Hervé Falciani e i segreti di 400mila conti in Svizzera

9 Agosto 2013
Mattia Sguazzini
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Hervé Falciani ha iniziato a parlare con la stampa. L’uomo con in mano informazioni riguardanti oltre 400mila conti bancari in Svizzera di quasi 130mila clienti, presunti evasori, ha iniziato quest’anno a concedere interviste a quotidiani e periodici. Fino all’inizio del 2013 si era limitato a rilasciare brevi dichiarazioni: da quando la Svizzera ha richiesto, senza successo, la sua estradizione dalla Spagna, ha acquisito fama e preoccupazione riguardo la sua incolumità.
Un recente articolo del “New York Times” si parla di un’intervista all’ex dipendente di HSBC e le critiche rivoltegli dalla banca elvetica.

Chi è Hervé Falciani?
Hervé Falciani è un ingegnere italo-francese dei sistemi, nato a Montecarlo. Proprio nel casinò del Principato inizia il proprio percorso lavorativo nell’ambiente della sicurezza, entrando nel “giro” degli esperti del settore della sicurezza informatica.
Ha lavorato per la banca svizzera HSBC dal 2001 al 2008: fino al 2005 ha lavorato in una filiale francese, per poi essere promosso e trasferito a Ginevra. Nel 2006, segnalò ai dirigenti della banca la presenza di pericolose falle nel sistema di sicurezza informatico, soprattutto nel settore di Private Banking, che avrebbero potuto mettere in serio pericoloso la privacy dei clienti. Per dimostrare la propria affermazione, Falciani ha iniziato a raccogliere dati periodicamente, dal 2006 al 2008.
I dati, riguardanti oltre 400mila conti sospetti, sono stati inseriti su 5 CD, che rappresentano, al momento, la più grande “fuga di segreti” del mondo bancario svizzero.
Il 22 dicembre 2008 viene accusato dalle autorità svizzere di avere violato il segreto bancario, avendo sottratto i dati dei clienti privati di HSBC. Dopo essere stato arrestato in Svizzera, fugge in Francia e poi in Spagna.
Tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009, ha fornito a vari Stati le informazioni queste informazioni.
Nel 2013 le autorità svizzere hanno richiesto l’estradizione di Falciani dalla Spagna, dove era stato arrestato, per via di un mandato di arresto internazionale emesso dalla Svizzera. L’ex dipendente di HSBC fu arrestato e poi rilasciato, in regime di libertà condizionata, una volta negata l’estradizione, per collaborare con le autorità spagnole (particolarmente importanti sono le dichiarazioni pubbliche rilasciate all’Audiencia Nacional, Alta Corte spagnola). Falciani si è, quindi, spostato in Francia, dove il Governo gli ha fornito la protezione di una scorta, a condizione di fornire le informazioni in mano sua utili a rintracciare evasori fiscali.

