Recensione: Lucy il film

27 Settembre 2014
Helder Monaco
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lucy_ver21_xlgDopo la trascendenza di Johnny Deep, è il turno di Scarlett Johansson.
In questo film abbiamo una Lucy dallo stile “Cercasi Susan disperatamente” che finisce nelle mani di una triade orientale, nel contempo un pacifico Morgan Freemann tiene una lectio magistralis sulle capacità del cervello e di cosa si potrebbe fare se solo arrivassimo al 100% delle sue capacità.
La bionda, dopo un incidente tossico, passa dallo stadio Barbie Girl a quello di entità onniscente sull’autostrada dell’onnipotenza; nel mentre il professore universitario continua a rispondere ai dubbi degli studenti di filosofia della scienza nei limiti umani della sua conoscenza.
I destini di questi due personaggi si incroceranno dopo una rocambolesca fuga in salsa ESP di Lucy, fuga per la quale va riconosciuto il fatto che Luc Besson non perde lo smalto e riesce a rappresentare un’azione oltremodo dinamica che non ha nulla da invidiare a Michael_4723_esplosioni_Bay.

Lucy è riassumibile con la seguente formula “Nikita + Limitless + Il Tagliaerbe”: affronta le implicazioni filosofiche di un’evoluzione spinta che porta l’umano ad un livello divino, il tutto condito da sequenze che ci ricordano gli Shots of awe di quel simpatico ragazzotto di Jason Silva.

Il film, che è velocissimo e ritmato ad arte con i suoi 89 minuti, avrebbe potuto concedersi qualche rallentamento per approfondire gli spunti interessanti messi sul piatto, un vero peccato. Se non avete pretese troppo cosmogoniche, passerete una buona serata al cinema.

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