Il Mangianomi

21 Luglio 2014
Imma I.
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' Ma come ogni ombra ha un corpo che la genera, così ogni parola è il ricordo di un oggetto o di una passione, ogni nome un grido lanciato in un pozzo: non appena lo si ascolta, suscita in noi un’eco.’

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Ambientata in una Napoli antica, a tratti irreale, circondata da boschi e protetta dal mare, pagina dopo pagina, si sviluppa la storia del giovane cacciatore Magubalik.
Il romanzo è composto da due libri e da un epilogo. La prima parte ci introduce in una città dilaniata da strani avvenimenti, una losca figura indescrivibile si aggira per le strade e per i boschi nutrendosi dei nomi di chi incontra, rubando la memoria e l’identità del malcapitato di turno facendolo diventare nulla. Solo un intrepido guerriero potrà sconfiggerla. Proprio per questo motivo viene chiamato nel Ducato di Acquaviva il più forte cacciatore del tempo, Magubalik.
Il primo libro quindi ci racconta le prove che il cacciatore supererà per sconfiggere il terribile Mangianomi.

 

‘[…] perché per lui quella creatura era il nero stesso dei boschi, il brivido di tutte le cose marce e senz’anima, era la lunga notte della sua solitudine.’

Il secondo libro affronta il tema dell’esilio, la perdita dell’identità da parte di Magubalik, la discesa agli inferi e il ritorno a casa.
Questo romanzo ci immerge totalmente in un mondo fantastico, surreale, dove si muovono: briganti e ‘strie’, corsari e banditi, dove gli animali intervengono attivamente nella storia, dove il viaggio alla ricerca della soluzione di più enigmi diventa per Magubalik un viaggio alla ricerca di se stesso.
Per l’impresa Magubalik, oltre al suo fedele pugnale Tagliaferro, chiederà tre cani, che sceglierà personalmente: Maag, il grande alano capace di percorrere grandi distanze in poco tempo; Uba, la possente e inavvicinabile lupa, e il piccolo Luk, dotato di un udito eccezionale.
Il giovane cacciatore grazie all’importante aiuto dei suoi fedeli animali, agli incantesimi della stria e ad altri interventi fantastici, riuscirà nella sua impresa.
Magubalik verrà acclamato eroe del luogo e tornato in città s’innamorerà perdutamente della capricciosa e viziata duchessina Asprimia dall’orecchio pendulo.

La loro storia d’amore sarà dolce e romantica, tenera e appassionata, fino a quando la gelosia di Gringiosangue, il falco della giovane, non si abbatterà con furia accecante contro il cacciatore; e, notte dopo notte, mangiando l’ombra della sua padrona, riuscirà a far allontanare Magubalik, costretto a scappare nel cuore della notte perché ormai irriconoscibile a causa di un nuovo sortilegio.

Il giovane difatti, costretto ad allontanarsi dai suoi cani, ha perso la sua identità e non viene più riconosciuto.

“ ‘Il nome?’
La stria annuì.
‘Quello che ruberai diventerà il tuo a tutti gli effetti, e potresti doverlo indossare più a lungo di quanto credi. Sii accorto e giudica con prudenza: una volta preso non lo potrai più rendere indietro’. “