La “Lista Falciani”: le indagini sugli evasori e le accuse alla HSBC
È il nome riferito alla mole di dati fornita da Hervé Falciani alle varie autorità nazionali e sovranazionali. La “Lista Falciani” è praticamente sconosciuta in Italia. Gode di maggiore celebrità in Francia e Spagna.
Le autorità che hanno ricevuto i dati hanno agito in modo molto diverso tra loro: i Paesi europei si sono dimostrati poco interessati (Falciani dice che, appena concluso il proprio rapporto di lavoro con la HSBC, fornì i dati alle autorità tedesche, che dissero di non essere interessate) oppure hanno disposto verifiche e indagini molto lentamente. L’ex dipendente di HSBC sostiene che, prima dell’esplosione completa dell’attuale crisi economica, i governi nazionali non hanno mostrato alcun interesse nei confronti dell’eventuale fornitura di prove utili a rintracciare evasori fiscali. Gli USA, invece, hanno agito celermente: una Commissione del Senato si è occupata di verificare i dati e ha messo sotto accusa la HSBC. La Corte USA ha condannato HSBC al pagamento di una multa di quasi 2 miliardi di dollari per aver agevolato l’evasione fiscale di cittadini statunitensi, per avere ripulito il denaro sporco del traffico di stupefacenti e per avere negoziato vari affari con clienti iraniani presenti sulla lista nera degli Stati Uniti.
La Spagna, dopo aver verificato la fondatezza delle informazioni riguardanti vari cittadini spagnoli, ha avviato un’indagine con cui ha potuto identificare oltre 650 evasori fiscali (tra cui anche grandi nomi come il Presidente del Banco Santander, Emilio Botìn, e Francisco Correa, imprenditore già famoso per il suo coinvolgimento nel “caso Gürtel”) e recuperare circa 260 milioni di euro.
In Francia, i ritmi di indagine sono molto più lenti: nonostante sia tra i primi Paesi ad avere ricevuto i dati, non sono ancora stati raggiunti risultati di rilievo. Tra i 127.311 clienti di HSBC sospettati di evasione fiscale, sono presenti 6.313 cittadini francesi, i cui conti sono ancora in attesa di verifica. Christian Eckert, parlamentare del Partito Socialista, “rapporteur général” della Commissione per la Finanza, Economia generale e controllo del Bilancio, ha accusato le autorità di avere lavorato troppo lentamente.
Le informazioni di Falciani hanno costituito anche la base per la famosa indagine che ha portato alla compilazione della “Lista Lagarde“, che ha scombussolato la politica greca, individuando oligarchi e politici che hanno evaso il fisco ellenico depositando somme di denaro in conti svizzeri. Christine Lagarde elaborò la lista di 2000 possibili evasori quando era ancora Ministro dell’Economia, dell’Industria e dell’Impiego in Francia e la passò, nell’ottobre 2010, alle autorità greche per poterla analizzare. Finora è uno dei rari risultati ottenuti velocemente da indagini francesi dei dati di Falciani.
Anche nei Paesi Bassi e in Canada sono state avviate indagini grazie all’utilizzo di liste di nomi fornite dall’ex dipendente HSBC. Attualmente, anche la Germania, molto lentamente, sta avviando alcune inchieste a riguardo.

Eric Woerth e Jérôme Cahuzac: le accuse alle autorità francesi
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Hervé Falciani non risparmia critiche alle autorità francesi, sia del periodo della presidenza Sarkozy, sia dell’attuale presidenza Hollande.
Eric Woerth, Ministro delle Finanze dal 2007 al 2010, avrebbe “rivelato prematuramente” di essere in possesso di una lista di 3mila nomi di evasori francesi, “permettendo alla HSBC e agli evasori di organizzarsi per eliminare le prove”.
Le accuse più pesanti di Falciani, però, sono riferite all’ex Ministro delle Finanze del primo anno della presidenza Sarkozy, Jérôme Cahuzac, reo di “non avere mai ascoltato le richieste di istituzione di una Commissione d’inchiesta Parlamentare”.
Jérôme è il fratello di un altro Cahuzac meno famoso, Antoine, dirigente di HSBC in Francia.
Pur potendosi trattare di una semplice casualità, dal momento in cui Jerôme Cahuzac ha rassegnato le proprie dimissioni, le indagini riguardanti i dati forniti da Falciani hanno preso una piega diversa: Falciani è il principale fornitore di informazioni di Renaud Van Ruymbeke, magistrato a capo dell’indagine preliminare contro la HSBC per l’accusa di associazione per delinquere con finalità di riciclaggio e frode fiscale.
Nel frattempo, Jérôme Cahuzac non se la passa molto bene. Dopo le dimissioni del marzo 2013, riferite alle accuse di evasione fiscale, ha insistito sulla propria innocenza per breve tempo. Ad aprile ha ammesso di avere avuto un conto bancario estero da oltre 20 anni ed è stato espulso dal Partito Socialista.
Falciani chiede, di sovente, dei colloqui con Bernard Cazeneuve, nuovo Ministro del Bilancio, e Manuel Valls, Ministro dell’Interno, pur continuando a collaborare con la giustizia, fornendo i dati in di cui è in possesso.

