Droga : il dramma dei nuovi corrieri europei

12 Gennaio 2013
Davide Gambardella
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Perù – Il fenomeno è cresciuto a tal punto che si può iniziare a parlare di fenomeno di massa. In tutto sono 695 gli europei attualmente detenuti nelle carceri peruviane , il 90% dei quali per traffico di droga. Se non è sconvolgente il loro numero , sicuramente lo sarà la loro identità.

Si tratta di giovani e meno giovani , volti puliti e nessun precedente , che a causa della crisi vengono sedotti dal “lato oscuro”. I narcotrafficanti identificano le persone che possono fare al caso loro e offrono consistenti somme di denaro in cabio di un solo viaggio UE-PERU’. Molti sulle prime resistono ma a causa della crisi queste somme finiscono con il diventare estremamente allettanti. Si parla di cifre che arrivano anche a 10.000 euro. Non poco per una sola corsa. Zero rischi e zero spese : questa è la promessa dei criminali.

Il malcapitato accetta e scopre con enorme disappunto che no , i rischi non stanno a zero e che il prezzo da pagare è di gran lunga superiore a quanto possano immaginare. La polizia peruviana è esperta nel rintracciare questi corrieri , i segni di chi ha ingerito cocaina si riconoscono a distanza : volto scavato , lingua bianca , occhi rossi , alito che sente di gomma , oltre al classico atteggiamento di disagio e di allontanamento verso forze dell’ordine e cani.

Questi corrieri , non essendo criminali di professione , vengono facilmente individuati ed “estratti” dalla folla. Un veloce controllo e poi via verso il carcere nelle vicinanze.  Gli europei possono arrivare a patteggiare poco più di due anni , ottenendo poi la libertà vigilata.

A causa di ciò il novizio corriere della droga può circolare per il Perù ma non può assolutamente uscire dai suoi confini. Non si torna a casa , non ancora. Chi riesce cerca di varcare i confini illegalmente , con tutti i rischi che ne conseguono. La maggior parte di essi invece cerca di sopravvivere come può per tutto il tempo.

Ed è cosi che Timoteo , un buttafuori di discoteche si è trovato in questa situazione. Lavorava solo il fine settimana , un figlio in arrivo e una situazione economica disastrata. “Allora mi hanno presentato un certo David , che mi ha proposto di guadagnare molto denaro in cambio di questo viaggio in Perù. Nessu rischio e nessuna spesa. Ho esitato , ma è tornato alla carica. In Spagna ci sono dei professionisti il cui compito è quello di reclutare corrieri” , racconta.

Perfino due signore , una di 58 e una di 62 anni sono cadute nella trappola. E ora ,invece che fare le nonne per i loro nipotini , vivono in due case anonime nel territorio peruviano. “Ho lavorato per 35 anni in un reparto di geriatria”, racconta Julia. “Quando in Spagna è scoppiata la bolla immobiliare mio figlio si è ritrovato senza lavoro. Ha quattro figli e non potevamo più pagare le bollette. È in quel momento che un amico mi ha detto che aveva fatto due volte il viaggio in Perù, senza nessun problema. Ti fanno vedere tutto quel denaro di cui ha così bisogno, e tu ci caschi come un baccalà!”

Il fatto triste è che in questi casi non si tratta di persone animate dalla scarsa voglia di lavorare e attratte da facili guadagni , ma da persone che vivono in condizioni veramente difficili e che si lasciano ingannare in vista di facili guadagni.

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