Massimo Ciarelli: il Rom che fa tremare Pescara
ROM CONTRO ULTRAS: PERICOLO FAIDA DI SANGUE
Editoriale di Maria Melania Barone
Gli Ultràs contro i Rom. Pescara teme una faida dopo l’omicidio di Rigante. Il Comunicato Ultras alle istituzioni: “Abbiamo un fratello da vendicare, o lo fate voi o ci pensiamo noi”.
PESCARA – Massimo Ciarelli, questo il nome del ROM che ha ucciso ieri sera a sangue freddo un ragazzo di 24 anni padre di un bambino di nove mesi, Domenico Rigante. Una notizia come tante altre direte voi.. e invece no. Questa notizia è una novità macabra per Pescara che Massimo Ciarelli lo conosce bene. E lo conoscono bene anche le forze dell’ordine, perché Massimo Ciarelli ha già impugnato una pistola: nel 1996, a soli 14 anni, fu coinvolto nella sparatoria che vide l’uccisione a sangue freddo del Maresciallo dei Carabinieri Marino Di Resta.
Ma chi è Massimo Ciarelli? Ho lavorato come giornalista proprio a Pescara occupandomi di cronaca locale ed ho potuto notare lo spadroneggiare dei Rom su tutta la città. Loro sono coinvolti spesso in spaccio, prostituzione, furti. Quelli che potremmo definire: “il loro settore imprenditoriale”. Ma con Massimo Ciarelli la questione è diversa. Di madre italiana, ne ha ereditato il cognome come vuole la tradizione Rom. E’ famoso perché è già stato coinvolto in sparatorie agghiaccianti sin da quando era piccolo. Massimo Ciarelli insomma, ha tutta l’aria del guappo, quello che sin dalla prima infanzia ha atteggiamenti mafiosi che pretendono il rispetto con la forza. Fu coinvolto nella sparatoria che uccise il Maresciallo dei Carabinieri Marino Di Resta. Per l’omicidio del Maresciallo finì in carcere lo zingaro Umberto Ciarelli, all’epoca 31 anni. Nella sua villetta si raggruppò un gruppo folto di rom che innescarono una sparatoria coi carabinieri, uccidendo il Maresciallo. Furono i genitori a mettergli in mano una pistola proprio perché temevano perquisizioni della polizia.
Massimo Ciarelli fu arrestato già per spaccio il 23 Gennaio 2009 assieme a suo fratello e ad altri compagni di banda. Fu arrestato anche nel 2005 per una sparatoria allor quando ci fu la disputa di una bambina piccola tra due famiglie Rom a Montesilvano (PE), ma la polizia lo perseguitò fino ad arrestarlo a Fossacesia. Secondo alcuni colleghi che lavorano proprio nel pescarese e che si stanno occupando del caso, Massimo Ciarelli è un uomo capace di uccidere a sangue freddo.
Per gli inquirenti è proprio lui ad aver ucciso il ragazzo italiano. Anche questa volta infatti non c’è stato un motivo valido, semmai possa esistere un motivo valido per uccidere. E’ bastato che il fratello del 24enne ucciso gli desse una spallata nel centro di Pescara per farlo imbestialire. Ciarelli non ha dimenticato lo sgarro e nemmeno la promessa. Ieri sera si è recato con una pistola da Rigante e per sbaglio ha ucciso il fratello gemello. Rigante invece è uno che membro degli Ultràs. Sarà per questo clima di terrore che si sta mobilitando la polizia sia in Abruzzo che nelle Marche, come confermato dalle forze dell’ordine. I cittadini pescaresi affermano che la città è sul filo del rasoio, sta per scoppiare una faida. Una di quelle faide che rischia di portare Pescara un’altra volta alle cronache nazionali dopo la morte di Morosini. Questa volta però si dovrà riflettere davvero sulla possibilità di integrare i ROM. E’ morto un ragazzo vittima della follia di un Rom assassino, ma il degrado della città è vittima di un malgoverno che non ha mai saputo favorire l’integrazione.