I 10 personaggi Disney da portare in psicanalisi
Il film d’animazione (o lungometraggio animato, per i puristi del genere) della pregiata ditta Disney è solitamente visto come un ameno intramezzo, un momento di convivialità familiare popolato da folletti dispettosi e unicorni rosa.
Capita talvolta, però, che suddetti unicorni comincino a nitrire furiosamente, con la conseguenza dell’abbattimento; merito, questo, del buon vecchio Walt, un simpatico burlone con gravi traumi infantili (un esempio ne è la morte della madre, personaggio che muore in molti dei suoi film) e le normali psicosi da genio.
Così i cartoni animati ci propongono dei personaggi al limite della schizofrenia e che, se ben analizzati, andrebbero portati dallo psichiatra.
1. Scar in Il Re Leone
Antagonista nonché fratello del re della foresta, Scar è un simpatico leone dal pelo corvino che presenta tutti i tratti del tipico sociopatico.
E’ disagiato, asociale, un disadattato; ha istinti omicidi verso il fratello; cerca di uccidere il nipote ma nonostante tutto possiede quel fascino che lo rende un potente e irresistibile seduttore e trascinatore di masse.
Un sociopatico, insomma. Una tipologia di personaggio borderline che troviamo anche seduto nell’autobus accanto a noi.
2. La Regina Rossa (o di cuori) in Alice nel paese delle meraviglie
Suddetta regina non è solo una terribile sociopatica con istinti tipicamente rivoluzionari.
Amante della ghigliottina, la regina di Alice è un caso eclatante di bipolarismo.
Rappresenta uno dei personaggi clinicamente più terrificanti mai rappresentati dalla Disney: è capace di passare da uno stato amorevole nei confronti della piccola Alice, facendola giocare a criquet con quei poveri uccelli, ad uno stato di completa isteria, mentre urla alle carte da gioco di tagliarle la testa.
Il bipolarismo si cura con poche pastiglie. Lei non lo sapeva e faceva dipingere le rose bianche di rosso. Ognuno ha le proprie manie.
3. Flounder in La Sirenetta
Due casi diagnosticati: paranoia e ansia.
Per carità, il tipo sta abbastanza in basso nella catena alimentare, quindi le sue paure potrebbero essere anche giustificate. Ma non ci si deve far condizionare dalle proprie paure.
Ariel continua a dirgli che deve comportarsi come uno squalo, e ciò non aiuta: Ariel, ma vedi di andartene….
4. Alice in Alice nel paese delle meraviglie
Esiste una patologia psichiatrica nel mondo reale, chiamata sindrome da Alice nel Paese delle Meraviglie.
La sindrome prevede una distorsione del tempo, dello spazio e dell’immagine che si ha di se stessi. Il paziente con la sindrome di Alice nel paese delle meraviglie percepisce il proprio corpo come alterato nella forma e nella taglia, vedendosi eccessivamente grande o eccessivamente piccolo.
La sindrome è di solito accompagnata da fenomeni di allucinazione visiva.
La maggioranza dei pazienti solitamente proviene da una famiglia che possiede una lunga storia clinica di emicranie oppure soffre egli stesso di importanti emicranie.
Ehi ragazzi, è tutta storia vera.
5. Simba in Il Re Leone
Sapete cosa vuol dire vedere il proprio padre ucciso dallo zio? Tutto sotto i propri occhi?
Questo è puro stress post-traumatico. Spiegatelo così ai vostri figli, non con i telefilm di soldati.
6. Peter Pan in Peter Pan
La famosissima sindrome di Peter Pan.
Nel telefilm Once Upon a Time la storia diventa molto più dark e Peter Pan è un oscuro mostro nero che rapisce i bambini per portarli nell’Isola Che Non C’è; ammetto di aver sentito più storie sui generis, molto meno fiabesche e da psicosi della versione disneyana.
Grazie a questo allegro personaggio, comunque, ora abbiamo un’intera generazione di hipster che non crescerà mai. Mi sento perciò di dire “Wendy, non ti fidare e non superare quella cavolo di finestra. Resta a letto!!”. Grazie, Walt, grazie.
7. Campanellino in Peter Pan
Lo ammetto, è uno dei miei personaggi animati preferiti, ma forse lo è per il suo quadro clinico: è chiaramente un disordine della personalità borderline, molto vicino alla schizofrenia.
Una cosa divina e irresistibile.
Campanellino è caratterizzata da carattere instabile, comportamento imprevedibile e difficoltà nel relazionarsi con le persone. Ha problemi nel controllare pensieri ed emozioni (avete visto che tiri fa a Peter Pan?!), è possessiva ed estremamente gelosa, egocentrica, permalosa, seducente e affascinante e non prova rimorso verso alcuna azione che compie.
Meravigliosa.
8. La Bestia in La bella e la bestia
Mettetevi nei suoi panni.
Avete fatto un gesto sgarbato ad una vecchietta e vi ritrovate trasformato in una bestia grossa e pelosa, la vostra vita è intrappolata in una prigione dorata che vi siete costruiti da soli, e tutto ciò con cui potete parlare sono dei candelabri e delle tazzine sbeccate.
Un chiaro caso di depressione potrebbe sorgere anche a voi.
Il tutto contornato dal respingere l’unica persona che vi ama veramente grazie ad un’aggressività latente sviluppata nel tempo. E dai.
9. Ariel in La Sirenetta
Qui, lo ammetto, ci troviamo di fronte ad un caso abbastanza complicato.
In primo luogo abbiamo una cleptomane d’eccellenza: riesce a rubare gli oggetti più disparati dai luoghi più impensabili, divenendo così un’accumulatrice compulsiva. Ha una terribile paura di essere abbandonata e quindi a sua volta trova conforto in oggetti inanimati a cui parla.
In secondo luogo abbiamo dei problemi con il corpo. Ariel, bellissima sirenetta, non si vede adatta nella sua veste e vuole cambiare totalmente il suo aspetto; wait, wait! Per amore di un uomo!
Fondamentalmente, se fosse ambientato ai giorni nostri potremmo dire che è la storia di una ladra, accumulatrice compulsiva, con chiari segni di sindrome dell’abbandono, che decide di ricorrere alla chirurgia estetica per poter piacere ad un uomo col quale non ha mai parlato.
E poi vi lamentate di un bacio gay in televisione.
10. Crudelia Demon in La carica dei 101
E’ da commentare la psicosi di questa donna?!
Fondamentalmente nessun personaggio Disney potrebbe salvarsi: dalle allucinazioni di Winnie the Pooh alla Lepre Marzolina, i suoi film di animazione sono un concentrato di psicotici usciti grazie alla legge Basaglia.
Ma del resto sono queste psicosi a rendere i personaggi dei cartoni così immediatamente fruibili e, spesso, molto più simili a noi di un qualsiasi altro personaggio cinematografico. Ed è per questo che continueremo ad amarli con le loro adorabili nevrastenie.