Papa della Chiesa Cattolica, il suo stemma è stato arricchito. Ma cosa rappresentano, il sole, la stella e il grappolo d’uva (secondo le fonti ufficiali si tratta di un fiore di nardo) presenti sull’araldo che egli scelse sin dal 1992, quando divenne arcivescovo di Buenos Aires?
IL TRIGRAMMA IHS – Oggi il suo stemma è stato arricchito con la “mitra papale” che, come conferma la Sala Stampa Vaticana: “è collocata tra chiavi decussate d’oro e d’argento, rilegate da un cordone rosso”. Nello scudo invece è presente l’emblema della Compagnia di Gesù: si tratta di un sole raggiante che fa da sfondo alle lettere IHS, un trigramma che, secondo i teologi, indica Cristo in quanto significa ΙΗΣΟΥΣ che traslitterato diventa “Iesous” e quindi Gesù.
PROBLEMI LEGATI ALLA SCRITTA IHS – Sebbene questo trigramma sia stato rinvenuto sin dal IIl sec. nei libri del Nuovo Testamento, in realtà le sue iscrizioni sono moto più antiche e precedenti addirittura l’epoca si Cristo. Si diffuse dopo il III secolo su monete e oggetti di ogni tipo ma fu Bernardino da Chiaravalle che nel XII secolo se ne fece promotore mentre, due secoli più tardi, il beato Giovanni Colombini usava portare questa scritta in petto. Giovanni Colombini era un ricco mercante e banchiere senese che, nel 1360 fondò l’ordine dei Gesuati ispirati alla spiritualità di San Girolamo. La confraternita si traeformò nell’ordine mendicante dei frati Gesuati di San Girolamo e poi in congregazione clericale, i chierici apostolici di San Girolamo.
Nel 1541, fu il fondatore della Compagnia di Gesù, Ignazio di Loyola, a sceglierlo come proprio sigillo e finì quindi per diventare l’emblema dell’ordine dei gesuiti.
A rendere davvero popolare questo trigramma fu San Bernardino da Siena che lo scrisse su tavolette di legno che mostrava ai fedeli durante le sue omelie. Al trigramma era associato un sole a 12 raggi (12 erano anche gli apostoli) esattamente quello proposto da Bernardino da Casale.
Il trigramma indica anche l’acronimo “Iesus Hominum Salvator“, quindi “Gesù salvatore degli uomini“.
Secondo alcuni il trigramma IHS deriva dal Chrismon, noto anche come monogramma costantiniano che si ottiene mediante l’intreccio tra le lettere greche X e P. È definito croce monogrammatica quando la X assume la forma aperta di una croce. A volte lo troviamo anche composto dalle lettere greche I e H, latinizzate in IHS.
LA STELLA A CINQUE PUNTE – Per molti simboleggia la cometa sotto cui, secondo la tradizione, sarebbe nato Gesù. Eppure la stessa cometa ha un suo significato non proprio letterale e sicuramente simbolico. Si tratta proprio di un “simbolo nel simbolo”. E’ nel Vangelo secondo Matteo infatti che si racconta (2.1-2.2): <<Nato Gesù in Betleem di Giuda, al tempo di Re Erode, ecco dei Magi arrivarono dall’Oriente a Gerusalemme, e chiesero: “Dov’è il Re dei Giudei nato da poco? Perché noi abbiamo visto la sua stella in Oriente e siamo venuti per adorarlo”>>.
Stella dunque, non cometa. Ma la cometa è frequente nei testi antichi e serve a sottolineare la straordinarietà dell’evento. In questo simbolo sono racchiusi molteplici significati, primo fra tutti, la luce di Dio che tutto rischiara. Non a caso la “stella che sorge ad oriente è il Sole”, quello che molte religioni riconducevano alla forza creatrice di Dio.
Per molti e per la chiesa cattolica, la stella a cinque punte rappresenta la madre di Cristo, la Signora del Cielo, ed è questa la spiegazione che la Sala Stampa Vaticana ha voluto ricondurre al simbolo presente nello stemma di Bergoglio.
IL FIORE DI NARDO è il simbolo posto accanto alla stella che per molti diventa invece un grappolo d’uva. La Sala Stampa chiarisce che si tratta del fiore di Nardo che simboleggia proprio San Giuseppe, patrono della chiesa universale. Ed è proprio il giorno di San Giuseppe che Papa Francesco si è insediato sul soglio di Pietro, una coincidenza sicuramente importante. I chiodi invece indicano la passione di Cristo.
LA SECONDA INTERPRETAZIONE DELLO STEMMA – Molti osservatori dello stemma cardinalizio di Bergoglio invece hanno sottolineato che i simboli potrebbero essere interpretati diversamente. Se la pianta non fosse un fiore di nardo, ma un grappolo d’uva, questo significherebbe il sangue di Cristo dispensato agli apostoli durante l’ultima cena.
Anche nella Genesi infatti si parla dell’arrivo di un messia con queste parole: “Colui che darà il riposo, e al quale ubbidiranno i popoli. 11 Egli lega il suo asinello alla vite, e il puledro della sua asina, alla vite migliore; lava la sua veste col vino, e il suo manto col sangue dell’uva“. (Genesi 49: 10-20)
La stella verrebbe quindi interpretata secondo la tradizione che vede la cometa come l’apparizione luminosa dello Spirito Santo, mentre il Sole rappresenterebbe ovviamente Dio supremo. Si tratterebbe in questo caso della rappresentazione della Santissima Trinità. Non a caso il motto del Papa “Miserando atque eligendo“ vuol dire “Scusando e scegliendo” come ad indicare la misericordia divina.