Il tuo amico è un Punkabbestia se…fa tutte queste cose

29 Gennaio 2015
Aurora Scudieri
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521802052_a9249b090e_bVa ai rave, è pieno di piercing, usa la tazza di metallo per la colletta,  ha un pitbull che si chiama Busta, Spruzza o Ranza? Allora quel tuo amico può essere definito un PUNKABBESTIA.
Un blogger ha deciso di elencare quelle tendenze, usanze, caratteristiche che rendono una persona un Punkabbestia.

Carino, ironico ma anche molto veritiero, questo articolo merita di essere ripreso. Se un vostro amico, vostro fratello o sorella o il vostro ragazzo fa tutte o molte delle cose elencate qui in seguito avete tutto il diritto di definirlo un Punkabbestia senza che questo si offenda dato che per lui si tratterà di una scelta e di uno stile di vita.

La frase “Cioè, ma porkoddio”, il pitbull che si chiama Busta, Spruzza o Ranza, avere un furgone, ascoltare il sound-system, possedere un generatore e un furgone camperizzato, avere un flyer fotocopiato, adorare il Sound Conspiracy, parlare spesso di hardtek, collezionare dischi in vinile, usare espressioni quali “Il rimasto dentro la cassa”, portare solo felpe col cappuccio e cappellino con la visiera, avere i rasta con rasata laterale, essere ricoperto di tatuaggi tribali, aver frequentato i SERT, essere fuoricorso, vivere nella paranoia da intercettazione, cucinare la keta, dire spessp “Ci sto troppo dentro.”, vivere sul soppalco, adorare le giacche tecniche da snowboard e le scarpe da skate, disprezzare tutto ciò che è fricchettone, avere la stalattite bianca dipinta dai pulviscoli fra la narice e il labbro superiore….E ancora: abitare a Londra a fine anni Novanta, avere le zampine scheletriche e le dilatazioni da 3 e mezzo, indossare la canottiera dei Los Angeles Lakers. Suonare il bong. Avere il trita-erba. Scroccare le paglie. Smazzare le paste. Il trittico. Il dittico. Suonare ai vicini di casa per chiedere il bicarbonato. Andare dal kebabbaro a chiedere la carta stagnola. Avere nel Cv la denuncia per schiamazzi. Avere i trip nel frigo. Essere fermato spesso al posto di blocco. Avere le tasche segrete per imboscare la droga. Avere un cane shining che riconosce gli sbirri in borghese e li segnala al padrone abbaiando o ringhiando. Dormire con il materasso per terra in appartamenti con quindici persone e sei cani. Andare in Spagna a fare la raccolta d’oppio. Essere in down. Il day-after. Marsiglia 2000. Gli elicotteri delle forze dell’ordine che sorvolano il teknival. I Tulipani Arancioni. Il Ketavet. Le bottiglie indiane di acqua di rose. Le bottiglie. La drum and bass. I pantaloni larghi a vita bassissima con il perizoma di fuori. La fantasia leopardata. La fantasia zebrata. La torcia. La borsetta della Orange sotto l’ascella. Il sandalo da trekking. Il sacco a pelo. La busta. La busta di plastica. La farmacia. L’accendino. L’occhio spillato. La midriasi. Le ranze. Il piano per le ranze. Gli accessori chic per fare le ranze. Le piattole. I pidocchi. La scabbia. MTS. Le analisi delle urine. Le analisi del sangue. L’analisi del capello. L’avvocato. Lo zaino da campeggio militare. Il moschettone. La stringa portachiavi al collo. Il porta-storie. Le macchinette. Tank Girl. Il tatuaggio biomeccanico. Litigare con le vecchiette. Rubare al supermercato. Inculare gli amici con le storie. I punkabbestia di famiglia milionaria detti anche punkabbancomat. Dare il pacco. Prendere il pacco. Fuori Vena di Tecla Taddei. Amore Tossico. Rimanerci sotto. Le terme di Petriolo. I bulloni in mezzo ai rasta. Le collane di plastica fluo e gli accessori fatti con le camere d’aria. Le facce all’alba. Il sound alle sei del mattino. Lo squat. La festa tekno. Trovare la festa. La retata alla festa. Scappare dalla retata alla festa attraverso i campi. Infamare. Gli occhiali da nerd con la montatura nera. Le ragazze mascoline. Le ragazze androgine.

