Raffaele Caruso "Big Gym". Una vita da campione:"Sacrificio e passione, così ho vinto tutto in Italia e all' estero"

20 Marzo 2014
Redazione YOUng
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1393523_10151985412102492_547070869_nDi Andrea Calvello

Raffaele Caruso ha cominciato ad allenarsi da giovane perchè era troppo magro (pesava 48 kg) , poi in palestra hanno visto in lui del talento ed ha vinto una gara dopo l’altra, diventando in pochi anni una leggenda.

“Quando sono arrivato in palestra per la prima volta pesavo 48 kili” ci confessa “ed ero un ragazzo timido e insicuro”, poi il pluricampione Raffaele Caruso ha iniziato ad allenarsi seriamente, trascinato da una passione innata per il Bodybuilding, alla ricerca del continuo miglioramento di sè stesso e delle sue prestazioni. All’età di 19 anni, poco più che adolescente, come tutti è partito per il servizio militare e al suo ritorno a casa aveva espresso la volontà di diventare un pompiere, mostrando già da giovanissimo una certa sensibilità.

Raffaele però si vide respingere la sua richiesta per via di una corporatura troppo esile e non idonea quindi allo stress di una vita così impegnativa come quella del Vigile del Fuoco. Il destino vuole invece che pochi anni più tardi diverrà una leggenda impressionando il mondo per la sua schiena forte e robusta. I suoi dorsali si aprono maestosi come ali di angelo e negli 80′ non ci sono rivali capaci di batterlo nelle cultura fisica.

Oltre 250 gare all’attivo e le uniche volte che è rimasto fuori dal podio Raffaele Caruso le ricorda bene: “Quando andavo a gareggiare nel Nord Italia percepivo l’astio nei miei confronti. Non volevano che un atleta napoletano vincesse a casa loro”. E aggiunge: “Mi hanno revocato ingiustamente un titolo italiano conquistato a Bergamo”. Ma alla fine Caruso ce l’ha fatta andando a rivincere il titolo di Campione italiano IFBB. Negli anni 90′ la sua carriera è in continua ascesa, presto arriveranno i Mondiali e gli Europei da assoluto protagonista.

La sua passione diventa presto un lavoro, ma la sua scelta è quella di non lasciare mai il suo primo impiego a Napoli. Infatti di giorno lavora e di notte si allena. Nel frattempo si sposa e cresce tre figli: il primogenito Antonio e due femmine, Rosalba e Valentina, e tutti hanno ereditato la grande passione del padre per la cultura fisica e attraverso il suo esempio hanno capito cosa vuol dire sacrificio e abnegazione per raggiungere i propri obiettivi. Per anni allenamenti pesanti ed un’ alimentazione ferrea, Caruso non è una meteora come tanti altri nel mondo del bodybuilding. E’ tagliato per questo sport e con il tempo fa sempre meglio. Nel 1980 intanto ha aperto la sua palestra a Fuorigrotta, ristrutturando un vecchio garage abbandonato. In pochi anni diventa infatti un trainer di successo ed ancora oggi la Vigor Line prepara i campioni di domani ed insegna ad i ragazzi a diventare uomini prima ancora che atleti. La prima regola per il Maestro Caruso è non guardare gli avversari, ma cercare di superare ogni giorno i propri limiti. Così è stato in grado di vincere anche gli Europei, trionfando in Francia, e arrivando sul podio ai mondiali in Inghilterra. Uno storico terzo posto che lo collocò nell’ olimpo di questo sport.

Ma la vera consacrazione arriva con il secondo posto al prestigioso concorso Mr. Universo, dove nella categoria leggeri fino a 75 kg l’atleta napoletano lascia le briciole ad avversari accreditati di tutto il mondo che negli ultimi anni non avevano fatto altro che allenarsi per quella gara. Caruso invece dichiara: ” L’ho sempre fatto per passione e mai per spavalderia. Mi allenavo tutto l’anno, mangiavo bene ed era diventato

uno stile di vita impegnarmi nello sport. Per questo è stato naturale continuare a fare gare anche dopo, negli over 40, e poi ancora fino a 55 anni”.

E pensare che quel ragazzino fu convinto a disputare la prima gara da un anziano Dottore che lo vide allenarsi da “Zi Pietro”, al primo piano di un palazzo di Fuorigrotta. “Il Dottor Del Prete mi portò in un teatro a Torre Annunziata, era il 1978,. Ero talmente teso e un pò impacciato che per salire sulla pedana mi fecero bere due Stock85. Solo così finalmente salii e vinsi la mia prima gara regionale. Per me ci furono applausi a scena aperta ed i complimenti di bodybuilder affermati come Piccoli e Di Caprio. Mi sentii importante, orgoglioso di tanta considerazione”.

Lo stesso orgoglio che ha fatto provare ai suoi concittadini quando ogni volta tornava a casa dai suoi lunghi viaggi con una nuova coppa ed una medaglia al collo. Napoli sempre sul podio mentre al Nord i suoi avversari si ritiravano anche a poche ore dalla gara quando leggevano il suo nome, consci che non avrebbero trionfato con “Big Gym” in pedana. Oggi il campione napoletano ha 65 anni ed una forma fisica invidiabile. Si allena ancora tutti i giorni ed ai giovani insegna a fare di questo sport uno stile di vita, avendo sempre il massimo rispetto per sè stessi. Il suo motto è sempre stato: ” Non chiedere una vita facile, ma diventa forte per una vita difficile”. Molti lo hanno scelto come personal trainer o come preparatore atletico nel caso di professionisti. In particolar modo gli riconoscono spiccate doti di mental coaching che lo rendono un motivatore efficace ed instancabile.

“Allenarsi aiuta a mantenersi giovani anche mentalmente”, conclude con un sorriso ” ancora oggi ad un utilitaria preferisco una motocicletta sportiva” e ammette “ad i miei nipoti preferisco mostrare un nonno in canottiera e scarpe da ginnastica piuttosto che una figura stanca in vestaglia e pantofole”.

Del resto un campione è sempre tale anche nella vita, non solo in pedana.

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La redazione di YOUng
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