Piste da sci hi-tech accessibili e contro il rischio valanghe
Un’idea di montagna hi-tech, sostenibile e accessibile. Piste da sci ad alta tecnologia, per ridurre i rischi di valanghe e tutelare l’incolumità degli sciatori.
Parte dall’Abruzzo, precisamente da Roccaraso, e punta ad arrivare alle vette d’Europa il progetto pilota “S.A.E. – Sicurezza, Ambiente, Energia”. Messo a punto da tre Pmi del comprensorio sciistico Sifatt, Monte Pratello e Pizzalto con due collaboratori specialistici (consorzio Montagna Amica e società Altevie) e il supporto della Facoltà di Ingegneria de L’Aquila, è stato già testato sulle montagne abruzzesi ed è pronto a essere esportato.
Il progetto, nello specifico, prevede l’impiego di un software per valutare il rischio di valanghe, “che consente di avviare procedure di monitoraggio e controllo, fino alla chiusura delle piste interessate”. Ma si rivolge anche ai diversamente abili, grazie all’utilizzo di “carrozzelle innovative e tecnologiche, gestite attraverso un tablet, per permettere ai disabili di muoversi liberamente nelle aree montane” e a “dispositivi di guida vocali per consentire agli ipovedenti di passeggiare in montagna”. Previsti, inoltre, “sistemi innovativi, procedure unificate e standard più elevati per quanto riguarda la sicurezza degli utenti”.
La ricerca, “che delinea un modello innovativo replicabile ovunque”, ha richiesto un lavoro di oltre due anni e l’impegno di oltre 20 esperti. Il progetto è stato finanziato con le risorse del Por Fesr Abruzzo 2007-20013 e ha avuto un costo di 750mila euro.
Tre gli obiettivi del progetto, presentato nella sede del Consiglio regionale di Pescara: il miglioramento delle condizioni di sicurezza degli impianti di trasporto; la riduzione dei costi ambientali ed energetici; il miglioramento delle condizioni di accessibilità “ai principali servizi turistici, quali impianti di risalita, piste da sci e locali annessi”. Nell’ambito della ricerca è stato elaborato anche un Piano di sicurezza attiva per la gestione del rischio valanghe, che comprende una carta di probabile localizzazione del rischio e un software specifico, messi a punto con l’obiettivo di valutare, caso per caso, “quando e dove le condizioni sono critiche, permettendo così di avviare le procedure di monitoraggio e di controllo”. A tutto ciò va ad aggiungersi “la progettazione di interventi strutturali di difesa”, ossia “barriere fermaneve finalizzate a evitare che le valanghe possano generarsi”.
Il responsabile del progetto Marco Cordeschi ha così commentato: “Considerando la sicurezza il requisito essenziale per la programmazione e la progettazione di interventi di ingegneria per la montagna, la ricerca mira a prospettare soluzioni tecniche che, secondo una rigorosa logica di sostenibilità ambientale ed energetica, possano garantire il raggiungimento di elevati standard di qualità”. Per la “prima volta in Europa”, ha aggiunto, “vengono trattati unitariamente i temi della sicurezza integrata per piste da sci, valanghe e impianti di risalita, quelli della ottimizzazione della gestione delle risorse idriche, quelli del miglioramento delle condizioni di accessibilità anche per diversamente abili e quelli del risparmio energetico in una logica industriale sostenuta dai necessari approfondimenti scientifici. In tal senso, il progetto di ricerca si manifesta come punto di partenza per la programmazione e progettazione di interventi a livello di comparto turistico montano, con spiccate funzioni pilota e caratteristiche di riproducibilità a livello nazionale ed europeo”.