La nuova "tendenza" della chirurgia estetica: rompere le gambe per allungarle
Fino a qualche anno fa, l’operazione chirurgica per l’allungamento degli arti inferiori, era riservata esclusivamente a pazienti affetti da gravi patologie. Nel giro di poco tempo, però, come ha raccontato con un impressionante documentario anche il National Geographic Channel, in diverse parti del mondo la pratica viene utilizzata sempre più spesso anche per mere ragioni estetiche.
E così, in Siberia, per guadagnare 2-3 centimetri di altezza, una ragazza che essendo alta un metro e 60cm non si sentiva abbastanza bella, ha deciso di sottoporsi al delicato (e doloroso) intervento chirurgico. Per consentire l’allungamento delle gambe, come intuibile, occorre però intervenire direttamente sulle ossa. Come? Con una osteotomia, ovvero con la rottura chirurgica del femore. Poi, per fare in modo che l’osso ricresca più lungo di prima, si utilizza l’apparecchio di Ilizarov,; ovvero uno strumento molto particolare che permette appunto di allungare gli arti con l’utilizzo di una struttura esterna collegata direttamente alle ossa fratturate.
FINO A 30.000 EURO PER L’OPERAZIONE
La procedura di solito richiede due mesi di tempo per ogni gamba e, come dicevamo, è molto dolorosa e può comportare anche danni gravi come la crescita sproporzionata degli arti. Costa fino a quasi 30.000 euro e, fino a qualche anno fa, era fortemente sconsigliato (per non dire vietato) intervenire con tale pratica per motivi che non fossero strettamente medici. E invece, da un po’, a qualche chirurgo è venuto in mente di utilizzare l’operazione anche per pazienti che non hanno alcun bisogno di subire interventi così invasivi e pericolosi.
La risposta, soprattutto nei paesi dell’est, è stata positiva ed oggi sono spesso anche le famiglie delle “allungate” a sostenere con convinzione le ragioni dell’operazione. La giustificazione? Le ragazze, se non sono alte almeno 1.65, si sentono a disagio e non riescono a godere della giusta dose di autostima. E così, invece di portare queste persone da un bravo psicologo e suggerire loro una terapia di recupero della capacità di intendere e di volere, le si spinge verso un intervento di chirurgia estetica che dovrebbe essere vietato dalla deontologia medica.