Siria: il richiamo del sangue dell'innocenza
L’inferno brucia ma mai quanto in Siria. E brucia ancora di più la rabbia di chi si vede stuprare un territorio senza conoscere la verità. Troppi giochi di potere dietro al conflitto, troppi eserciti animati da diversi portafogli. Ma la guerra si ottiene sempre in un solo modo: il sangue.
E il sangue richiama sempre l’innocente, chi non ha colpe e deve soffrire, chi viene educato per perire. Troppi i soprusi fatti sui più piccoli che hanno da scegleire due strade: o muoiono, o uccidono. Famosa fu la storia di quel bambino applaudito mentre decapitava un adulto, ma la foto che gira ormai da 24 ore in rete mette i brividi perchè a morire è un bambino di appena 4 anni: un innocente.
“Nessuno conosce davvero il colore del sangue” quando è in vita, diceva Anna Politkovskaja. Tutti pensano che sia arancione o marrone e invece no, il sangue è nero quando è secco, è sangue scuro quello che scorre per le strade di Damasco, sangue di innocenti, di bambini condannati a morte in nome di un conflitto che non guarda a nessun prezzo. Se gli Usa la smettessero di tendere trappole al regime sguinzagliando gli amici arabi che riforniscono di uomini gli eserciti prezzolati e se il regime di Assad la smettesse di rispondere con violenza alla violenza, noi non vedremmo più un innocente guardare il cielo e implorare di non essere ucciso mentre tante canne di fucile puntano alla testa di un corpicino troppo giovane per morire. Ma l’Inferno brucia ed è nero di sangue e nell’inferno c’è il richiamo del sangue, quello che sarà versato ad altro sangue, quello dell’innocenza.
In foto: un bambino ucciso in Siria diversi mesi fa. Foto reperita in rete