Cardarelli-Villa del Sole, nel 2009 primario suicida

6 Marzo 2012
Redazione YOUng
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Cardarelli

Nel febbraio 2009 un medico del Cardarelli si suicidò all’interno della sua stanza dell’ospedale, con una iniezione letale. Salvatore Franzese, 59 anni, fu trovato morto intorno alle 17.30 il 26 febbraio, il decesso risaliva a circa un’ora prima.

E qui arriviamo al punto: come si è successivamente scoperto, il medico (primario dell’Oncologia) era indagato per presunte irregolarità con la casa di cura Villa del Sole. La stessa finita al centro delle indagini che hanno portato agli arresti di oggi. Anche in quel caso, i magistrati (inchiesta della Procura di Napoli, condotta dal pm Francesco Curcio, sezione reati contro la pubblica amministrazione) indagavano su presunte irregolarità tra il medico e la casa di cura, sempre riguardo l’intramoenia. Già c’era stata una perquisizione nella clinica ad opera della Guardia di Finanza.
Franzese lasciò una lettera alle figlie in cui, tra le altre cose, si leggeva: “Mi ritengo e credo di essere una persona profondamente onesta”.
Indubbiamente, al Cardarelli non tutti potevano dire la stessa cosa.
“Qua ci vuole un sacco di tempo, venite in clinica che subito facciamo”. Spingere i pazienti verso l’intramoenia a pagamento. E farlo davanti a tutti, senza vergogna. Ovvero, violare le disposizioni in materia, per guadagnare sulla salute della gente. Una realtà che esiste da sempre, ma in questo periodo la magistratura sembra essere particolarmente attenta alla Sanità.
Quello che doveva essere solo un sistema per scegliere l’equipe medica è diventato, nei fatti, un canale preferenziale per saltare le liste di attesa”. E “Un problema annoso, che ha spesso portato ai “viaggi della speranza” o alla scelta della “via preferenziale” dell’intramoenia che, seppur non potendolo fare in teoria, in pratica abbatte i tempi di attesa riducendoli a pochi giorni. A suon di euro, ovviamente”. Questo lo scrivevo nel 2007 su Cronache di Napoli. Scrivendo pure che in parecchi casi erano gli stessi medici a spingere per l’intramoenia, cosa scorrettissima.

Questa mattina un’inchiesta della Procura di Napoli (Concussione ai danni di decine di malati, ma anche falsificazione di cartelle cliniche e truffa ai danni del servizio sanitario nazionale) ha portato a 13 misure cautelare e a 43 indagati. Centro delle indagini, il reparto di Ortopedia dell’ospedale Cardarelli, diretto da Paolo Iannelli (arrestato insieme all’amministratore di Villa del Sole). I pazienti, secondo i magistrati, venivano spinti verso l’intramoenia (nello specifico, da effettuare a Villa del Sole) per essere operati in modo veloce.
Poi vabbè, l’inchiesta ha scoperto anche altro. Tipo che un sanitario, invece di essere in servizio presso l’Asl, era a farsi i fatti suoi in Thailandia. A corredo di tutto ciò (che fa abbastanza schifo da sé), la truffa dei rimborsi. L’equipe prendeva i soldi due volte, in pratica: la prima dal paziente, spesso in nero, la seconda dall’Asl che riconosceva l’operazione in intramoenia (non solo a Villa del Sole) e, sulla base di cartelle cliniche e documenti falsificati, sganciava i rimborsi.

Chiarimento necessario: non è lecito proporre l’intramoenia come alternativa ai tempi lunghi. Lo strumento (come da legge 102, agosto 2007) serve solo per scegliere l’equipe medica, non per accorciare i tempi. Viene da sé che proporre come alternativa (a pagamento) equivale a farsi i soldi sulla salute della gente. Ed è questo che, secondo i magistrati, succedeva al Cardarelli. Ed è quello che, come sanno quelli che conoscono il settore, succedeva piuttosto spesso. L’intramoenia veniva proposta con nonchalance, come se fosse la cosa più normale del mondo. Non vuoi fare la fila, allora paga. Anzi, diciamo le cose come stanno: sei malato e ti devi operare presto, ma qui ci vogliono mesi; vieni in clinica, paga, e lo facciamo in pochi giorni.

Un indagato in carcere, due agli arresti domiciliari, tre destinatari di provvedimenti di divieti di dimora a Napoli, sette misure di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria: è quanto ha disposto il gip di Napoli Ludovica Mancini nell’inchiesta sulla sanità che ha portato al blitz dei Nas. In carcere è finito Paolo Iannelli, primario di ortopedia all’ospedale Cardarelli; arresti domiciliari per Gabriele Iannelli e Marco Von Arx, rispettivamente, dirigente medico del Policlinico di Napoli nonchè socio della casa di cura Villa del Sole e presidente del consiglio di amministrazione della stessa clinica. Il divieto di dimora nel comune di Napoli è stato applicato nei confronti di Umberto Bocchetti, Mario Chiantera, ortopedico del Cardarelli, e Giuseppe Trotta, anch’egli dirigente medico della Divisione di ortopedia dello stesso ospedale. L’obbligo di presentazione è stato disposto per Gennaro Devoto, ortopedico dell’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, Vincenzo D’Aniello, anch’egli ortopedico a Pozzuoli, Carlo Carli, ex dirigente medico dell’Asl Napoli 2 presso il distretto di Bacoli attualmente in pensione; Ettore Dell’Anna, otorinolaringoiatra dell’ospedale San Giuliano di Giugliano in Campania, Clara Belluomo Anello, dirigente del reparto di terapia intensiva del Primo Policlinico di Napoli, Michele Chiariello, medico anestesista presso Villa del Sole e Luigi Angrisani, direttore dell’Unità operativa di chirurgia dell’ospedale San Giovanni Bosco.

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