E ancora…Comprare la roba. Andare in Olanda a comprare le paste. Smezzare la capsula. Il quartino di trip. Le raglie. Il K-Hole. Le allucinazioni. L’inframuscolo. Le bazze dal veterinario. La Spagna. Le pinete in Salento. I live set. Le insuline. La cassa dritta. I BPM. Porto Marghera. Le tribe. I borghesi di merda. Dormire in furgone. Dormire per strada. La stazione. Il fegato spappolato. Il colorito grigio-verde. L’aggressività. Il cervello che scoreggia. Il neurone superstite. Dire: “Spacca”. La micro-gonna con le scarpe da skate e lo scaldamuscolo. I Crazy Colors. Il piercing al setto. Vantarsi dei soldi guadagnati con lo spaccio. Il falò alla festa. I gradi sottozero alla festa. L’occhiale da sole a benda. La compilation tekno su cassetta. Incazzarsi perché qualcuno ti dà del punkabbestia. Collassare. Ondeggiare ingessati davanti alla cassa. Le foto delle feste. ShoCkRaVeR. La Tekno Old School. L’808. Il bilancino. Le panette di fumo. La digos. Riconoscere tutti quelli della digos della tua città. Passare la frontiera dopo aver ingoiato cinquanta ovuli. Evacuare gli ovuli. Vendere gli ovuli a peso d’oro. Il bancomat. Grattarsi. Sboccare. Bestemmiare. Approfittarsi delle minorenni strafatte di keta. Scroccare la droga alle marpie. Gli Okupe. Betty 23. La morte di Betty 23. I Tomahawk. La TAZ. Hakim Bey. I Superhoffmann 2000. La pitbull incinta. Il letto sui bancali. Il cyberpunk. Odiare tutto ciò che è naturale poiché fricchettone. Le maschere antigas. La giacca vintage da motociclista. Il bomber, soprattutto per le nuove generazioni. Gli stivali di Tank Girl. Tetsuo l’uomo meccanico. Il collage di flyer appeso sopra al letto. L’opera d’arte per l’esame all’Accademia fatta con le stagnole o le bocce di metadone. La parola “sostanze”. Essere convinti di avere la propria poli-tossico-dipendenza perfettamente sotto controllo. L’analisi delle sostanze e il viaggio di drogarsi in maniera autoconsapevole. La convinzione incrollabile di essere belli nel momento in cui si è all’apogeo della fuoranza. Il viaggio che fumarsi una canna ripiglia. Smascellare. L’empatia. L’Accademia e il DAMS, ma anche Lettere e Filosofia. La pasta col tonno. Le scarificazioni. Il cane in furgone. Parlare sempre e solo di droga. Il tappeto o la coperta zebrata. Sughettare la benzina per il furgone. Il furgone che prende fuoco. Il cellulare sotto controllo. Il passaggio per la festa. La bottiglietta d’acqua. La disidratazione. L’ipotermia. La comunità. Tua madre che ti butta via la droga. Il viaggio metropolitano. Blade Runner. La juggler bellissima con le catene infuocate. I mangiafuoco. Il petrolio bianco. L’ortodossia demente nell’uso delle sostanze, per cui va benissimo ammazzarsi di speed ma la roba è out e va criticata ferocemente anche se poi tu di nascosto la usi. I Total Resistance. I Tekno Mobil Squad. Il campionamento. La parola “smostrarsi”. Attaccare gli annunci perché hai perso il cane. Urlare a squarciagola il nome del tuo cane, accompagnato da insulti e bestemmie. Gli Heretik. La polo di ketamina intorno alla narice. La Golden. L’OB-One. La Special K. La birra Hollandia comprata dai pakistani. Il Pistoia Blues. La Festa della Luna di Colere. La maestosità della fabbrica. Essere troppo fuori per riuscire a scopare. Prendere la candida. Il coltellino della Victorinox. La fialetta di soluzione fisiologica. Le stagnole. Le spruzze. Picchiare il cane. Il viaggio post-apocalittico e tutto il ciclo di Interceptor e Mad Max. Giger. Il punkabbestia bolognese. Il punkabbestia romano. Il punkabbestia milanese. Il punkabbestia salentino. La shoppa. Macinare le pastiglie nella banconota con l’accendino. La Caterpillar. Il Fioravanti. Il Ranzani. Il pippotto. Via Petroni. Le ranze da zero cinque. Le roccette. La Cybedog negli anni Novanta. L’extension di gomma e materiali vari. Ubik. Philip K. Dick. William Gibson. Le Swear. Le Etnies. Le Circa. Le Adio. Le Osiris. Lo svarione. Il cucchiaio. Il filtro. La fila alla farmacia di Piazza Maggiore. Le ricette finte. I visual alle feste. I genitori stra-ricchi che ti pagano il migliore penalista quando vieni beccato. L’infezione al piercing. Puzzare di acqua di bong. Il viaggio che tutto questo sia contro il sistema…

Una lista infinita di luoghi comuni che però, se conoscete un Punkabbestia, riconoscerete in pieno!!

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