Certo si fa presto a snobbare un Floris, un Fazio o un Benigni per i soldi che riescono a guadagnare per andare in Tv. In fondo il lavoro va compensato ed effettivamente questi personaggi fanno guadagnare alla rete che li manda in onda.
C’è tuttavia un aspetto che va tenuto in conto. I soldi sono potere. Non avere un soldo significa essere gli ultimi del mondo, più se ne ha maggiore è il proprio potere, tanto che se evadi il fisco – in Italia almeno – te la cavi con un condono; se vai in galera – sempre in Italia – ti viene una provvidenziale cardiopatia che ti fa uscire, per “motivi umanitari”.
Anche in paesi civili – dove a prescindere dai soldi che possiedi finisci in galera, sempre che ti becchino – i soldi sono potere. Coi soldi finanzi tante cose, dai lavoro a molti; i soldi fanno si che ci si rivolga ad un giovane dandogli del Lei, mentre ai suoi coetanei si continua a dare del tu, eccetera.
Ora la domanda fondamentale è se sia opportuno dare così tanto potere ad un Benigni o un Fazio, per non parlare di un calciatore o di qualsiasi altro sportivo. A prescindere dal fatto che il potere andrebbe fatto sparire – ma qui non tutti possono essere d’accordo – sta di fatto che, nella più moderata delle visioni, dovrebbe essere quanto meno proporzionato al ruolo, al contributo che si da alla società e non di meno dovrebbe avere un limite ben preciso oltre il quale non è lecito salire.
Il disavanzo, ciò che non si da a questi personaggi, potrebbe essere ridistribuito per fare cose molto utili e creare nuovi posti di lavoro, vale tanto nel pubblico quanto nel privato. Pensiamoci.