Nel deserto di Karakum in Asia bruciano le "porte dell'inferno "
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-Turkmenistan- Nel deserto dell’Asia centrale “bruciano” le “porte dell’inferno”, depressioni geologiche naturali che offrono agli occhi dello spettatore una visione spettacolare, da togliere il fiato.
Il Karakum è uno dei dei deserti più estesi dell’ Asia centrale, occupa oltre il 70% del territorio del Turkmenistan coprendo una superficie di 40.000 km quadrati.
Il nome Karakum deriva dalla particolare sabbia nera che lo ricopre,questa particolare sabbia è caratterizzata dalla presenza di un una sale molto raro, frutto delle evaporazioni delle acque dei mari e dei fiumi che bagnavano il territorio molti secoli fa.
Il deserto è rinomato in tutto il mondo per le sue particolari caratteristiche geologiche.
Qui si possono trovare i Takyr, grosse conche separate da dune di sabbia modellate quotidianamente dai venti impetuosi del deserto, e numerose depressioni geologiche formatesi dai bacini idrici prosciugatosi con il passare dei secoli.
Lungo il Karakum si possono trovare anche delle oasi, le più grandi sono quelle di Mary e Tejen.
Ma la vera notorietà di questo deserto è dovuta dalla presenza di enormi “crateri di gas” situati a Darvaza, chiamate “porte dell’inferno” , qui viene costantemente bruciato il gas naturale presente nella regione, oltre al petrolio.

Queste magnifiche depressioni geologiche furono scoperte nel 1971 da scienziati sovietici venuti nell’area in cerca di petrolio e giacimenti di gas naturale. Durante le loro trivellazioni la terra crollò improvvisamente creando una voragine senza fondo. A causa della minaccia dei gas nocivi per i villaggi della zona, i geologi decisero di infiammare il cratere che perdeva gas, finendo per accendere il più grande cratere di fuoco mai conosciuto dall’uomo. Ormai il cratere di gas di Darvaza è diventato un’attrazione turistica poco conosciuta che brucia ormai da almeno 30 anni grazie alla notevole presenza di gas naturali nel sottosuolo.