Risonanza magnetica e mezzo di contrasto (MDC): ciò che devi sapere
Sono davvero sicuri i protocolli previsti dal sistema sanitario nazionale per l’utilizzo del mezzo di contrasto? E quali sono le reazioni avverse?
E’ “rassicurante” sapere che chi è sottoposto a risonanza magnetica con mezzo di contrasto acconsente all’iniezione di una sostanza altamente tossica che viene considerata “farmaco” (non terapeutico, ndr), ma su cui non sono mai stati condotti dei veri e propri studi. Prima di andare in allarme, tuttavia, è bene leggere con neutralità tutte le informazioni che saranno fornite nel presente articolo corredato da fonti. La risonanza magnetica con mezzo di contrasto è necessaria in alcuni casi e, dal momento che il protocollo non contempla tutti i potenziali rischi del MDC, è giusto che sia tu a informarti. Andiamo avanti dunque.
Il medico che deve iniettarti il farmaco ti dirà sicuramente che “non devi preoccuparti, nessuno è mai morto per il M.D.C.” (mezzo di contrasto, che può essere di varia composizione). In realtà non c’è nulla di più falso tra le tante omissioni o leggerezze che ti capiterà di ascoltare. I professionisti informati su quelle che sono le reali reazioni avverse sono davvero pochi. La verità è che uno studio ufficiale sul mdc, nonostante questo sia largamente usato come farmaco ospedaliero, non esiste. L’unica registrazione effettuata su un piccolissimo campione di persone è del 2009! Si, proprio del 2009…. Ma a quanto pare non la conoscono nemmeno i medici che svolgono quotidianamente la RM con MDC. Tuttavia, il solo fatto che queste informazioni siano state date in modo centellinato e solo in tempi recenti, ci fa pensare a quanto siano sottovalutati i rischi del MDC: il gadolinio, un metallo non radioattivo largamente usato come MDC, è stato infatti introdotto nel lontano 1980.
AGGIORNAMENTO – Un medico ci segnala uno studio effettuato su oltre 37 mila pazienti e pubblicato il 14 Luglio 2015 (LEGGI LO STUDIO)
Sono state registrate reazioni avverse gravi a causa del mezzo di contrasto? E i decessi? In che percentuale? E in quali condizioni?
Parleremo anche di questo.
Cito testualmente quanto riportato da farmacovigilanza: “ Nella banca dati del Gruppo Interregionale di Farmacovigilanza al 30 giugno 2009 erano presenti 2.274 segnalazioni di reazioni avverse alle due categorie di mezzi di contrasto prese in considerazione nell’articolo (vedi tabella), con una percentuale di reazioni gravi del 23% circa. Sia per i mezzi di contrasto iodati sia per quelli a base di gadolinio per risonanza magnetica le reazioni più segnalate come causa di morte sono state lo shock anafilattico e l’arresto cardiaco o cardiorespiratorio”. La vera domanda è: nel consenso informato, queste percentuali sono state indicate? La risposta è NO.
Comunque, ci sono malattie non mortali ma invalidanti e queste malattie di solito non sono nè contemplate nelle tabelle di invalidità, nè tanto meno ricerca. Sono malattie che magari necessiterebbero di poco per guarire ma nessuno sa come nascano e perchè. A causa della scarsità della ricerca, le persone affette da queste malattie o sindromi, sono costrette a fare questa RM con MDC. Eppure la scienza potrebbe anche cambiar verso ed evitare un avvelenamento necessario a persone fondamentalmente sane. Ma qui si apre un altro discorso, quello della ricerca, che è un nodo spinoso in un paese ricco di contraddizioni come l’Italia. Per chi non soffre di malattie rare invece, come ci si pone? Eh qui sarà lo specialista ad esprimersi.
Ecco a voi la tabella e qualche altra informazione, prendetene atto perchè quando vi troverete di fronte a un medico che vi dice: “non è mai morto nessuno per insiezione di MDC”, voi saprete come rispondergli.
QUANDO VI DIRANNO CHE è TUTTO TESTATO E CONTROLLATO dovrete leggergli questo, cito testualmente la fonte:
“I mezzi di contrasto sono a tutti gli effetti farmaci che vengono introdotti nell’organismo, tuttavia non essendo sostanze terapeutiche raramente vengono trattati in testi, prontuari o banche dati di farmacologia clinica a uso del medico pratico, specie in riferimento alle reazioni avverse e alle possibili interazioni. Anche importanti testi di riferimento internazionale come il Goodman Gilman e prontuari come il British National Formulary e BNF for children non ne fanno alcuna menzione. Viceversa l’argomento è analizzato ampiamente in trattati come Meyler’s Side Effect of Drugs, 2006, 15° edizione, e banche dati online farmacologiche – come Micromedex, che include Martindale 2010 – e cliniche – come Up to Date, 2010 e Dynamed, 2010.”
