Essere galanti è sessista
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Tenere la porta aperta, preparare la sedia, aiutare ad indossare la giacca…tutti gesti che potrebbero offendere una donna ed essere presi come un gesto sessista.
Secondo uno studio americano pubblicato sul Daily Mail, il sessismo non sarebbe solo violento e ostile ma si nasconderebbe anche dietro ai gesti cordiali, che nascondono in realtà un senso di sottomissione della donna.
Trattare la donna come un essere fragile da proteggere, aprendole la portiera dell’auto o aiutandola ad indossare una giacca, sarebbe una forma molto sottile e spesso ignorata di sessismo. Questi gesti, infatti, non sarebbero forme di gentilezza o educazione, ma di sottomissione. Il rispetto, infatti, sarebbe nel trattare l’altro e in questo caso l’altra, alla pari. Idea sostenuta fortemente anche dalle associazioni femministe che salutano con entusiasmo questo studio svolto da alcuni ricercatori di Boston.
Chiamato “sessismo benevolo”, secondo lo studio, questo comportamento galante sarebbe, secondo gli esperti più difficile da individuare rispetto a quello ostile ed è caratterizzato da un comportamento paterno e protettivo. Dietro a questo secondo tipo di sessismo ci sarebbe un uomo cordiale, sorridente che in realtà considera la donna come un essere inferiore e incapace di cavarsela da solo.
Dietro lo studio, il gruppo della professoressa Judith Hall, della Northeastern University di Boston, il quale sostiene che: “Il sessismo benevolo è come un lupo travestito da agnello che perpetua il supporto per la disuguaglianza di genere tra le donne. Questi gesti presunti buona fede possono invogliare le donne ad accettare lo status quo in società perché il sessismo sembra letteralmente accogliente, attraente e innocuo”.
Un altro studio, svolto dalla professoressa Ann Marie Ryan, psicologa presso la Michigan State University, ha dimostrato come i reclutatori per nuovi posti di lavoro preferiscono tratti più maschili a quelli comunemente associati alle le donne nel scegliere un nuovo candidato. Questo studio ha quindi chiesto a 27 coppie di uomini e donne, che non si conoscevano, di rispondere a dei quiz per ottenere un posto di lavoro.
Ad alcune delle donne era stato chiesto di sottolineare alcuni tratti maschili “come l’assertività, l’indipendenza e l’ambizione” nelle proprie risposte.
Altre sono state invitate a valorizzare i “tratti femminili, quali il calore e il sostegno”.
I reclutatori, a fine test, hanno scelto, le persone, donne e uomini, con i tratti maschili perché considerate più idonee delle altre che, secondo i reclutatori, tendevano ad esagerare la gravità di problemi sul posto di lavoro perché erano più fragili emotivamente, troppo impulsivi e sentimentali.