Afghanistan, l'aeronautica militare traffica droga e armi illegali?

12 Marzo 2012
Tommaso
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Droga e armi illegali che vengono trasportate con aerei dell’aeronautica militare afghana negli Stati Uniti e in Europa. Non è la trama di un film in stile ‘American Gangster’ (peraltro tratto da una storia vera), ma il contenuto di due indagini parallele condotte dalle Autorità militare americana e dalla DEA (Dipartimento antidroga statunitense). Alla base di questi due procedimenti ci sarebbero fonti attendibili provenienti da ufficiali interni ed esterni all’aviazione militare afgana e da soldati della coalizione che lavorano con essa.


oppio-afghanistan-620x397La notizia è stata riportata giovedì scorso dall’autorevole quotidiano d’oltreoceano Wall Street Journal, il quale citando il Generale Daniel Bolger, comandante della missione Nato di addestramento in Afghanistan, “alcuni ufficiali dell’aeronautica afghana avrebbero usato gli aerei per trasportare droga (oppio) e armi non di proprietà del governo afghano, per l’uso di gruppi privati”.


E tra i velivoli utilizzati per il trasporto, oltre agli elicotteri militari di produzione russa, aereo aleniaci sarebbero anche aerei da trasporto italiani G-222 che Alenia (Finmeccanica) ha venduto, il 25 settembre 2009, all’aeronautica afghana attraverso una triangolazione con gli Stati Uniti (volta ad aggirare la legge 185/90 che vieta la vendita di armi a Paesi in guerra).


Il centro di smistamento principale di questo traffico sarebbe la rampa n.5 dell’aeroporto militare di Kabul, definita da un ufficiale Nato come “la stazione centrale delle attività illecite”: un’area dello scalo aereo fuori dalla competenza Nato dove di notte transitano velivoli militari afgani senza piani di volo.


Sempre secondo il Wall Street Journal sarebbe proprio la scoperta dei traffici illeciti alla rampa n.5 il movente della vicenda dello scorso 27 aprile, nella quale un colonnello dell’aviazione afgana, Ahmed Gul, uccise all’aeroporto di Kabul otto ufficiali dell’aeronautica militare USA e un civile. Una strage che all’epoca fu attribuita alla guerriglia islamica. Secondo un recentissimo rapporto Usaf, l’ufficiale afgano avrebbe eliminato i testimoni perché erano pronti ad accusarlo.


Già nel settembre del 2010 uscì una notizia – quella volta fu la Bbc a diffonderla – in cui si parlava di militari britannici e canadesi accusati di trasportare eroina in Europa sfruttando l’assenza di controllo sui voli militari di ritorno dal fronte afgano. A distanza di un anno e mezzo ancora niente è venuto a galla.


Che quest’ultima vicenda non confermi i sospetti dello storico McCoy, il quale afferma che il conflitto in Afghanistan sia servito principalmente per ripristinare un commercio di oppio che con il governo talebano era stato fortemente arginato? A questa domanda – da un articolo su Peacereporter di Enrico Piovesana – il direttore generale dell’Ufficio Onu per la droga e la criminalità (Unodc), Antonio Maria Costa, ha implicitamente risposto dichiarando che gli enormi capitali derivanti dal riciclaggio dei proventi del narcotraffico costituiscono la linfa vitale che garantisce la sopravvivenza del sistema economico americano e occidentale nei momenti di crisi.

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