Analisi dell'ultimo messaggio di Luis Miguel Chiasso

30 Novembre 2014
Maria Melania Barone
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1234167_10204971462588385_5346223088333272398_nLa storia di Luis Miguel continua ad essere abbastanza oscura per tutti. Ne parlano numerosi giornali locali e nazionali che sottolineano l’alone di mistero che permane intorno alla vicenda di questo stranissimo suicidio reso ancora più misterioso da quella strana dichiarazione scritta, presumibilmente, da Luis Miguel su facebook due ore prima di morire.

Luis Miguel Chiasso, due ore prima di morire, avrebbe scritto un post in cui denunciava che qualcuno stava per andare a “chiudergli la bocca”. Il post è datato 25 Novembre 2014 ed è stato pubblicato due ore prima della sua morte. Ovviamente sarà l’autopsia a definire come è morto Miguel. Bisognerebbe fare anche un’indagine seria nel luogo in cui è avvenuto lo sparo per definire se si è trattato davvero di un suicidio. La caserma Tor di Quinto non è una Caserma come le altre, è un centro di addestramento, come ci fa sapere chi la conosce bene, impossibile quindi che Luis Miguel fosse da solo. Difficile da credere che nessuno abbia sentito uno sparo. Per silenziare uno sparo ci sarebbero due modi: a) usare un silenziatore, ma questo potrebbe non essere il caso; b) attutire lo sparo con un cuscino. Ci sarebbero due esami da fare: definire tramite un’analisi balistica da che arma è stato sparato il colpo; in secondo luogo verificare se la porta è stata davvero forzata o se era presente un cuscino forato. Inoltre esiste un terzo esame scientifico per determinare effettivamente se a sparare è stato davvero Luis Miguel: l’analisi delle sue mani per definire se ci fosse davvero polvere da sparo, in caso contrario l’ipotesi del suicidio, oggi l’unica contemplata, avrebbe lo 0% delle possibilità. Hanno fatto questo esame? Non lo sappiamo.

Intanto gli amici ci fanno sapere che il suo corpo è stato sepolto e che per una sola mattinata è stato reso disponibile per l’autopsia. Un tempo ridotto per fare tutte le indagini scientifiche che dovrebbero essere disposte da un magistrato. Ma attenderemo comunque i referti autoptici ed altre eventuali informazioni reperite dai Carabinieri del nucleo Investigativo sul corpo del loro collega.

Torniamo al messaggio. Una delle amiche di Luis Miguel che commenta il suo ultimo post, afferma che non può essere stato davvero lui a scrivere questo status in quanto, chi presumibilmente lo ha fatto, “ha sbagliato proprio il lessico spagnolo”, cosa impossibile per Luis Miguel che aveva origini colombiane. In particolare nel post il presunto Luis Miguel avrebbe scritto: “con la maggiore aggravante, rebellantes, cioè a dire ribelli”. Nei commenti l’amica di Luis Miguel scrive: “Sì scrive rebeldes, quindi non credo che sia stato lui a scrivere”. Va detto però che il termine “rebellantes” è latino e l’intera citazione opportunamente virgolettata nel messaggio che precede la morte di Luis Miguel è stata tratta dal “Secondo trattato del Governo” di John Locke.

