UCCIDETELI TUTTI, DIO RICONOSCERA' I SUOI- LO STERMINIO DEI CATARI

1 Gennaio 1970
Redazione YOUng
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Vien sempre da chiedersi da che parte stia Dio nel momento in cui alcune delle Sue creature ne sterminano altre, ieri come oggi…

Ross

catari

 

 

Il Cristianesimo che oggi conosciamo, non e’ sempre stato l’unico e vero cristianesimo. All’inizio c’erano molti cristianesimi e tutti in lotta tra loro.In un primo momento ci fu un confronto di idee, ma dal terzo secolo in poi uno solo di questi cristianesimi si auto-proclamo’ come unica e vera parola di Cristo. Tutti gli altri cristianesimi vennero bollati come eretici e perseguitati e sterminati, per la sola colpa di credere ad un Gesù diverso e di non essere d’accordo con i dogmi che la Grande Chiesa man mano instaurava, nell’intento di definirsi Unica e Vera.E’ verso la fine del XII secolo, che la Chiesa organizzo’ e diresse uno spaventoso genocidio, quello dei Catari,20 anni di guerra e 100 anni di Inquisizione per eliminare tutti gli eretici. Solo tra i Catari, la stima delle vittime si aggira intorno al milione.

CATARI

La Storia è scritta con il sangue, e quella della chiesa cattolica non fa eccezione.Nel documentario che segue( http://www.youtube.com/watch?v=OQ8oMDycgG8 ), Weick ci racconta dell’annientamento di catari, cristiani che non riconoscevano il potere temporale, che non avevano sedi, i quali fedeli dovevano vivere del proprio lavoro, compresi i capi spirituali delle comunità, e dunque rappresentavano una spina nel fianco per la chiesa cattolica e il suo potere.

Il culto Cataro

I catari erano dei cristiani che interpretavano il Nuovo Testamento secondo un schema di tipo dualistico, ma distinto da quello dei manichei, con i quali vennero spesso accomunati dai inquisitori cattolici. Credevano nell’esistenza di due principi contrapposti, il Bene ed il Male,personificati, rispettivamente, dal Dio santo e giusto, definito nel Nuovo Testamento, e dal Dio nemico, o Satana. Sostenevano che il Male conducesse una continua ed incessante lotta contro il Bene per contendergli la vittoria. Secondo la dottrina catara il mondo materiale non era stato creato da Dio, ma era interamente opera di Satana e non era altro che una sua manifestazione. Anche l’origine del corpo umano era considerata diabolica, in quanto creatura di carne. Ma la vita, intesa come anima o spirito, era opera di Dio.

Reinterpretando la Genesi, i catari sostenevano che Satana indusse Adamo ed Eva a quell’unione carnale che avrebbe sancito il loro imprigionamento nella materia. Da quel momento in poi, attraverso la procreazione, lo Spirito si sarebbe moltiplicato e suddiviso all’infinito per opera del Demonio che, pur essendo incapace di creare, sapeva essere un grande seduttore di anime.

La croce càtara, adottata da tutte le comunità occitane

La croce càtara, adottata da tutte le comunità occitane

 Una volta catturate, le avrebbe poi portate prigioniere sulla Terra, introducendole nella Materia, per principio loro estranea, causa di sofferenza per le anime perché separate dal Dio Buono, con il quale vivevano in beatitudine e a cui anelano di ritornare. I catari proponevano, pertanto, un distacco dal mondo terreno e dai suoi valori per proporre l’attenzione verso un mondo celeste e luminoso di ben altro valore. Il mezzo per cui le anime potevano essere liberate e ritornare alla loro dimensione spirituale, fuori dal tempo, era la conoscenza, la consapevolezza della loro natura.

La maggior parte delle sette catare credevano nella trasmigrazione delle anime da un corpo all’altro, in una sequela di nascite e di morte, con diversi gradi di perfezione. Chi avesse condotto una vita onesta, sarebbe stato ricompensato reincarnandosi in un corpo più favorevole al suo progresso spirituale, fino alla definitiva liberazione. Chi, invece, trascorreva la sua vita nel crimine, si sarebbe degradato, reincarnandosi perfino in un animale. Perché le anime potessero tornare al Dio Buono, che non poteva avere nessun contatto con la Materia, creata dal Principe del Male, Dio inviò un Messia, un Mediatore, Gesù, che secondo i Catari, era anche il più perfetto degli Angeli. Gesù scese nel mondo impuro della Materia, senza incarnarsi, però, perché non aveva corpo. La sua fu solo apparenza, una visione. Secondo l’interpretazione catara del Nuovo Testamento, Gesù, infatti, non ha potuto soffrire e trovare la morte sulla croce perché il suo corpo, che non era fatto di materia, non poteva provare dolore, né morire né risuscitare (aderendo, così, al concetto docetista della mera apparenza della nascita, sofferenza e morte di Cristo sulla terra). Prima di risalire in cielo per tornare alla sua vera essenza, insegnò agli Apostoli la via della salvezza lasciando alla Chiesa in Terra lo Spirito Santo a conforto delle anime esiliate. Il Demonio, però, era riuscito a sopprimere e a sostituire la chiesa di Cristo con un’altra falsa chiesa, quella cattolica, così legata al mondo terreno.

