Torna in libertà la mantide di Cairo Montenotte
E’ tornata in libertà Gigliola Guerinoni, la ‘Mantide di Cairo Montenotte‘ finita al centro di un caso giudiziario che ha sconvolto e appassionato l’opinione pubblica dall’estate dal 1987.
La donna, 69 anni, ha scontato la pena per l’omicidio del suo amante, il farmacista Cesare Brin, presidente della società di calcio locale. Brin fu ucciso nella notte tra il 12 e il 13 agosto del 1987.
Gigliola Guerinoni, all’epoca quarantaduenne, lavorava come gallerista a Cairo Montenotte, in provincia di Savona, quando riempì le pagine di tutti i giornali con il soprannome ‘la mantide’, condannata dopo un lungo processo a 26 anni di reclusione per l’omicidio di Brin.
L’uomo fu ucciso dopo essere stato colpito con violenza alla testa a martellate. Il cadavere fu ritrovato dopo una settimana in una scarpata alla periferia di Savona, non lontano da una discarica.
In concorso con la donna, per l’omicidio fu condannato per complicità a 15 anni di reclusione Ettore Geri, l’anziano convivente della Guerinoni. La Cassazione il 17 dicembre del 1991 ha confermato le condanne inflitte dalla Corte di assise di appello di Savona. Nelle motivazioni alla sentenza si dice che il delitto avvenne in casa della donna. L’arma con cui fu assassinato Cesare Brin non fu mai trovata.
Il tribunale di Sorveglianza di Roma ha dichiarato estinta la pena, accogliendo un’istanza dell’avvocato Nino Marazzita e preso atto del ‘comportamento sufficientemente partecipativo’ della donna durante l’affidamento in prova ai servizi sociali nel corso del quale si sarebbe dedicata ‘con continuità al proprio lavoro, aderendo alle prescrizioni senza mai assumere atteggiamenti polemici’. La Mantide aveva ottenuto la semilibertà nel 2002: lavorava in un albergo romano come stiratrice e la sera rientrava nel carcere di Rebibbia.