Nel secondo libro affronterà le prove più dure per riacquistare il suo nome, la sua dignità e i suoi amati cani.
Un libro incantato, magico, dove l’amore per gli animali trapela da ogni pagina. Fa tenerezza la figura di Lik che piccolo viene salvato da morte certa ed è commovente la dedizione che i cani nutrono per il loro padrone.
È emozionante la scena in cui Magubalik finalmente ritorna al castello per riprenderli e liberarli. Loro ormai anziani, malridotti, ammalati, rinchiusi in gabbia da anni e anni, capiscono che lui è ritornato per loro, per portarli con sé in salvo e riconoscendolo si accucciano ai suoi piedi in un grande gesto d’amore, dimostrando la dedizione infinita che solo gli animali possono provare.
Neanche Asprimia riconosce subito lo sguardo del cacciatore un tempo amato e mai dimenticato.
Il meschino Gringiasangue geloso al punto da negare la gioia di un amore alla sua padrona, muove da dietro il suo occhio rosso le trame dell’intricata vicenda, riuscendo a separare per sempre i due giovani.
È una storia incantata, romantica, avventurosa, fantastica. Raccoglie tutti gli elementi del libro magico che ti cattura e ti porta con sé.
Come non affezionarsi alla giovane/vecchia stria Gattefelippe? La strega dalla mano di rovi e il mantello di serpi, che vive per i boschi, allontanata dal mondo solo perché ‘diversa’ e che dipinge la vita che sogna di vivere sui muri della sua dimora, tessendo le trame delle vite dei suoi personaggi disegnati.
Come restare indifferenti di fronte al fascino del Contaombre? L’anziano che proietta le storie di chi lo incontra con l’aiuto della sua lanterna colorata e della sua scimmia.

‘Lo riconoscete? Eppure sapevate il suo nome, era un racconto che ne abbracciava molti altri, la fiamma stessa della nostra lanterna, la mia voce in una notte di ombre e ferite.’

Come non innamorarsi della bellissima Yildrim? Capitano delle impavide piratesse vestite da uomini che facevano tremare tutto il Mar Mediterraneo, e che poi rimane lei stessa vittima del sentimento più antico: l’Amore e per Magubalik sacrifica la sua stessa vita.

È un libro che rievoca storie lontane, magia, ricordi d’infanzia e ti porta a riflettere su temi sempre attuali: il valore dell’amicizia, della fedeltà, l’ardore, il ruolo dell’uomo e della donna, la solitudine, il coraggio e la malinconia.
Giovanni De Feo ci fa un regalo graditissimo, restituisce alle menti un sogno in un’atmosfera dark, cupa, ma intensa, piena di stimoli, e di spunti di riflessione.
Il linguaggio ricco di neologismi, suoni onomatopeici, nomi rivisitati o ritrovati, dà il sapore di una favola antica, da raccontare sotto voce. In un’epoca che non trova più tempo per le fiabe questo libro è un invito al sogno.
Ci si trova a vivere ogni avventura, si condivide il pathos con Magubalik, lo si esorta a continuare e a non arrendersi nei momenti di difficoltà, si soffre per la sorte dei poveri cani, ci si scaglia contro i traditori.
Un libro fantastico ma che affronta temi reali: la nascita di un amore, Asprimia che tesse la coperta di fiori, la gioia dell’inizio e poi lo sfiorire poco alla volta. Il profumo che da buono diventa asfissiante. Man mano che la duchessina si allontana da Magubalik come i fiori appassiscono, così l’amore sfiorisce.

‘A nulla servivano le cavalcate nelle Selve, a nulla le chiacchiere di salotto o i romanzi che prima leggeva dall’alba al tramonto: la grande avventura della sua vita era venuta, l’aveva sfiorata senza che lei lo sapesse, ed era passata oltre.’

Asprimia si ammala, di un male incomprensibile, qualcosa che non si riesce a capire e diventa sempre più debole e più lontana. L’abitudine, che tutto distrugge, colpisce anche i due giovani, e con Asprimia si ammala anche il loro amore. Quanto è reale la ricerca del sé?
L’incapacità di ritrovare se stessi dopo una delusione, la paura di aver perso la propria identità e l’incapacità di ritrovarla nelle cose note e allora ci si ricostruisce altrove. Quanto è vera la dedizione che i cani possono provare verso chi amano.
Un viaggio fantastico che riconduce verso l’io più profondo.
Un ‘horror fiabesco’ che chiama a sé conducendo il lettore in una storia in un mondo senza tempo.

Imma I.

L'AUTORE
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