Luis Miguel afferma di aver divulgato le sue conoscenze attraverso il personaggio di Adam Kadmon mediante l’ausilio di un attore. In pratica Luis Miguel (o chi per esso) si qualifica come fonte privilegiata per il programma Mistero. Effettivamente Adam Kadmon potrebbe esistere come non esistere fisicamente, quel che è certo è che la sua esistenza prende vita grazie ad un attore che rende possibile la “voce narrante” di Adam Kadmon, appunto. Chiaramente le cose dette da Adam Kadmon, che oggi tutti identificano con l’attore, sono state scritte da una redazione. Ma quando il produttore di Adam Kadmon smentisce il post pubblicato dal povero Chiasso, ci tiene a precisare che “la redazione” è “al completo” e che lo stesso Adam rassicurerà tutti sulla sua salute. Precisamente questo è il post pubblicato sulla pagina di Adam Kadmon: “Non so spiegarmi perché il carabiniere Luis Miguel Chiasso prima di suicidarsi abbia millantato con un post sul suo profilo di Facebook dì essere Adam Kadmon. Questa triste faccenda provoca a tutte le persone che collaborano al programma una profonda compassione. Non ci resta che pregare per l’anima fragile del giovane carabiniere. La nostra redazione al completo è vicina ai famigliari di Luis Miguel. Come al solito stiamo lavorando a pieno regime, assieme ad Adam Kadmon, per la realizzazione della prossima puntata del 30 novembre. Ringrazio tutti quelli che continuano a seguirci. Il Produttore. Claudio Cavalli”. Questo post è stato pubblicato alcune ore dopo un primo post che poi è stato cancellato: “La notizia di cui in tanti ci state informando secondo cui Adam Kdom sarebbe stato ucciso o si sarebbe suicidato è ASSOLUTAMENTE falsa”.

Premesso che nessuno ha mai detto che Luis Miguel sia Adam Kadmon o che lo stesso Adam si sia suicidato, non è che forse Luis Miguel intendeva dire di essersi offerto come fonte? Ebbene, lo abbiamo chiesto a Claudio Cavalli, produttore del programma e pubblicheremo tutto nella terza parte di questa inchiesta.

I SERVIZI SEGRETI – Nel post di addio, il presunto Luis Miguel scrive di far parte dei Servizi Segreti nazionali e internazionali. L’Ansa, così come riportato da Il Secolo XIX, riferisce di aver appurato che il carabiniere non ha mai lavorato per i servizi segreti. Ma seppure lo avesse fatto, perchè i servizi avrebbero dovuto rivelarlo? Ci soffermiamo su questo particolare perchè non è un semplice elemento di cronaca, ma ci riporta alla mente quanto scritto da un’altra persona, che pure si è sempre dichiarata “appartenente ai servizi segreti internazionali”: Leo Zagami. Sia chiaro, Zagami non c’entra nulla con il post scritto da Luis Miguel, ci mancherebbe altro! Ma ci preme sottolineare comunque una piccola analogia.

Per sostenere e incoraggiare la verità sulla morte di Luis Miguel sono nate due pagine facebook:  Luis Miguel Chiasso – Verità e Luis Miguel Chiasso forever con noi. Ebbene, nessuno dei suoi amici sa chi amministri queste pagine, e questa è la cosa meno importante. Noi lo abbiamo chiesto inviando un messaggio alla pagina facebook, ma nessuno ha risposto. Quello che salta agli occhi è che proprio la seconda pagina ha condiviso uno status di Leo Zagami.

Anche Leo Zagami è un personaggio abbastanza noto tra coloro che seguono le cosiddette “teorie del complotto“. Famoso è il video in cui Zagami interveniva da Piazza dei Partigiani a Roma durante la manifestazione del Coordinamento 9 dicembre (chiamati impropriamente Forconi). Nel video del Fatto Quotidiano si da una breve descrizione iniziale prima dell’intervista a Zagami che, in quell’occasione, ha affermato di lavorare per i servizi segreti internazionali: “Leo Zagami, nipote di Leopoldo Zagami ex Senatore appartenente al Partito Monarchico e poi Socialista. L’Espresso lo racconta così: “Teorico della cospirazione, ex membro della setta illuminati oggi scrittore di successo ma fuori dai confini nazionali. Il coordinamento ha preso le distanze da lui definendolo infame e traditore; la setta degli illuminati e  la massoneria mondiale sono al centro dei suoi studi“.