QUANDO VI DIRANNO CHE AL MASSIMO PUò PROVOCARE ALLERGIA E “shock anafilattico”, ma che “se fai la preparazione con antistaminici sei a posto”, gli leggerete questo estratto della FDA 2007:
La scheda tecnica dei mezzi di contrasto per la diagnostica per immagini, contenenti gadolinio, sono state aggiornate, riportando nuovi warning (avvertenze).
Risonanza magnetica per immagini: rischio di fibrosi sistemica nefrogenica con i mezzi di contrasto contenenti Gadolinio.
NB – La fibrosi sistemica nefrogenica, caratterizzata da ispessimento della cute e dei tessuti connettivi, è una malattia debilitante e potenzialmente fatale.
Chi può avere una reazione acuta e potenzialmente fatale di questo tipo? Agenziafarmaco.com è molto chiara e cita tutte le persone che hanno già problemi renali, che sono in attesa di trapianto di fegato, che hanno una difunzione epatica o i bambini sani di età inferiore a 1 anno in quanto i reni non sono ancora formati.
E inoltre “Sia per i mezzi di contrasto iodati sia per quelli a base di gadolinio per risonanza magnetica le reazioni più segnalate come causa di morte sono state lo shock anafilattico e l’arresto cardiaco o cardiorespiratorio” (fonte).
CONSIGLI – Vi diranno di portare analisi del sangue contenenti solo 3 voci: creatinina, azotemia e glicemia. E’ poco, ma tant’è. Cari pazienti, questo si chiama protocollo. Inadeguato di certo, tuttavia imposto. L’obiettivo è quello di valutare la funzionalità renale perchè la nefrotossicità è quella maggiormente riscontrata nelle reazioni avverse da MDC. Non sanno invece che esistono e sono certificate reazioni avverse di tipo cardiovascolare e respiratorio, quindi fate anche analisi in questo senso rivolgendovi al vostro medico. Inoltre, ci sono pazienti affetti da malattie rare come il diabete insipido nefrogenico che spesso registrano valori normali di creatinina e azotemia, ma hanno comunque complicazioni renali. State attenti in questo caso, rivolgetevi a un esperto se vi accorgete, ad esempio, di avere fastidi alla gola o alla tiroide come se vi sentiste disidratati e con una enorme e insostenibile necessità di bere tanta, tanta, tantissima acqua. Ma non posso aiutarvi oltre, perchè anche qui manca la ricerca e occorrerebbe davvero consultare un medico. Vi aggiornerò se ci saranno evoluzioni.
SUBITO DOPO LA RISONANZA -Vi diranno che il vostro corpo espellerà in 48 ore la maggior parte della sostanza tossica, ma le cose stanno diversamente. Assumete una sostanza chelante, sempre, in ogni caso. Le sostanze chelanti sono sostanze naturali che vi aiutano a disintossicarvi dalle diossine e metalli pesanti, tra esse rientrano aglio e zeolite, solo per citarne alcune. Comunque non superate mai le dosi consigliate, dopo 48 ore avrete espulso la maggior parte delle sostanze tossiche. Non è solo la mia logica a suggerire questo, ma anche UCSF (University of California San Francisco) che scrive testualmente:
“Il Gadolinio , per la sua tossicità, deve essere legato ad un chelante (DPTA ). Il Gadolinio è impiegato da anni in tutto il mondo senza aver causato gravi complicanze. I più comuni effetto indesiderati sono : lieve cefalea e/o nausea e senso di bruciore al sito di iniezione.In una bassa percentuale di casi può presentarsi un calo pressorio e sensazione di testa vuota. L’allergia al Gadolinio è rara. Sono necessarie precauzioni per i pazienti con problemi renali. L’impiego del Gadolinio nelle donne in gravidanza richiede la valutazione del rapporto rischio/beneficio. ( Xagena2003 ) “
Andate in erboristeria e comprate quella che fa più al caso vostro sulla base del mdc utilizzato o consultate un medico (se fossero informati i medici che vi praticano l’iniziezione di mdc, saranno loro stessi a dirvi quale chelante assumere, ma non sempre ne sono a conoscenza, non aspettatevi niente).
NB: Sulle sostanze chelanti sarebbe necessario parlare dettagliatamente in un capitolo a parte, ma è bene ricordare che tali sostanze possono essere molto utili anche nella disintossicazione da metalli pesanti che respiriamo attraverso lo smog, accumulate nel sangue e nei reni e che potrebbero costituire anche un mezzo di prevenzione contro il cancro per le zone altamente inquinate. Inoltre, le donne attente che decidono di cercare metalli pesanti nel proprio sangue, (le donne della Terra dei Fuochi ne sanno qualcosa), è bene si sottopongano a una terapia chelante prima del concepimento di un bambino.
