Auro Zelli e Dieci Hp: 'A Sanremo Social con una canzone fuori dal coro'

28 Febbraio 2012
Rosa Anna Buonomo
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Quasi a un passo da Sanremo. Con il brano “Fuori dal coro” il trio siciliano Dieci Hp è sbarcato al Sanremo Social Day, tra i sessanta finalisti che si sono esibiti davanti a Gianni Morandi e al suo gruppo d’ascolto. Per sei di loro, l’accesso a Sanremo nella categoria Giovani. Non ce l’hanno fatta a calcare il palcoscenico dell’Ariston, ma il loro brano è stato cliccatissimo dagli utenti di Facebook, che li hanno fatti arrivare alle selezioni di Roma.

“Fuori dal coro”, una canzone che racconta il successo effimero dei talent show, porta la firma del compositore e cantautore Auro Zelli, torinese d’origine ma abruzzese di adozione, che ha raccontato a YOU-ng dell’esperienza sanremese e dei suoi progetti.


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Com’è nata la sua collaborazione con i Dieci Hp?


Da circa un anno sono il direttore artistico della Galli Records, una piccola, grande, realtà abruzzese. Il general manager dell’etichetta discografica, Pierluigi Galli, mi ha fatto incontrare Giacomo Di Cara, Nicola Merlisenna e Cristian Falzone, i Dieci Hp.

Ho assistito ad alcuni loro live e sono rimasto piacevolmente colpito dal loro sound per niente scontato. L’energia pura che riuscivano a scatenare durante i concerti e le affinità musicali sono stati gli ingredienti fondamentali per una quasi naturale e immediata collaborazione. Così oggi l’aspirazione del progetto Dieci Hp è quella di: ricerca musicale, ispirazione sincera, fortissimo impatto dei suoni, originalità nelle idee melodiche e massima attenzione sui testi, mescolando le esperienze e gli sguardi sul mondo. Il diktat è osare.


Il suo brano “Fuori dal coro” era tra i sessanta che si giocavano la partecipazione a Sanremo. Cosa è mancato?


Sinceramente non so dirlo, anche perché è tuttora cliccatissimo sulla rete e i commenti sono tutti molto positivi, senza parlare poi del riscontro che hanno i ragazzi durante i loro concerti. Certo devo ammettere che la nostra “Fuori dal coro” non si può certo definire una canzone commerciale. E’ un brano scomodo, vuoi per la tematica che affronta, vuoi per la ricerca degli arrangiamenti.


E’ stato d’accordo con le modalità di voto tramite il social network? E cosa ne pensa di fenomeni come Facebook e Twitter? Quanto influiscono con il modo di fruire musica oggi?

Assolutamente sì, anche se avrei preferito un ‘contatore palese’ sui mi piace. Il pubblico, non lo dimentichiamo mai, è sempre e solo l’unico sovrano di quello che Arbore e Boncompagni chiamerebbero alto gradimento. E’ indubbio che i social network in generale siano un grosso strumento da sfruttare per comunicare in tempi brevi, ti permettono di arrivare facilmente a un potenziale pubblico a cui sottoporre il proprio ‘pensiero musicale’, piccolo o grande che sia.

E’ fondamentale però la sincerità, oltre alla personalità su quello che andiamo a divulgare. Questi per me sono elementi imprescindibili. Nella mia ormai ventennale esperienza in questo campo posso affermare che oggi abbiamo una moltitudine di bravissimi cantanti, ma rarissimi grandi artisti. Per quanto concerne poi l’influenza dei social network, beh, questo è certamente un tema che mi sta molto a cuore in quanto trovo fondamentale l’educazione e un certo, chiamiamolo, ‘ripristino culturale’ all’ascolto della musica. Daniel Baremboim dice che ogni esecuzione musicale è sempre un’unica grande emozione e anche se un’orchestra esegue più volte la stessa opera, l’emozione che arriva al pubblico non sarà mai uguale. Sono perfettamente d’accordo con il suo pensiero.

E’ proprio per questo motivo che il fruitore di musica, dovrebbe avere una certa attenzione quando ascolta una canzone o una qualsiasi opera musicale, perché dietro quel download c’è un enorme lavoro e spesso sacrificio. Insomma non sopporto la musica “usa e getta”. Il rischio più grande è quello di perdere grandi artisti.

Immaginate oggi personaggi come Jimi Hendrix, Peter Gabriel, Al Jarreau, ma anche i nostri Battisti, De Gregori, Fossati, o gruppi come i Police, i Pink Floyd, Led Zeppelin e molti altri, non avrebbero avuto nessuna speranza di lasciarci pietre miliari e di essere grandi riferimenti musicali, se fossero stati ascoltati per dieci secondi e poi buttati.

Cosa vuol dire oggi essere “fuori dal coro”?

Come ha tentato di spiegare a Morandi nella diretta Rai Web Giacomo Di Cara dei Dieci Hp, essere “Fuori dal coro” significa essere fuori da un certo tipo di “coro”, da certi stereotipi che ci hanno somministrato in questi anni come esempi di vita. Non si può, ma soprattutto, non deve passare il messaggio che per avere successo devi essere bello, devi avere conoscenze. Fondamentale devono essere sempre il talento, il sacrificio, la voglia di arrivare per comunicare agli altri qualcosa di prezioso che hai dentro,Aggiungi un appunquella rabbia buona che fa la differenza fra i piccoli e i grandi artisti.

