Mamme che mangiano la propria placenta dopo il parto
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La prima volta ne ho sentito parlare al corso preparto, e non ci ho creduto. Poi l’ho letto in alcuni forum on line e mi è sembrata una cosa folle. Infine, in sala parto, dopo la nascita di mio figlio, la questione mi è stata sottoposta anche dalla mia ostetrica e, la quale, dopo aver visto la faccia sotto choc mia e di mio marito, ha sottolineato: “ci sono persone che la placenta la vogliono tenere, noi lo chiediamo per sicurezza”.
Se siete delicati di stomaco passate al prossimo articolo, perché ci sono, a quanto pare, alcune madri che decidono di mangiare la placenta che ha ospitato il loro bambino per 40 settimane.
La moda, pare, sia esplosa soprattutto tra le neo mamme americane ed inglesi che la cucinano e consumano con lo scopo di aumentare il proprio latte ed evitare quello che chiamano il baby blues.
Sono almeno 4000 dal 2010 le madri inglesi che, secondo il The Telegraph, decidono di mangiare la propria placenta dopo il parto.
La placenta è l’organo che nutre il feto per le 40 settimane di gestazione e finisce, normalmente, tra i rifiuti organici dell’ospedale o nei laboratori.
Si tratta di un ammasso di tessuto spugnoso e vascolarizzato, collegato con il piccolo via cordone ombelicale e che sarebbe ricco di ormoni e di nutrimento. Così alcune neo mamme decidono di mettere in pratica quella che viene definita la
pratica della « placentografia », ossia, brutalmente, mangiare la placenta e scambiarsi delle ricette per renderla più succulenta.
Alcune testimonianze, rilasciate al giornale britannico, parlano di donne che, dopo solo tre ore dal parto, si sono rinchiuse nel bagno dell’ospedale per tagliare la placenta in cubi, marinarla con latte di mandorla, miele e mirtilli “per coprire il gusto”, prima di congelare la parte rimanente. Altre scelgono, sempre secondo queste terribili testimonianze, di tritarla e inserirla dentro una lasagna, dei tacos o mescolarla con della cioccolata.
“Mi sembrava una ottima idea dato che dimenticavo sempre le mie vitamine” racconta la madre di tre bambini, nel Maryland. Un fenomeno, quello del consumo della placenta, sostenuto anche da alcune star, come l’attrice January Jones, della serie Mad Men, o il critico gastronomico inglese Nicholas Baines.
E così c’è chi decide di cavalcare l’onda, iniziando a produrre delle pasticche di placenta, per evitare alle neo mamme la fatica di cucinarla. Per 270 dollari, Claudia Booker, ostetrica di 65 anni, secca e mette in capsule la placenta alle pazienti che lo richiedono,
Secondo la donna, si tratta, anche, di un modo per superare la fase della “baby blues“, ossia quella che da noi si chiama “depressione post parto“. “Queste capsule stimolano, inoltre, la diffusione di prolattina, l’ormone responsabile della produzione di latte”.
Per realizzare queste pasticche, pressa e lava la placenta per far uscire tutto il sangue, poi lo mette in una pentola a vapore. “Le capsule regolarizzano la pressione sanguigna e gli ormoni” nel periodo nel quale le madri sono più stanche e a rischio depressione. Dopo 1 ora di cottura, taglia la placenta in mezzi e la mette dentro una macchina per disidratarla, per tutta la notte, ed ecco che le pillole sono fatte.
A voi di scegliere se provare questa “ricetta anti depressione post parto”! Io passo!