Il Vallietà – “Come mi vorrei” ma anche no

16 Aprile 2014
Veronica Valli
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belen

Prendete una ragazza carina ma un po’ scialba, una di quelle che non si piace o peggio, non piace ad amici e parenti. Prendete uno dei classici programmi in cui, un po’ genere Frankenstein, un po’ tipo “Ma come ti vesti?”, tra un frizzo e un lazzo si cambia lo stile (o i connotati) a un povero malcapitato. Aggiungete a questo una bella fanciulla, ovviamente di successo, come ad esempio Belen Rodriguez, mescolate tutto e non otterrete una ricetta di “Giallo Zafferano” ma il programma “Come mi vorrei”, in onda dal lunedì al venerdì alle 17.10 su Italia Uno.

L’UTILITA’ DUBBIA – Qualcuno potrà obiettare che di show analoghi ne è piena la televisione oramai da anni, il che rende ancora più dubbia l’utilità di questo “Come mi vorrei”. In effetti, la differenza che questo programma ha con gli altri è che, oltre a migliorare il look di quante chiedono il suo intervento, Belen funge anche da life coach, cercando di aiutarle a “superare i propri complessi e incertezze”. Sì, perché il tutto è rivolto esclusivamente alle donne, perché come è ovvio sono loro a dover cambiare per accalappiare conquistare un uomo, mai viceversa. Il tutto ricorda il programma di Mtv “Plain Jane”, il cui target sono le adolescenti, in versione rivolta in modo trasversale sia a ragazze che a carampane. A questo punto avrete già capito che non se ne sentiva assolutamente il bisogno.

COME (NON) MI VORREI – Tra le protagoniste di “Come mi vorrei” spiccano la ragazza spedita lì dal fidanzato fan di Belen, che la vorrebbe ovviamente il più simile possibile alla bella argentina, poi ancora la fidanzatina del rapper maltrattata dal suddetto, a cui la Rodriguez suggerisce giustamente di “farsi sempre rispettare”, con una ovvietà degna della più classica rubrica della Posta del cuore su riviste genere “Diva e Poraccia”. Sempre a proposito di Belen, con accento prepotentemente ispanico che grida “dizione! Corso di dizione!” nel programma snocciola folgoranti perle di saggezza, genere “se volete sapere tutto di una donna, dovete guardare nel suo armadio”, come se una fosse esclusivamente ciò che indossa, per non parlare di quando suggerisce di scegliere capi che facciano sembrare “più appetibili”, perché giustamente la donna è sempre paragonabile a un quarto di bue in esposizione dal macellaio.

LA PETIZIONE PER CHIUDERLO – Non stupisce quindi che lo show sia stato giudicato da molti sessista e che in rete sia addirittura nata una petizione per farlo chiudere. Probabilmente la vera cosa triste non è neppure il programma in se stesso ma è che esistano ancora donne (o parenti di queste) convinte che una scollatura, un tacco alto, un trucco più marcato sia più attraente di qualcosa di giusto e intelligente da dire, che nella vita sia maggiormente utile avere una scarpiera ben fornita che una libreria. Forse è questa la cosa più sessista e retrograda di tutte.

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