E’ BENE CHE TU SAPPIA – “Ugualmente importanti sono un attento esame clinico del paziente e la valutazione di alcuni parametri di laboratorio, quali funzionalità renale, epatica, tiroidea, emocoagulativa ed elettroforesi proteica del siero”. Mi sono sforzata di farlo capire ad alcuni medici, ma non l’hanno voluto mai comprendere. Del resto prescrivere tutte queste analisi costituisce un peso economico non indifferente al sistema sanitario nazionale e se pensiamo che le reazioni avverse gravi superano di poco il 23% forse non ne vale la pena. No? Ma anche qui farmacovigilanza ha un consiglio da dare a meidic poco informati: “Ovviamente la prima considerazione da fare, anche in relazione ai possibili rischi, è la reale utilità dell’esame. Particolari condizioni predisponenti, come una preesistente insufficienza renale, la disidratazione, terapie diuretiche, l’uso di farmaci che possono causare tossicità renale (per esempio FANS o ACE inibitori che vanno sospesi prima dell’esame) devono essere attentamente valutate, soprattutto per la prevenzione (o l’aggravamento) della nefrotossicità. A questo scopo è obbligatorio considerare in ogni paziente che deve essere sottoposto a esame con contrasto per via endovenosa non solo la creatininemia, ma anche il GFR (filtrato glomerulare), che molti laboratori forniscono insieme. Sopra i 60 ml/min il contrasto può essere eseguito con sicurezza, sotto i 30 ml/min è controindicato, così come il contrasto paramagnetico per la risonanza. Occorre prestare particolare cautela anche per le interazioni con altri farmaci (per esempio metformina da sospendere prima o al momento dell’esame e fino a 48 ore dopo). ” (Fonte)
PER PREVENIRE LA NEFROPATIA – “Non esistono trattamenti farmacologici certi per la prevenzione della nefropatia da contrasto,7,8 sebbene siano state proposte diverse molecole tra cui bicarbonato di sodio, acetilcisteina, calcioantagonisti, teofillina, antagonisti del recettore dell’endotelina. Più importante sembra una accurata idratazione prima dell’esame e la sospensione, come detto sopra, di farmaci potenzialmente in grado di peggiorare la funzionalità renale.
Reazioni idiosincrasiche acute gravi (per esempio shock, sincope, aritmie cardiache ventricolari, broncospasmo, orticaria) vanno riconosciute e trattate tempestivamente, ricordando che anche il pre trattamento con antistaminici e corticosteroidi nei casi a rischio non fornisce un sicura protezione”. (Fonte)
SE DOPO TUTTO QUESTO NON CI CREDONO O NON CI VOGLIONO CREDERE PERCHè, dicono, “GLI ALLARMISMI FANNO SEMPRE MALE” e che “i protocolli sono sicuri” ECCO A VOI
UN TRISTE CASO DI CRONACA
RAINEWS24 – Brindisi, 24 gennaio 2007
A Brindisi un uomo muore dopo la risonanza magnetica
Indagini sono in corso a Brindisi per accertare le cause della morte di un uomo, Luigi Latino, di 46 anni, finanziere in congedo, avvenuta nella clinica privata ‘Salus’ di Brindisi mentre si sottoponeva ad una risonanza magnetica.
A quanto si e’ saputo, si sta valutando anche l’ipotesi che la morte possa essere stata provocata dal liquido di contrasto che si inietta per effettuare l’esame diagnostico. Non appena iniettato il liquido, l’ uomo e’ stato sottoposto alla risonanza magnetica e mentre era in corso l’esame e’ stato colto da malore. Sul posto e’ intervenuto anche un rianimatore, ma l’ uomo e’ morto. Sara’ comunque l’autopsia a stabilire esattamente le cause della morte e, soprattutto, se vi sia un nesso fra il decesso e l’iniezione di liquido di contrasto fatta alla vittima prima dell’esame.
Latino ha cessato di vivere nonostante – fanno sapere dalla clinica Salus – l’applicazione dei protocolli di intervento previsti in questi casi e i tentativi di rianimazione da parte dei medici. L’episodio e’ accaduto ieri mattina, poco prima delle 12, e sono stati i medici della clinica
ad avvisare i carabinieri; le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore Milto De Nozza del Tribunale di Brindisi che ha disposto
l’autopsia, che sara’ fatta nell’ ospedale Perrino. L’uomo, qualche anno fa, si era congedato dalla Finanza per poter assistere la moglie,
che ha gravi problemi di salute.
CONCLUSIONI – Siccome i protocolli sono abbastanza “leggeri” e siccome non tutti i medici che iniettano questi farmaci sono consapevoli di quello che fanno al punto che informano i pazienti solo dei rischi legati ai soggetti allergici e, nella maggior parte dei casi, non richiedono nemmeno che vengano prescritte le analisi complete del sangue soprattutto per fegato, reni, tiroide, cuore, è bene si scriva, qualora vi siano i presupposti, sotto al foglio di consenso informato quanto segue:
“Nel presente consenso informato che viene fornito da protocollo, è assente ogni informazione in merito a problemi cardiovascolari, cardiocircolatori e respiratori. E’ assente altresì qualsiasi informazione in merito alla percentuale e all’entità delle reazioni avverse, oltre alla corretta informazione su chi potrebbe contrarre la nefropatia da contrasto. In assenza di questi dati e sulla base del protocollo attuale, mi trovo nella condizione di dover comunque firmare il presente consenso, rimandando al SSN la responsabilità su ogni possibile reazione avversa non testata”
In fede XXX.
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