Questo triste mondo malato: gli inquietanti fan adulti dei Mini Pony
In occasione del ritorno della rubrica più trash di Young, ho deciso di sfoderare dalla mia manica un asso di tutto rispetto. Ma procediamo con ordine. Se siete stati bambini a cavallo tra i favolosi anni Ottanta e Novanta probabilmente ricorderete il cartone animato “Vola mio mini pony”, serie statunitense (in originale chiamata “My Little Pony”) ispirata a dei giocattoli Hasbro avente appunto come protagonista dei teneri equini multicolor che tra una passeggiatina nella Valle della Felicità e una dormitina nella Dolce Stalletta, si trovavano ad affrontare anche orrende e malvagie creature giunte a turbare la loro gaia esistenza.
IL RITORNO DEI MINI PONY – Dopo il successo ottenuto negli anni Novanta, nel 2010 si pensò di riproporre le avventure dei dolci cavallini, con la serie “My Little Pony: Friendship is magic” (in Italia “My little pony – l’amicizia è magica), in cui però l’ambientazione ed i personaggi erano differenti e la tematica principale era incentrata sull’amicizia. Nonostante si trattasse palesemente di un cartone dedicato ai più piccoli (in particolare, pensato per le bambine), ha fatto breccia anche nel cuore di tanti adolescenti ed adulti, tanto che su internet sono fioccati meme, fanart e video tutti a tema Mini Pony. Di qui alla nascita del fandom il passo è stato breve. Se pensate però che gli aficionados della serie siano solo ragazzine e adolescenti dalla dubbia sessualità vi sbagliate; per la maggior parte si tratta infatti di uomini adulti ed etero.
I BRONY – La stessa Hasbro, da sempre casa produttrice del cartone, è rimasta stupita da questo particolare seguito, che si fa chiamare “Brony”. Il nome è una fusione tra i termini “brother”(fratello) e “pony”, per riprendere il forte tema dell’amicizia presente nella serie tv. I Bronies hanno dai 13 ai 30 anni e hanno creato una vera e propria community dedicata ai loro beniamini, tramite la quale organizzano eventi e convention ma si scambiano anche le loro opere ispirati agli equini multicolor, che spaziano dalla letteratura, alla musica ed alla grafica. Ma che cosa spinge un gruppo di maschi adulti ad appassionarsi ad un cartone animato creato per le bimbe? La maggior parte dei Bronies non ha dubbi: il messaggio che trasmette, quello che insegna. Incredibile ma vero.
IL CORTOMETRAGGIO – Non è un caso se all’affascinante fenomeno sia stato dedicato anche un cortometraggio, che ha partecipato anche al Tribeca Film Festival, prestigiosa kermesse cinematografica statunitense. Girato durante una delle convention organizzate dai Bronies, il video raccoglie numerose testimonianze dei membri del fandom, che provano a spiegare il perché della loro passione. A sentirli parlare, sembra quasi che si riferiscano a film seri: “Ogni personaggio non possiede la risposta” spiega uno di loro, munito di parrucca colorata, orecchie da pony e alucce “Devono cercarla. Devono imparare dai propri sbagli. Ecco cosa mi attira di “My Little Pony”. E’ una storia guidata dai personaggi, dove sono posti dinnanzi ai propri errori dai quali devono imparare per crescere”. Un ragionamento che non fa una piega.
NON CHIAMATELI PERVERSI – A vederli così, qualcuno che osa addirittura un costume peloso da pony, potrebbero sembrare quasi dei Furry, ovvero coloro che indossano tutone di animali antropomorfi, talvolta per scopi sessuali. Ma la perversione non ha niente a che fare coi Bronies. Loro sono solo interessati all’amicizia e al messaggio positivo di cui i Mini Pony riescono ancora ad essere fautori, nonostante tutte le storture di questo triste mondo malato (autocit).