Libero mercato: la farfalla di Belen e la fame di un bambino
L’altro ieri ero a fare due chiacchiere da bar con alcuni amici. I temi oramai tendono all’omologazione: crisi (procurata ad hoc), governo Monti e relative riforme, globalizzazione. Ad un tratto dalla radio del bar si sente una notizia:”A quanto pare la storia della farfalla è stata fruttifera per Belen Rodriguez. Dopo il “caso” esploso a causa del tatuaggio lasciato vedere a Sanremo, il cachet della showgirl è aumentato di circa il 30%. Ora se volete far sedere la bella argentina in prima fila durante un evento, dovete sborsare 20.000 euro e non più 15.000. Aggiornate anche le tariffe per una sfilata: da 40.000 a 50.000 euro”.
Qualche attimo di silenzio, poi ancora silenzio. Le parole mi mancavano ma nella testa i pensieri viaggiavano veloci e tutti diretti verso un concetto:”libero mercato”. Ecco, vedete? Quando la libertà è farlocca genera questi mostri: un giovane imprenditore italiano, per reperire anche solo 10.000 euro a tassi non da strozzinaggio, deve sperare di vincere al gratta e perdi. Un farfalla tamarra sull’inguine, permette a Belen di chiedere 50.000 euro per una sola sfilata. “I soldi non ci sono, uagliò. C’è la crisi”. Quante volte mi sono sentito ripetere questa frase? E quanti di noi si sono abituati a questo tipo di ragionamento, rassegnandosi al fatto che è tutto normale quanto inevitabile? A questo punto, onde evitare di passare per il solito “criticone-moralista”, voglio lanciare un piccolo contest provocatorio in grado di proporre alternative concrete a questo delirio del frivolo. Il meccanismo è semplice: io sparo qualche cachet assurdo e qualche schiaffo alla miseria indecente e voi mi dite cosa avreste fatto con quei soldi.
– 20.000 euro per far appoggiare il lato B di Belen su di una sedia ad un “fashion event”
– 50.000 euro per una sfilata della bella argentina
– 4 milioni di euro spesi dalla Roma per tenere l’oramai ex giocatore Adriano in panchina durante la precedente stagione
– 200.000 euro al mese spesi da Elton John in “omaggi floreali”
A questi dati ne voglio aggiungere solo un altro: nel mondo, ogni sei secondi, un bambino muore di fame. Se ci allenassimo a ricordare questa notizia ogni secondo della nostra giornata senza il terrore di passare per “ipocriti moralisti”, forse non avremmo più la faccia di culo di chiedere (e soprattutto essere disposti a dare) 20.000 per ottenere la presenza della starletta di turno. Se non altro perché, molto presto, ci ritroveremo a dover rinunciare per forza a tutto questo superfluo. E’ proprio matematico. Cominciare a porsi certe domande è un dovere.