L’autentica chiesa cristiana, quella che possedeva lo Spirito Santo, era ovviamente quella catara, mentre la Chiesa di Roma era la Bestia, la prostituta di Babilonia. Per questo i catari sostenevano che chiunque obbedisse alla Chiesa romana non poteva salvarsi. Confutavano anche i sacramenti del battesimo e della comunione poiché, essendo l’acqua del battesimo e il pane dell’ostia fatti di materia impura, non potevano avere in sé lo Spirito Santo. La Croce anziché venerata doveva essere odiata, perché strumento di umiliazione del Cristo. I catari non davano alcuna importanza alle immagini e alle reliquie che la Chiesa cattolica considerava sacre e negavano anche che la Vergine Maria fosse stata la madre di Gesù in quanto, non avendo mai avuto un corpo, non poteva nascere (per i catari ella fu un Angelo che aveva assunto le fattezze di una donna).

La persecuzione e lo sterminio

Il pretesto che venne adottato per muovere la crociata albigese nel 1208, che tante conseguenze porterà nei decennisuccessivi, non solo nella Linguadoca, ma in gran parte dell’Europa cristiana, fu l’assassinio del legato pontificio Pietro di Castelnau.

Papa Innocenzo III

Papa Innocenzo III

Fino ad allora Innocenzo III (1198-1216) aveva adottato una linea morbida nei confronti dei catari, fatta di missioni di monaci cistercensi che diedero vita ad interventi più di forma che di sostanza, come la rimozione di quei prelati la cui azione risultava inefficace e la cui vita destava scandalo, oppure organizzando pubblici dibattiti. Anche le missioni nel 1207-1208 di famosi predicatori come Domenico di Guzman (1170-1221) e Diego d’Azevedo, vescovo di Osma, per arginare la diffusione dei catari, non approdarono ad alcun risultato concreto. Anzi alcuni eretici, come Guilhabert de Castres, uscirono a testa alta nei dibattiti pubblici in cui si cercava di confutare il dualismo cataro.

Con l’omicidio del legato papale e monaco cistercense Pietro di Castelnau a Saint-Gilles nel 1208, al quale forse non era estraneo lo stesso Raimondo VI, che era stato scomunicato dal legato stesso nell’anno precedente, il pontefice trovò la giustificazione che andava da tempo cercando per risolvere una volta per tutte la questione catara: quel fatto dimostrò che gli eretici non insidiavano solo la Chiesa, ma la stessa esistenza pacifica e civile. Bandì, quindi, la crociata che prenderà il nome di albigese, da Albi (anche se in questa città i catari non erano più numerosi che altrove).

Alla Crociata parteciparono nobili del­l’Ile-de-France e della Francia settentrionale, come il Duca di Borgogna ed il Conte di Nevers, ed avventurieri senza scrupoli, attratti sia dall’indulgenza dai peccati promessa dal papa a chiunque vi avesse preso parte, che, e soprattutto, dalle possibilità di saccheggio e conquista. L’esercito crociato, guidato da Simon de Montfort, che mosse contro la Linguadoca contava circa 20.000 cavalieri, con decine di migliaia di uomini al seguito; un’accozzaglia di credenti e mercenari, soldati e malviventi privi di scrupoli. Ma quella che nelle intenzioni del re di Francia Filippo Augusto doveva risolversi in una rapida spedizione punitiva e che vedeva, nella crociata, l’occasione per estendere il proprio potere su un’ area, quella occitana, che da sempre era riuscita a mantenere una sua indipendenza politico-istituzionale, si trasformò in una vera e propria guerra, destinata a durare a lungo, oltre vent’anni.

