Sono sempre e solo 3 : i puntini di sospensione
Basta con la violenza contro i puntini di sospensione!
Anche i puntini di sospensione hanno i loro diritti: sono stufi di essere usati a sproposito.
Sono stufi di essere sfruttati: due puntini di sospensione devono fare tutto il lavoro del terzo che manca; quattro o cinque puntini di sospensione devono dividere in troppe parti il cachet di tre soli puntini.
Osserva queste immagini di abuso:
così,…….
così ….,
così..così
…. così ….
Non ti paiono agghiaccianti?
Allora dì NO all’abuso dei puntini di sospensione!
(Oppure smetti di usarli, è meglio). [ La Signora dei Calzini ]
I puntini di sospensione, croce e delizia! Beppe Severgnini li ha definiti la rappresentazione grafica di una generazione sospesa (politicamente, culturalmente, sessualmente) e sintomo della tecnologia odierna. La Signora dei Calzini dedica ai diritti dei puntini di sospensione una poesia. Io dedico loro un post.
Come ricorda l’Accademia della Crusca:
I puntini di sospensione si usano per indicare la sospensione del discorso, quindi una pausa più lunga del punto. In filologia, i puntini, posti fra parentesi quadre, servono a segnalare l’omissione di lettere, parole o frasi di un testo riportato (Malagoli 1912 scriveva: «se indicano un’omissione di lettere in una parola, sono tanti i puntini quante le lettere che mancano»).
- Sono sempre in tre ( e non due o quattro o infiniti )
- Dopo i puntini di sospensione ci va uno spazio! ( mai in mezzo).
- Dopo i punti di sospensione va la lettera maiuscola solo se inseriti a fine periodo, se invece indicano una pausa all’interno della frase la risposta è NO.
- I tre puntini, se racchiusi tra due parentesi quadre […] o tonde (…), indicano una parte mancante rispetto all’originale nelle citazioni
- I tre puntini NON seguono etc etc alla fine delle frasi!
adbondantis in adbondantum
L’uso/abuso dei puntini di sospensione non stupisce ( semmai infastidisce) e mette in evidenza l’ansia di chi scrive. Non alimenta il desiderio di scoprire cosa c’è dopo, indispone. Non spinge chi vi legge ad avvicinarsi a voi ma ad un precipizio. Non induce una carica evocativa ma una carica di violenza ( verbale, intendiamoci). Il loro uso è molto frequente ad inizio frase, o al suo termine, per indicare una pausa dalla quale il discorso riprende o nella quale sfocia. Non trascurate la loro più fine peculiarità: i puntini di sospensione possono introdurre una pausa all’interno del discorso ed ovviare ai limiti che la narrativa ha rispetto al cinema , ovvero quella di non poter inserire ( e renderle percepibili) pause nel discorso.
A livello psicologico
I puntini di sospensione rappresentano delle pause di riflessione. Se in eccesso, possono indicare dubbio, indecisione, oppure la necessità di riempire degli spazi che non si sa come colmare, presi dal vago timore di un vuoto che potrebbe essere divorante.
L’eleganza dei puntini di sospensione… nel giusto contesto, sembrano tracciare i tempi di un’apnea, quella di chi scrive, quella di chi, nella confusione di un’emozione, in mezzo a tutte le parole del mondo, non ne trova a sufficienza, o di adeguate. In quei puntini c’è tutto: tutto quello che vorresti sentirti dire e tutto quello che ti vorrebbe dire. Verosimilmente non sono e non saranno mai le stesse parole, ma suoneranno sempre allo stesso modo per tutti e due. Mauro Soldano