A Christmas Carol: il Mistero della malattia del piccolo Tim
di Jakob Panzeri
Questo articolo è dedicato a tutti coloro che si sono sempre chiesti che malattia avesse il piccolo Tim di “A Christmas Carol”, uno dei protagonisti più famosi della Londra vittoriana, trainata alla conquista del mondo dall’invenzione della macchina a vapore di James Watt.
Ad essere sinceri, la prima macchina a vapore risale al I secolo d.C, al talentuoso ingegnere Erone di Alessandria. La Eolipila: una sferetta metallica in grado di mantenersi in rotazione per effetto del vapore al suo interno. A Erone si attribuisce anche il primo distributore automatico della storia. Ai dotti della Biblioteca non dispiacevano le merendine. Le ricerche di Erone sarebbero state riprese da Leonardo Da Vinci nella realizzazione dell’archituono: un grosso pentolone che dopo un paio d’ore di tiepido fuoco esplodeva in mille pezzi. Soltanto nel 1765 però James Watt riuscì ad utilizzare il vapore su larga scala rivoluzionando il mondo delle industrie e dei trasporti.
Nel XIX secolo la Regina Vittoria domina il mondo. Londra controlla i mari e un quarto delle terre emerse ma è una città sporca, caotica e risuonante di dolore, prigioniera nelle catene di ogni veto e divieto, nella maledizione della giovane prostituta del Tamigi che lava le lacrime di un neonato che non vedrà mai la luce. E’ la Londra di Percival Pott, a cui risale la prima evidenza di cancerogenesi chimica, l’associazione tra la fuliggine e il tumore allo scroto degli spazzacamini. E’ la Londra del Piccolo Tim.
EBENEZER SCROOGE: Dimmi spirito, il piccolo Tim vivrà?
SPIRITO DEL NATALE PRESENTE: Vedo una seggiola vuota nell’angolo del focolare e due grucce conservate con amore, come ricordo, al prossimo Natale. Quel bimbo morirà se…
EBENEZER SCROOGE: Ti prego, spirito, dimmi che sarà risparmiato!”
(A Christmas Carol, Charles Dickens)
Che malattia aveva il piccolo Tim? Un dilemma che ha affascinato gli storici della medicina e della pediatria, i lettori di Dickens e ogni bambino curioso che abbia mai guardato “Il Canto di Natale di Topolino”.
Charles Dickens non ci dice che malattia abbia il piccolo Tim ma a un lettore attento non sfuggono alcuni particolari: è gracile e malnutrito, zoppica e ha problemi di regolazione renale. Forse il piccolo Tim soffriva di poliomielite? Il poliovirus, che si propaga per via oro-fecale in scarse condizioni igieniche, può penetrare a livello del sistema nervoso centrale, dove colpisce di preferenza i motoneuroni causando debolezza muscolare e paralisi flaccida acuta. Per par condicio citiamo anche un batterio. Una paralisi dei nervi cranici potrebbe essere realisticamente causata dalla tossina del Corynebacterium Diphteriae, uno dei veleni più potenti al mondo. Né la polio né la difterite sono però correlate agli altri sintomi e non hanno una prognosi così rapida , un anno di vita, prestando fede alle parole dello spirito del Natale.
E’ molto probabile che il Tim soffrisse di rachitismo, come il 65% dei bambini della Londra vittoriana. Il rachitismo è una patologia scheletrica determinata dalla carenza di vitamina D e caratterizzata dalla diminuzione della componente minerale della matrice ossea e della cartilagine in fase di accrescimento. In uno stadio avanzato si accompagna a fratture e deformità ossee, soprattutto a livello delle ossa lunghe come il femore. Ma cosa c’entra il rachitismo con il disturbo renale? Incrociamo un altro dato: alcune stime affermano che il 50% dei bambini londinesi dell’età vittoriana sia stato esposto al bacillo di Koch, il temibile Mycobacterium Tuberculosis. Una localizzazione renale della tubercolosi può essere associata a nefrocalcinosi e ad acidità tubulare.
E’ realistico ipotizzare che il piccolo Tim soffrisse di una combinazione di rachitismo e di tubercolosi.
Mi piace pensare che il buon Ebenezer Scrooge abbia portato il piccolo Tim in braccio per le dolci campagne inglesi e che abbia trascorso le giornate non più a contare sterline ma rotolando con Tim nel verde delle colline intorno alle valli, passeggiando nelle enormi distese di campi coltivati dello Yorkshire, accarezzato dai raggi di quel radioso sole che può curare le ossa di Tim incrementando il metabolismo della vitamina D. E non dimentichiamo che Scrooge ha nominato suò papà Bob Cratchit socio in affari, Tim avrà sicuramente ricevuto l’assistenza di buoni medici, un’alimentazione adeguata e una buona educazione. Tim è guarito!
E con questo, desidero augurare a tutti i miei lettori un caro augurio di Buon Natale e di Buon anno e, con le parole finali del piccolo Tim, che “Dio benedica tutti quanti”!
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