LA VERA STORIA DI ANTONIO DI PIETRO E DEL SUO PATRIMONIO
Quante sono le case di Antonio di Pietro? Ecco l’errore commesso da Milena Gabanelli.
Proprio in concomitanza con le elezioni in Sicilia, un servizio andato in onda su report getta un sasso nella pozza d’acqua già torbida della politica italiana. Risultato? Chi prima si fidava adesso non sa più se farlo. Cresce il numero di chi medita per astenersi dal voto e cresce improvvisamente il numero di coloro che protendono verso il PD. Se i media si permettono di modellare la realtà a proprio piacimento, evidentemente è perché sanno che la gente difficilmente si va a cercare la verità e sanno che gli italiani hanno la memoria corta. Le fonti utilizzate infatti sono le stesse facce che hanno già pagato il risarcimento per diffamazione al leader dell’IDV per le stesse accuse. Adesso c’è da chiedersi se quello di Report non sia stato uno scivolone troppo grosso per dei professionisti specializzati proprio nel giornalismo d’inchiesta.
LE 56 CASE CHE NON ESISTONO – La diffamazione più assurda è quella che attiene alle case di Antonio di Pietro. Secondo la giornalista di Report sarebbero 56. In realtà le case sono 11 compresa quella di Montenero di Bisaccia che “Tonino”, come tutti lo chiamano, ha ereditato dai suoi genitori. Questa casa è stata divisa in due in seguito a dei lavori di ristrutturazione che Antonio di Pietro, (ex muratore emigrato in Germania, prima della sua carriera da poliziotto e poi da magistrato) ha addirittura fatto con le sue mani. Le case quindi, non sono 56, ma 11. Da dove nascono quindi quei numeri. Diciamo che nascono da una “distrazione” per cui speriamo nella buona fede di chi non ha saputo leggere che si trattava di accatastamenti e non di “case”. Una casa può avere più accatastamenti: una per la cantina, una per l’abitazione, una per il terrazzo, una per il garage, una per la stalla. E’ da qui che è nato il problema.
Ecco le case di proprietà del leader dell’IDV e della sua Famiglia:
La masseria di Montenero di Bisaccia, ereditata dai genitori. La casa è divisa in due parti ed è stata ristrutturata manualmente dallo stesso Di Pietro che nella sua vita ha fatto anche il muratore in Germania.
La casa a Bruxelles acquistata quando era europarlamentare e che è stata rivenduta. Un’abitazione in provincia di Bergamo ed una casa a Roma. Queste sono solo le quattro case (ormai divenute tre dopo la vendita di quella di Bruxelles) di sua proprietà. Sulla casa in Provincia di Bergamo insinuò un illecito lo stesso quotidiano Il Giornale che fece le 6 domande. L’insinuazione era che l’acquisto dell’appartamento era impedito dalla legge in quanto “pubblico amministratore”. Tuttavia i giornalisti del quotidiano si macchiarono di una piccola distrazione in quanto, nel novembre 2004, Di Pietro non era un “pubblico amministratore” e non lo era né prima, né dopo la gara con cui fu messo all’asta l’appartamento acquistato per 261.661,00. Dopo l’acquisto il venditore privilegiò la seconda offerta di 245 mila euro perché non riteneva sufficiente la documentazione fatta pervenire dall’ex PM. Di Pietro fece ricorso al TAR e riuscì a far valere i suoi diritti in merito all’atto di compravendita.
Poi abbiamo gli appartamenti della moglie a Curno, quattro in tutto, ed un terreno in provincia di Bergamo, sempre a nome della moglie. Tutto a nome di Susanna Mazzoleni, la figlia del più grande assicuratore della Lombardia e Avvocato civilista molto rinomato nel bergamasco. La Mazzoleni avrà qualche soldino per acquistare un piccolo appartamento, o no?
Antonio di Pietro ha comprato inoltre due appartamenti per i figli minori, Anna e Toto. Il Figlio Cristiano invece è proprietario di un appartamento ed un terreno a Montenero di Bisaccia. Infine c’è un immobile intestato alla società immobiliare An.To.Cri della Famiglia Di Pietro. Si tratta di 11 abitazioni complessive di cui solo 3 sono del Presidente dell’IDV.
Le 70 o 56 abitazioni non erano in realtà abitazioni ma “particelle catastali” e a giocare sull’ambiguità è stato per la prima volta Massimo D’Andrea, consulente di Elio Veltri che ha già perso e risarcito Antonio di Pietro dopo averlo diffamato proprio in merito alla vicenda immobiliare.
Adesso che l’inchiesta di Report si è basata solo ed esclusivamente sul patrimonio immobiliare di Di Pietro che è tutt’altro che ricco e, dal momento che la stessa puntata ha insinuato il dubbio che i 56 appartamenti sarebbero stati acquistati con i soldi del partito, ci auspichiamo che il giornalismo d’inchiesta di Report cominci a fondarsi sulla precisione dell’informazione data che lo ha sempre contraddistinto, più che sulla disattenzione, volontaria o involontaria che sia, basata sull’autorevolezza conquistata in anni di onesto lavoro.
Nella terza parte verranno invece analizzate altre accuse smentite a suon di sentenze dalla magistratura grazie alle prove fornite dal leader dell’IDV.