Il porno amatoriale distrugge il professionismo: la vittoria di YouPorn
Un mercato da 1 miliardo di euro.
Nuovi siti che spuntano come funghi, viste le richieste di ogni genere.
Il mercato della pornografia amatoriale è in continua crescita, soprattutto ora che la sconfitta del professionismo è palese e accettata anche dagli stessi “addetti ai lavori”.
La vittoria di YouPorn, e dei siti che ospitano video pornografici amatoriali di ogni genere, e dei siti di videochat a pagamento sulla pornografia “vecchio stile” sta, oltre che nei numeri, nelle parole di alcuni attrici, che spiegano come siano passate alla più redditizia attività pseudo-amatroriale. La pornografia professionale, oltre al danno, incassa anche la beffa: le poche case di produzione che lavorano ancora vedono i propri lavori “piratati” e caricati nei siti che, ufficialmente, dovrebbero ospitare solamente video porno amatoriali.
Silvio Bandinelli, fondatore della casa cinematografica “Showtime“, è stato uno dei primi a segnalare il fatto che l’amatoriale avrebbe sconfitto il mercato della pornografia personale, per via della necessità di budget inferiore (o addirittura nullo), tanto che parlò della necessità della pornografia professionale di evitare le canoniche “atmosfere” e di creare prodotti molto più simili a quelli amatoriali, sia per risparmiare sui budget, sia per sfruttare il “boom”. “Blitz Quotidiano” riporta un’interessante stralcio di intervista di Bandinelli: “Fino a qualche tempo fa il budget medio di una pellicola hard professionale andava dai 20mila ai 50mila euro. Oggi l’amatoriale si fa a un massimo di duemila euro a film. Le coppie lavorano gratis o costano, al più, 200 euro. Questo ha allargato la platea dei soggetti coinvolti, anche tra i giovanissimi”.
Nello stesso articolo vengono riportati alcuni numeri: i nuovi “attori” amatoriali del porno in Italia sono 10.000. La figura della pornostar è in leggero declino e il reclutamento stesso degli attori, per le case di produzione, è diventato molto semplice e diretto. Nei siti di annunci sono aumentati del 30% gli individui che si offrono come attori, a volte già in coppia, per girare video pornografici di ogni genere. Di conseguenza, anche le case cinematografiche sistemano sugli stessi siti gli annunci di reclutamento.
Una voce che va ascoltata, necessariamente, in Italia quando si parla di porno amatoriale è Marzio Tangeri, l’inventore del genere nel Bel Paese, quando ancora gli annunci si mettevano sui quotidiani. Fin dal suo esordio su Super8 nel 1977, il produttore aveva spiegato che l’amatoriale avrebbe sopravanzato, prima o poi, il porno professionale, ritenuto “di plastica”. Tangeri, anticipando i tempi, reclutò casalinghe e perfetti sconosciuti per girare i propri film pornografici amatoriali. Da perito di tribunale divenne produttore cinematografico nell’ambito del porno. A metà degli anni ’80 Tangeri era già un nome conosciutissimo all’interno dello scenario del porno. Negli anni ’90 parlava di un declino della qualità del porno e, con l’avvento di internet, fu uno tra i primi a prevedere il declino delle case di produzione che non sarebbero state in grado di convertirsi alle nuove “richieste” del pubblico. Tangeri ha abbandonato il mondo della produzione del porno, ufficialmente per l’abbassamento del livello, ma le sue critiche ai poli che, già a metà del primo decennio degli anni 2000, stavano accentrando la distribuzione del porno online fanno pensare anche al clima da “far west” che si respira nell’ambiente di produzione e distribuzione delle pellicole pornografiche.
Senza peli sulla lingua, invece, è Mario Salieri, regista e produttore pornografico dalla trentennale carriera: “Il mercato homevideo è finito. Guadagni solo se ti butti sul web”.
Pubblicità e videochat erotico/pornografiche sono le parole chiave: “Questi siti mettono sul web i film porno gratis, spesso in barba al diritto d’autore, solo come esche per attirare traffico online. I video hard, infatti, sono la vetrina: il vero business sono le videochat a pagamento che si aprono mentre il visitatore guarda i filmati. E tra le chatline una delle più potenti oggi è livejasmine.com“. Quello che esce dalle parole del regista è il solito avviso: il mercato è in mano a pochi potenti poli.
Sofia Gucci, attrice pornografica nata in Romania in Italia da anni, classe 1986, intervistata da “Repubblica”, ha praticamente fatto eco alle parole si Salieri: “Oggi, per sopravvivere nel mercato del porno, bisogna reinventarsi. io mi sono buttata nell’hard online con un mio sito internet, dove faccio chat dal vivo”. Anche i compensi sono cambiati: “Il cachet varie da 600 a 1000 euro massimo a scena. E in ogni film ci sono due scene”. Nelle parole dell’attrice, però, traspare anche la realtà: i produttori e registi che si sono adattati non hanno problemi a proseguire il proprio lavoro, in modo molto più celato: “Adesso i produttori delle pornostar si occupano soltanto di internet e di siti”.
Scenari di crisi per gli “esperti” del porno, di corsa allo sfruttamento per produttori e gestori di siti e videochat e di pornografia amatoriale in ascesa con un mercato da 1 miliardo di euro.