Qual è la sua opinione sul Festival di Sanremo?

Per chiunque faccia il mio mestiere Sanremo è l’ambizione, è un passo importante. Tutti criticano il Festival, molti addirittura lo rinnegano. Io lo amo, l’ho sempre amato e sempre l’amerò, con i suoi pregi e difetti. E’ una grande vetrina, dove a volte si può godere di illustri direttori d’orchestra e magnifici arrangiamenti, a volte no. E’ una tradizione nazionale irrinunciabile, checché se ne dica.

E’ innegabile che spesso il Festival prende delle grosse cantonate, mi vengono in mente: Vasco Rossi, Zucchero, Bocelli, Rino Gaetano, Battist e permettetemi un po’ di autostima tre anni fa con Nadia Rinaldi, l’anno scorso con Fiordaliso e quest’anno con i Dieci Hp. Chi giudica è un uomo e come tutti gli uomini a volte può sbagliare, ma va bene così, in fondo sarebbe come parlare degli arbitraggi nelle partite e poi si può sempre cambiare canale, fare altro, no? Ma poi gli ascolti sono quasi sempre altissimi. E’ facile parlare, criticare. Io ho avuto la fortuna di partecipare come autore nel 1997 e vi posso garantire che è un’esperienza magnifica. La mia opinione sul Festival di Sanremo oggi è quella di un sessantenne in grande forma che pretende sempre nuovi condottieri per vincere le sue battaglie annuali.

E la sua opinione sul mondo dei talent?

Che ben vengano quando e se offrono la possibilità di fare musica vera in tv, solo preferirei meno chiacchiere e più musica live. L’eccessiva spettacolarizzazione della musica non mi piace, soprattutto quando ci sono forzature di personaggi con la puzza sotto il naso, a volte incompetenti, come non amo le critiche fini a se stesse e chi ha l’arroganza di avere le chiavi della verità. La musica è mettersi in gioco, io lo faccio ogni giorno. La musica nei talent dovrebbe essere un’esperienza nella volontà di una crescita interiore, confrontarsi ed avere l’umiltà di comprendere, ascoltare, amare, donare.

La sua canzone “Sordi” è stata inserita nell’ultimo album di Fiordaliso. E’ un brano contro la violenza sulle donne, un tema forte e d’attualità. Ce ne vuole parlare?

“Sordi” è una delle canzoni a cui tengo di più. L’ho scritta di getto ed è profondamente ispirata a una storia vera: la storia di Debora Rizzato, che ho avuto modo di conoscere nel programma Rai “Amore Criminale”. Le parole del papà di Debora mi hanno
così profondamente colpito, che ho spento la tv e sul mio comodino prima di addormentarmi avevo già un foglio con le parole e la musica.

La violenza sulle donne è una delle cose che mi fa vergognare d’essere uomo, per tutto ciò che è violenza ci vorrebbero leggi più attente e severe. Fiordaliso l’ha interpretata in maniera magistrale come solo chi è grande riesce a fare. E’ stata intensa fin dai primi provini registrati in collaborazione con il suo vocalist e mio caro amico Ennio Zanini. Marina non è nuova a sfide musicali con tematiche forti, per questo sono molto soddisfatto della grande emozione che ci regala ogni volta che la canta.

Quali sono i suoi progetti futuri?


Oltre alla realizzazione dell’album di inediti dei Dieci Hp che mi auguro possa uscire per la fine di quest’anno, sono alle prese con la scrittura di musiche nuove per uno spettacolo teatrale e per un programma televisivo su Raiuno. Continua il meraviglioso feelling con il mio mentore di sempre Walter Croce e le collaborazioni con diversi studi di registrazione di Bologna, Roma e Milano e colleghi come Maurizio Bernacchia, con il quale mi confronto e scrivo le mie “malefatte musicali”. Spero di arricchire il mio viaggio nella musica, riuscire ad osservare il mondo intorno a me per raccontarlo a chi da sempre mi ama mi segue e mi stima.

Soddisfatti dell’esperienza a Sanremo Social i Dieci Hp, che a YOU-ng hanno raccontato: “E’ stata per noi una gran bella occasione per veicolare in maniera sicuramente molto visibile la nostra musica, in particolar modo il videoclip della canzone che abbiamo presentato al concorso.I voti del popolo di Facebook ci hanno permesso di accedere alla fase finale della selezione e di poterci esibire di fronte a Gianni Morandi e alla direzione artistica del 62° Festival di Sanremo.Arrivare tra i primi sessanta su circa 1.500 artisti iscritti al concorso è stato sicuramente un risultato eccezionale e graditissimo, che ci ha arricchito notevolmente dal punto di vista professionale e umano.Non capita tutti i giorni di avere a che fare con un ambiente musicale di tale portata e pensiamo che esperienze del genere debbano essere sfruttate come slancio per nuove imprese con l’entusiasmo e la voglia di fare musica che ci hanno sempre contraddistinto.



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