Le critiche

HSBC La HSBC, attraverso i propri portavoce, ha sempre dipinto Falciani come un “manipolatore molto più attratto dal denaro che da alti ideali” e accusa l’ex dipendente di avere venduto, e non semplicemente fornito, i dati in suo possesso. La banca svizzera, inoltre, sostiene che i dati forniti da Falciani siano completamente sbagliati e che tutti i numeri dichiarati da Falciani non siano veri: HSBC sostiene che, all’epoca dell’impiego di Falciani, avesse solamente 100mila clienti e i dati in possesso di Falciani riguarderebbero “appena” 15mila di essi.
David Brügger, portavoce di HSBC, ha dichiarato al “NY Times”: “Per quanto ne sappiamo, è sempre stata intenzione di Falciani vendere i dati in suo possesso. Solo di fronte alla prospettiva di estradizione o carcerazione, Falciani ha deciso di collaborare con le autorità spagnole. Schema che, ora, si sta ripetendo con la Francia e altri Paesi”.
Georgina Mikhael, ex consulente informatico di HSBC, ribadisce queste accuse. La donna sostiene di avere collaborato con Falciani nello sviluppo di una società con sede a Hong Kong, di nome “Palorva”, per vendere dati bancari ad altre banche. Georgina Mikhael pensava che Falciani avesse ottenuto quelle informazioni grazie a un processo di “data mining” online. La donna riferisce anche di un viaggio con Falciani in Libano, nel 2008, per vendere le informazioni a 4 banche, in cui iniziò a rendersi conto delle “strane intenzioni” dell’uomo, quando questi insisté per usare un falso nome arabo, Rubel Al-Chidiack. Il “NY Times” scrive

“Non da mai nulla per niente”, sostiene Miss Mikhael, sottolineando che, dopo il fallimentare tentativo in Libano, Falciani ha provato ad avvicinare i servizi segreti tedeschi e francesi, portando abitualmente un coltello nella propria borsa, perché timoroso dei rischi: “Chiede sempre qualcosa. Non è Robin Hood”.

Georgina Mikhael, che dice anche di essere stata l’amante di Falciani, sostiene di aver accusato di diffamazione l’uomo per via delle accuse rivoltele.
Hervé Falciani dice di essere stato rapito da alcuni agenti del Mossad, mentre si trovava a Ginevra. Gli uomini del servizio segreto israeliano gli hanno chiesto informazioni sui conti bancari di persone aventi legami con gli Hezbollah, tra cui la stessa Mikhael.
La donna dice di non avere alcun legame con gli Hezbollah e di essere cristiana.

L’intervista al “New York Times”
Al “New York Times”, Falciani dice di sentirsi “debole e solo” nel portare avanti una vera e propria “guerra economica”: “In Svizzera, le banche sono così organizzate che hanno il potere di aggirare nuove regole e leggi per continuare a consentire l’evasione fiscale”.
Hervé Falciani sottolinea il fatto che gran parte dei dati disponibili non è ancora stato decriptato.
In merito alle accuse mossagli da HSBC e dalla ex collega Mikhael, Falciani risponde, semplicemente, che le accuse mosse nei propri confronti “sono mosse che alcune persone hanno deciso di attuare” con il fine di danneggiare la reputazione: “Nessuno, né io, né persone a me vicine, ha mai chiesto o accettato denaro per le informazioni”.
Falciani teme per la salute di sé e della propria famiglia: “È un business di migliaia di miliardi di euro. È normale, da parte mia, avere paura”. Non è un caso che i gendarmi francesi stiano offrendo un servizio di scorta a Falciani quasi simile a quello di un pentito mafioso. Le rivelazioni dei dati degli evasori fiscali toccano gli interessi di migliaia di personaggi che lavorano nel settore finanziario e del fisco: i meccanismi di evasione fiscale vantano l’avvicendamento di continue avanguardie che sfruttano il segreto bancario e i paradisi fiscali per portare a compimento le opere.
Falciani riferisce che le autorità svizzere gli hanno offerto l’opportunità di un incontro in Svizzera, per negoziare la sua condizione di libertà in cambio della conclusione di condivisione di informazioni. L’uomo avrebbe dovuto dichiararsi colpevole e fornire i dati in possesso per poter ottenere una sospensione condizionale della pena per la condanna di furto di dati.
L’ex dipendente di HSBC, oltre che collaborare alle indagini di varie autorità nazionali, dice di avere collaborato con l’Unione Europea nella realizzazione di un programma utile a rintracciare contribuenti con comportamenti anomali: “Il mio obiettivo principale è aiutare le autorità a sviluppare un metodo di difesa. Siamo sotto attacco e stiamo perdendo un grosso importo, per via dell’evasione fiscale. Come quanto i nemici vogliono invadere, le leggi non sono sufficienti e sono necessarie delle armate per costruire una difesa economica”.

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