Dunque, lo scrittore e teorico del complotto (la cui intera biografia è reperibile qui) afferma di “lavorare per i servizi segreti  e per i servizi segreti internazionali”. A Piazzale dei Partigiani, più precisamente, affermò di lavorare per Putin e Snowden. Ed è così che Zagami è riuscito a costruirsi un personaggio che vende anche molti libri. Perdonate la parentesi personale ma doverosa: la sottoscritta è stata per un certo periodo di tempo l’Ufficio Stampa del Coordinamento 9 dicembre (quello che non c’entra niente coi Forconi), e posso dire con certezza che Leo Zagami non è mai stato tra i fondatori del coordinamento, nè tantomeno l’ideologo. E’ stato soltanto una persona che vi ha aderito spontaneamente e che si è presentato a numerosi incontri, in particolare quello di Pontinia del 27 dicembre 2013. Lui stesso chiarisce in un suo post di non esserne il fondatore (dove si autoproclama pensatore del coordinamento), e poi ribadisce tutto nel nono video di Illuminati news che è quello che ci interessa. In questo video Zagami dopo aver detto qua e là che vuole “il sangue degli innocenti” come vendetta ad un’accusa falsa di spionaggio e dopo aver fatto riferimento alla caso Breivik che avrebbe fatto una strage di comunisti nel giorno di Maria Maddalena (ricorrenza legata alla massoneria), chiarisce anche il ruolo che lui, Leo Zagami, ha avuto all’interno del coordinamento 9 dicembre. Più precisamente Zagami avrebbe fatto una riunione dinanzi ai rappresentanti dei sindacati di polizia il 23 novembre 2013 e, proprio in quell’occasione, le forze di polizia avrebbero deciso di aderire simbolicamente alla protesta togliendosi i caschi. Una riunione che è stata confermata anche da un coordinatore del movimento, Raffaele Colizzi, che pare fosse presente. Inoltre sono state pubblicate le carte che attesterebbero la riunione.

Veniamo al dunque… Che Zagami ha avuto sempre buoni rapporti con le forze dell’ordine è cosa ormai risaputa. Non sappiamo se sia vero che lavori per i servizi segreti o che, come afferma il giornalista Sansonetti, ha un’utenza telefonica intestata al Ministero degli Interni. Naturalmente la domanda che tutti si pongono è: perchè uno che lavora per i servizi segreti dovrebbe mettere in piazza ciò? Dunque c’è chi ci crede e chi invece pensa che sia solo un espediente per vendere i suoi libri. Vero o falso, non si tratta di cose interessanti ai fini dell’indagine o, almeno, non interessano quanto la folta schiera di seguaci complottisti che Zagami è riuscito a ricavare nel corso degli anni. 

E proprio su una delle due pagine in ricordo di Luis Miguel viene condiviso uno status di Zagami che dichiara quanto segue:

Dalle informazioni che ho ottenuto dalle mie fonti nella ultime 24 ore il povero carabiniere Luis Miguel si spacciava da Adam Kadmon anche con la sua cerchia di amici più intima e vicina a lui che non lo ha mai visto come un esaltato ma una persona seria e stabile psicologicamente che collaborava con la redazione di Mistero, mi domando perché uno come lui con il lavoro come il suo dovrebbe raccontare cazzate agli amici più cari che adesso sempre più arrabbiati da quello che si sta scrivendo e dicendo in giro sul loro amico cominciano a gran voce a dire che non si sta giustamente rispettando la sua opera di divulgazione come una delle fonti primarie del progetto Adam Kadmon e che avrebbe per questo perso la vita.

La Quadrio dal canto suo e il suo autore di punta Ade Capone hanno ormai creato un progetto mediatico milionario dietro al cialtrone mascherato in cui girano ormai molti soldi, e di sicuro non vogliono mollare l’osso o alterare la natura del progetto dissociandosi quindi immediatamente dall’ultimo post Facebook di Luis Miguel che ora pare il classico informatore che ha fatto come si dice a Roma “la fine del sorcio” o se dobbiamo dare retta a Mistero solo un povero mitomane…ma se si potesse provare il contrario questi “signori” che figura di merda farebbero???.

Certo Pace all’anima sua prima di tutto che dire non sapremo mai cosa è realmente accaduto ma le mie fonti mi hanno anche detto che Luis Miguel aveva pestato i piedi a qualcuno di grosso e più di una persona, ma chi? Non credo inoltre alla versione ufficiale dell’Arma che come al solito non ammette mai se uno dei loro passa ai servizi come avrebbe fatto Luis Miguel pubblicamente nel suo ultimo post , ed è un prassi standard affermare il contrario da parte loro.

