Le auto più brutte della storia

28 Aprile 2014
Redazione YOUng
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La supercar giapponese arricchita con accessori tuning.

La supercar giapponese arricchita con accessori tuning.

Dal Giappone giunge in questi giorni la notizia che la Mitsuoka Orochi uscirà a breve di produzione. La rara sportiva giapponese, prima di passare dalle cronache alla storia, verrà celebrata dalla serie limitata “Final Edition” offerta in soli 5 esemplari dotati di specialissime colorazioni e finiture ad un costo di circa 90 000 Euro.

Tale notizia è da considerarsi lieta e degna di nota in quanto la Mitsuoka è riconosciuta quale una delle auto più brutte mai realizzate.

Da una vettura sportiva o di lusso ci si aspetta quantomeno un bell’impatto visivo. Tuttavia la giapponese è in buona compagnia: ecco una lista, in ordine sparso, delle più brutte automobili mai realizzate (considerando solo l’aspetto stilistico, non meccanico e qualitativo). Non solo modeste utilitarie ma anche auto prestigiose, provenienti da tutto il mondo.

Al lettore il “divertimento” di cercare le immagini su Internet.

McLaren X-1 (2012).Esemplare unico, realizzato dalla stessa McLaren, basato sulla MP4-12C, commissionata da un misteriosissimo e facoltosissimo cliente che desiderava una vettura su misura e ne ha dettato le linee.

Mitsuoka Orochi (2006-2014). Basata sulla Honda NSX con motore V6 Toyota da soli 230 cavalli, costa quasi quanto una Porsche. Nota solo ai più accaniti utenti del videogioco “Gran Turismo”. Nelle intenzioni del creatore doveva essere la “fashion-super-car” giapponese.

Pontiac Aztek (2001-2005). Uno dei passi falsi della General Motors ben prima della Crisi. Questo singolare Suv, nella fascia dei 20 000 dollari, avrebbe dovuto essere di larga diffusione. La qualità costruttiva non era il massimo.

Lotus Europa (1966-1975). La britannica Lotus è una delle più importanti case costruttrici di auto sportive della storia, ma non tutte le ciambelle riescono con li buco. Anche la serie del 2009 (una versione più comoda della Elise) non era molto ben riuscita.

Ssangyong Rodius (2004). Il nome è una dichiarazione di intenti, un misto tra “Road” e “Zeus”. Il corpo da grande monovolume è montato sulla meccanica di una fuoristrada vera, la Rexton. La casa coreana, che ha sempre fabbricato Suv dalla forte personalità, ha regalato all’umanita anche le Korando (1996), Kyron ed Actyon…

Renault Vel-Satis (2002-2009). I Francesi non hanno una buona tradizione in fatto di auto di lusso, ma sono automobilisticamente sciovinisti ed hanno bisogno di auto di rappresentanza per i loro leader. Così, non paghi dopo la Safrane, alla Renault crearono la Vel Satis per far concorrenza alla Mercedes-Benz Classe E. Anche Nicolas Sarkozy e Flavio Briatore (ai tempi delle vittorie della Renault in Formula 1) erano costretti ad usarle.

Ford Scorpio (1994-1999). Tentativo della Ford di realizzare una berlina di lusso. La prima serie, costruita dal 1985, non era poi così male ma nel 1994 uscì la seconda ed ultima serie. Flavio Briatore era costretto ad usarne una (ai tempi della Benetton-Ford in Formula 1).

Plymouth Prowler (1997-2012). Una sportiva di cui gli Americani vanno ancora fieri. Praticamente una Hot Rod fabbricata in serie. Oggi è considerata un pezzo da collezione. Stesso stile e periodo per la cugina Chrysler PT Cruiser.

Panoz Abruzzi Spirit Of Le Mans (2010). Don Panoz è uno dei personaggi più importanti della storia del motorsport americano ed ha sempre amato le linee forti e retrò. La Spirit Of Le Mans è una serie limitata da 81 esemplari e 600 cavalli. Ma Panoz ha prodotto anche la Esperante, e la Roadster.

Dacia Solenza (2003-2005). Il marchio della Repubblica Ceca, oggi di proprietà Renault, ha sempre prodotto auto familiari super-low-cost  e stilisticamente senza pretese da vendere nell’area ex-URSS. Fino all’attuale Sandero ne è stata fatta di strada!

Zastava Yugo (1981-2000). Zastava è un costruttore russo specializzato più in armi che in automobili. La Yugo voleva essere un’utilitaria super economica. Da molti è considerata una delle auto più qualitativamente scadenti della storia, altri nemmeno la considerano un’automobile. Fu importata in Italia come Innocenti Koral.

Talbot Solara (1980-1986). Talbot era una casa francese (molto) low cost, il che non è una giustificazione perché anche l’occhio vuole la sua parte. Memorabile anche la Tagora.

Daihatsu Move (1995). Una vera Kei car, assolutamente inadatta al mercato europeo. La Casa giapponese è specializzata in piccole utilitarie e è di proprietà del colosso Toyota. Notevoli anche le Materia e Trevis.

Citroen Ami 6 (1961-1969). Altra auto francese, questa volta un’utilitaria a larga diffusione e di successo. I Francesi ne vanno ancora fieri.

Austin Allegro (1973-1983). La tristissima utilitaria Britannica è una delle auto-zimbello preferite da Jeremy Clarkson insieme alla Reliant Robin. Oggi la Austin non esiste più.

Nissan Cube (dal 2008). La monovolume Nissan, grazie alla peculiare linea della sua carrozzeria, sfoggia una ineguagliabile spaziosità interna oltre ad un aspetto unico. In Giappone esiste dal 1998 ed è stata un’auto molto alla moda per qualche anno. A partire dal 2009 è stata importata in Europa ma senza successo a causa (anche) del prezzo alto dovuto alla carrozzeria asimmetrica (costosa da fabbricare), alle oscillazioni dello Yen, ed a problemi logistici per l’importazione. L’orribile tappezzeria interna fu il colpo di grazia.

Rover 75 (1999-2005). La britannica Rover ha sempre prodotto auto economiche sulle quali ha cercato di trasferire il buon vecchio British-Old-School-Style tipico delle Lussuosissime Rolls-Royce, creando un assieme pacchiano e pretenzioso. La grossa 75 è solo un esempio. Il marchio Rover è stato acquistato prima dalla BMW, poi da Tata Motors, sempre senza successo.

MG XPower SV (2003-2005). Questa coupè da 110 000 Euro e 320 cavalli avrebbe dovuto rilanciare il marchio MG, vecchia gloria parente stretto di Rover. I fari sono quelli della Fiat Punto del 1999.

Kia Opirus (dal 2003). Uno dei primi tentativi del colosso coreano di creare un’auto di lusso, linea liberamente ispirata alle vecchie Jaguar e Mercedes-Benz con qualcosa di Cadillac. Ad onor del vero, oggi i prodotti Kia e Hyundai sono molto migliorati sotto ogni aspetto.

Mazda 121 (1991-1996). Piccolina e rotondetta, puntava sulla simpatia.

Ancora convinti che la vecchia Fiat del nonno sia scialba?

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