“Uccideteli tutti, Dio riconoscerà i suoi”

22-luglio2

La prima città ad essere conquistata fu Beziers, il 22 luglio 1209. Fu un bagno di sangue. Il legato papale Arnaud Amaury,abate di Citeaux, interrogato dai suoi su come fosse possibile distinguere gli abitanti cattolici da quelli catari, pronunciò la famosa e, purtroppo, tremenda frase: “uccideteli tutti, Dio saprà riconoscere i suoi”.E quello fu soltanto l’inizio di una strage spaventosa.Vennero uccisi tutti, donne e bambini, per strada e nelle chiese (cattoliche), cristiani ed albigesi.

 Il legato papale Arnaud Amaury,abate di Citeaux.

Il legato papale Arnaud Amaury,abate di Citeaux.

Nella chiesa di Maria Maddalena, nel corso della carneficina cadde a terra il calice contenente ostie e vino, così il sangue di Cristo si mischiò con quello del popolo di Béziers. Della città non restarono che rovine. Gli stessi legati pontifici nella lettera che inviarono a Innocenzo III per informarlo della conquistata la città scrissero: “Poiché i nostri non guardarono a dignità o al sesso o all’età, in quasi ventimila furono passati per le armi. Fatta così una grandissima strage di uomini, la città fu saccheggiata e bruciata: in questo modo la colpì il mirabile castigo divino”. Stessa sorte toccò a Carcassonne, dove fu imprigionato e morì in carcere il visconte Raimond-Roger di Trencavel.     Nella relazione di Arnaldo al Pontefice sta scritto:”Oggi, Vostra Santità, sono stati passati a fil di spada ventimila cittadini, senza riguardo all’età o al sesso.”. In quella che è stata storicamente la più terribile persecuzione contro i cristiani, sotto l’Imperatore Diocleziano, si calcola siano morti circa duemila cristiani. Nella sua prima operazione di “pulizia”, Innocenzo III° ne aveva ammazzati dieci volte tanti.

 

Carcassonne una delle roccaforte dei Catari francesi. Nell'agosto 1209, l'esercito crociato di Simone di Montfort costrinse i cittadini alla resa.

Carcassonne una delle roccaforte dei Catari francesi. Nell’agosto 1209, l’esercito crociato di Simone di Montfort costrinse i cittadini alla resa.

A Carcassonne, conquistata con l’inganno mentre i capi della città trattavano una tregua, i cittadini vennero lasciati liberi,nudi, con l’obbligo di non farsi mai più rivedere, pena la morte. Il loro salvacondotto era per un solo giorno e recitava che erano liberi ma dovevano andarsene:”…completamente nudi, fatti salvi i peccati che si portavano addosso”.

Simone de Montfort

Simone de Montfort

Sempre a Carcassonne il legato pontificio nominò Simone de Montfort (in seguito citato sia in relazione ai Templari, sia inrelazione al Priorato di Sion) come incaricato di risolvere la faccenda. Questi, nel 1210 a Bram, non uccise nessuno con la scusa che i morti sono pessimi messaggeri. Strappò però naso e occhi a tutti gli abitanti. Ad un solo cittadino venne lasciato un occhio perché facesse da guida agli altri fino a Cabaret per spaventare gli altri albigesi.Di cittadina in cittadina vennero bruciati tutti i “perfecti” e, secondo quanto scritto al Pontefice da Vaux de Cernay, “cum ingenti gaudio combusserunt” (li bruciarono con immensa gioia).

De Monfort ed Innocenzo III morirono entrambi nel 1216, un anno dopo il 4° concilio Laterano, ma la crociata ebbe materialmente termine solo nel 1226, dopo diciotto anni di stragi nelle quali morirono in centinaia di migliaia e solamente per “disobbedienza al pontefice” (anche se l’Inquisizione continuò l’opera facendo bruciare vivi 250 catari e valdesi nel 1244, nel sud della Francia, altri 200 nell’arena di Verona nel 1278, altri 100 a Graz [Austria] nel 1397 , 2470 in Provenza nel 1545, 2000 in Calabria nel 1561 ed altri 2.000 nelle Alpi nel 1686). La Linguadoca venne ridotta terra rasata e tutte le antiche tradizioni locali andarono irrimediabilmente perdute, ma in realtà Innocenzo, che non riusciva a comprendere l’incongruenza tra la piccola eresia prodotta dalla disobbedienza e dal disprezzo verso un uomo, fosse pure il papa, e la rinuncia pratica al Discorso della Montagna portata a compimento definitivo con “terapia” dell’eradicazione sanguinosa e la creazione dell’Inquisizione.

http://www.youtube.com/watch?v=OQ8oMDycgG8

 

Fonti :

mondimedievali.net

cineresistenza.blogspot.it

animalvibe.org

mondomicaltervista.org

Forumcomunity.net

L'AUTORE
La redazione di YOUng
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