Cosa aggiungere se non Buon viaggio Adam Kadmon se questo è il nome che hai scelto Luis Miguel prima della tua dipartita forzata e spero che prima o poi la verità su questo progetto di disinformazione promossa dal cialtrone mascherato venga alla luce così come tutti gli scheletri nei loro armadi del cosiddetto “Mistero”.

Amen

Un attacco ad Adam Kadmon, perfettamente in linea con quanto detto nel video che segue (minuto 43):

Ci soffermiamo su Zagami per due motivi: anche noi abbiamo interpellato gli amici più stretti di Luis Miguel le cui interviste saranno pubblicate nella terza parte di quest’analisi. Ebbene, nessuno di loro ha confermato che il giovane carabiniere di 30 anni avesse mai affermato “di essere Adam Kadmon”. Un’analogia sugli argomenti trattati si, quella era evidente per tutti, ma Luis Miguel non si è mai spacciato  per Adam Kadmon. Forse Leo Zagami ha interpellato altre persone? Sarebbe opportuno che fosse fatta maggiore chiarezza nel rispetto di un ragazzo di 30 anni morto in circostante ancora poco chiare.

In secondo luogo è fondamentale soffermarsi su chi amministra queste pagine facebook (di cui gli amici non sanno nulla), in quanto, se fosse vero quello che affermano coloro che conoscevano Luis Miguel e cioè che quel messaggio non l’ha scritto lui, dati gli errori di lessico spagnolo (Luis Miguel ha origini colombiane), allora chi altri potrebbe aver scritto quel delirante post dal profilo di Luis Miguel? Qualcuno che ha avuto la possibilità di usare quel computer o qualcuno che è entrato direttamente nel suo profilo dopo averne rubato la password?Forse proprio un fan di Leo Zagami? Sono tutte domande che dovrebbero farsi gli inquirenti, ma dato che l’unica ipotesi contemplata è quella di suicidio, pare ovvio pensare che certe indagini fondamentali, volte ad escludere qualsiasi altra ipotesi, non siano state fatte. Inoltre, ammesso e concesso che a scrivere quel messaggio sia stato un terzo, si tratterebbe in questo caso di un esaltato, pregno di teorie del complotto che oltre ad affermare di essere Adam Kadmon, afferma anche di far parte dei servizi segreti internazionali, proprio come Leo Zagami. Chi amministra queste pagine facebook potrebbe quindi far parte dello stesso entourage, o essere un seguace di Zagami? Troppe le domande che abbiamo posto e nessuna risposta.

Del resto, Tor di Quinto non è un posto comune. E’ frequentato da neofascisti, basti pensare a quanto accadde ai nel maggio scorso, quando ci furono gli scontri tra tifoserie che portarono alla morte di Ciro Esposito. In quell’occasione passò un’auto della polizia e il passaggio non vene registrato. A seguito di una serie di irregolarità furono chieste le dimissioni del Questore e del Prefetto di Roma. E la Caserma dei Carabinieri a Tor di Quinto, non è una caserma qualsiasi ma un centro di addestramento. Possibile che nessuno abbia sentito nulla? Lo abbiamo chiesto ad un altra persona che preferisce mantenere l’anonimato e che ci riferisce che anche tempo fa, nella sua caserma si è suicidato un collega, ma chi stava nella stanza accanto non hanno sentito nulla. Tuttavia bisognerebbe verificare attraverso indagini meticolose, se fosse davvero possibile non sentire dai posti in prossimità della camera di Luis Miguel.

Leggi la terza parte dell’inchiesta cliccando QUI – Intervista al produttore di Adam Kadmon e ad amici e parenti di Luis Miguel Chiasso: indagini su uno strano caso di suicidio

L'AUTORE
Giornalista pubblicista nasce a nel cuore di Napoli ma vive in molte città italiane, dopo aver compiuto studi umanistici si interessa al mondo editoriale con particolare attenzione alla politica, ambiente e geopolitica.
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